OLLÈ-LAPRUNE, Léon
Pensatore, nato a Parigi il 25 luglio 1839, ivi morto il 13 febbraio 1898. Professore a Versailles (1868); poi a Parigi, al liceo Enrico IV dal'71 al'75, quindi alla Scuola normale. Nel'97 entrò all'Académie des sciences morales et politiques.
Le sue opere principali sono: De la certitude morale (Parigi 1870) che pone le radici del problema gnoseologico nel problema. morale: l'adesione alla verità non è questione soltanto di scienza, ma anche di coscienza; dalla coscienza pura scaturisce la conoscenza vera: l'errore è una colpa; l'ateo traduce in negazione teorica un'insoddisfazione morale; La philosophie et le temps présent (Parigi 1890) la quale vede l'unico rimedio alla "anarchia intellettuale" che travaglia la società del suo tempo in un ritorno a una filosofia vivente ("la filosofia si fa con tutto l'uomo e per tutto l'uomo"), a una filosofia "cristiana"; Les sources de la paix intellectuelle (Parigi 1892) che sostiene essere le fonti di questa pace in un amore universale, fondato non sul livellamento delle coscienze individuali ma sul pieno sviluppo di queste nell'euritmia di un cosiffatto amore; Le prix de la vie (Parigi 1894): la vita non è otium ma negotium; non isolamento egoistico ma irradiazione di bene; il valore della vita è nel suo compito: volere il bene, cioè amore al bene, amore a Dio: religione; finalmente La raison et le rationalisme (Parigi 1906, postuma) che all'intellettualismo di tipo illuministico e positivistico tuttora dominante nella Francia del suo tempo, contrappone un ritorno alla "ragione fatta natura", sostenendo la superiorità del pensiero implicito (fede, vita, azione) su quello esplicito (arida ragione raziocinante). Si aggiungano La philosophie de Malebranche (Parigi 1870), il De Aristoteleae ethices fundamento (Parigi 1880) e l'Essai sur la morale d'Aristote (Parigi 1881).
Tra le correnti antirazionalistiche della seconda metà del sec. XIX la sua dottrina ha il merito di aver richiamato gli spiriti all'interiorità religiosa e morale. Ma essa trova i suoi limiti nelle sue premesse ontologiche, che impediscono quella piena unità di coscienza intellettuale e morale che egli vagheggiava, lasciando inconciliato il dualismo tra ragione e volontà, ragione e fede, pensiero ed essere. Fu suo scolaro M. Blondel (v.).
Bibl.: M. Blondel, Notice sur O.-L., Parigi 1899 (trad. it. in Il valore della vita, Firenze 1922); G. De Ruggiero, La filosofia contemporanea, I, Bari 1920; D. Parodi, La philosophie contemporaine, Parigi 1920; G. Gentile, Il modernismo, Bari 1921; C. Dentice di Accadia, La crisi religiosa degli ultimi decenni, Roma 1926; M. Blondel, L. O.-L., trad. it. Arcuno, Firenze 1925; M. Blondel, O.-L., Parigi 1933.