BEMBO, Leonardo
Nacque a Venezia nella seconda metà del XV secolo da Pietro, che era stato bailo veneziano a Costantinopoli e nell'impero turco aveva a lungo esercitato la mercatura.
Il B. aveva proseguito l'attività commerciale del padre; a Costantinopoli ce lo mostra la prima notizia sicura su di lui: il 17 dic. 1499 il B. insieme con Andrea Gritti, Bernardo e Pietro Giustinian, Almorò Gritti, Francesco Contarini e altri, tutti mercanti veneziani, veniva imprigionato dai Turchi e rinchiuso nel Castello Nuovo di Mar Maggiore.
Con questo atto i Turchi infransero la pace che li legava a Venezia dal 1482. La tensione che già da tempo esisteva tra le due potenze per i contrasti sui confini dei possedimenti veneziani nei Balcani, sull'attività dei mercanti in Oriente e sul traffico marittimo dell'Egeo sfociò così in aperta lotta: e i Turchi, approfittando dell'impreparazione veneziana, occuparono Nauplia.
Nell'ottobre 1501 il sultano chiese alla Serenissima la somma di 10.000 ducati per il riscatto complessivo di tutti i mercanti imprigionati. Per il B. la taglia fu piuttosto moderata, specie se confrontata con le somme richieste per gli altri mercanti. Di fronte infatti ai 2400 ducati domandati per Andrea Gritti, ai 1250 per Francesco Contarini e ai mille per Bernardo Giustinian, i Turchi esigevano per il B. solo 400 ducati, uno dei più bassi riscatti della lista (Sanuto, IV, col. 243). Il B. doveva quindi essere tra i mercanti veneziani attivi a Costantinopoli uno dei meno facoltosi.
All'inizio del 1502 i prigionieri furono liberati; mentre Andrea Gritti faceva rientro in patria con alcuni suoi amici, il B. rimaneva a Costantinopoli: qui infatti egli sperava di ricavare dai suoi commerci i 400 ducati che ancora doveva versare per la sua taglia, senza il pagamento della quale non gli era consentito di partire.
Sembra che gli affari del B. non siano stati tanto prosperi quanto egli sperava, se Andrea Gritti, tornato a Costantinopoli in qualità di oratore veneziano per concludere la pace con i Turchi, lo nominava il 2 sett. 1503 vice-bailo veneziano nella capitale ottomana al precipuo scopo di consentirgli di guadagnare, con la sua attività al servizio della Serenissima, i soldi necessari al riscatto.
Ebbe così inizio la vita pubblica del B., che il 19 genn. 1504 veniva promosso dalla Signoria alla carica di bailo. La pace del 1503 non aveva risolto in modo definitivo i contrasti tra Venezia e i Turchi: Nauplia era stata restituita ai Veneziani ma non erano stati precisati tutti i confini tra i possedimenti della Serenissima e quelli della Porta nei Balcani. L'opera del B. fu volta soprattutto ad evitare che incidenti ai confini o sui mari si aggravassero al punto da indurre uno dei due stati a rompere la pace. Si recava personalmente dal pascià di Costantinopoli a porgere le scuse di Venezia quando gli incidenti erano provocati dai Veneziani; ma allorché erano i Turchi a commettere soprusi nei confronti dei suoi concittadini, esigeva con fermezza il rispetto del trattato di pace, così da evitare i risentimenti della Signoria. Ad esempio riuscì nell'ottobre 1506 a far liberare alcuni mercanti veneziani, catturati illegalmente, pochi giorni dopo il loro arresto.
Stanco della permanenza nell'impero orientale cominciò a chiedere sin dal gennaio 1506 al doge Leonardo Loredan un successore. Dopo molte esitazioni la Signoria nominò bailo a Costantinopoli Andrea Foscolo, e il B. poteva lasciare la città nel maggio 1508.
Giunto a Venezia il 17 giugno dello stesso anno, fu eletto membro del Consiglio dei Pregadi. Ma la sua permanenza nella città natale non doveva durare a lungo: il 27 febbr. 1509 venne infatti nominato provveditore a Rimini, e, al termine di questo incarico, il 3 marzo 1510, veniva creato provveditore a Nauplia. Lì rimase fino al 1513: il 24 agosto di questo anno fu nominato per la seconda volta bailo a Costantinopoli. Rimase tuttavia a Venezia per più di due anni: solo il 5 maggio 1516 si imbarcò per l'Oriente per giungere il 9 luglio a Costantinopoli.
La politica del B. in questo secondo bailato ripeté i temi di quella svolta durante il primo incarico. Ma con una differenza: egli si fa ancora più accorto per impedire che i Veneziani provochino incidenti che potrebbero indurre i Turchi ad aprire le ostilità. Era particolarmente impressionato dalla potenza navale dei sultano ("tutti i christiani dia star in tremor di lui", scrive il 27 ag. 1518: Sanuto, XXVI, col. 109) e temeva per i destini della patria. Chiese per tale motivo alla Signoria di prendere provvedimenti contro quelle navi veneziane che in Egeo disturbavano i transiti turchi. E la Signoria approvò la sua politica aderendo alla richiesta: nel dicembre 1517 l'oratore Mocenigo fu inviato a punire i responsabili degli incidenti.
Il 9 genn. 1519 il Gran Consiglio, accogliendo la domanda dei B., nominò suo successore nel bailato Tommaso Contarini. Nell'ottobre 1519 il B. lasciava Costantinopoli, e, mentre era ancora in viaggio, veniva eletto di nuovo membro del Consiglio dei Pregadi.
Giunto a Venezia il 6 genn. 1520, il B. vi moriva dopo lunga malattia verso la fine del mese. Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di S. Salvador nella tomba di famiglia.
Fonti e Bibl.: M. Sanuto, Diarii, III-XXIX, Venezia 1880-1800, ad Indices.