DUGUIT, Léon
Giurista francese, nato a Libourne il 4 febbraio 1859, morto a Bordeaux il 18 dicembre 1928, dopo avere percorso rapidamente i gradi della carriera universitaria prima a Caen e poi a Bordeaux. Centro del suo sistema giuridico è l'idea che il diritto, per la sua natura sociale e collettivistica, non venga espresso come legge dallo stato in virtù del suo potere sovrano, ma sorga immediatamente, con propria forza, dalla società imponendosi allo stato stesso. Lo sforzo dei suoi studî è tutto nel trarre, dal ripetersi dei fatti sociali, le leggi veramente giuste della solidarietà umana, assai spesso in contrapposizione con le leggi dello stato: egli propugna, di fronte all'arbitrarietà e artificiosità di queste, la necessità razionale ed etica di quelle. Per il carattere fondamentalmente giusnaturalistico, la sua opera acquista un particolare significato politico e come tale ha destato larga eco in Francia, anche fuori del campo dei giuristi.
L'opera in cui il D. svolse i suoi presupposti filosofici è L'État, le droit objectif et la loi positive, Parigi 1901. Le applicazioni più notevoli del suo metodo si hanno in Les transformations générales du droit privé dépuis le Code Napoléon, 2ª ed., Parigi 1920; Les transformations au droit public, 3ª ed., Parigi 1925 e soprattutto Traité de droit constitutionnel, 3ª ed., Parigi 1923.
Bibl.: Per l'elenco delle sue opere, con saggio di bibliografia critica, vedi R. Bonnard, L. D., in Revue internationale de la Théorie du droit, III (1928-1929), pp. 85-90; F. Cossu, Cenno bio-bibliografico su L. D., in Nuovi studi di diritto, economia e politica, II (1929), pp. 213-218; R. Bonnard, Autour les idées de L. D., Parigi 1923; R. Bonnard, La doctrine de D. sur le droit et l'état, in Revue internationale de la Théorie du droit, I (1926-27), pp. 18-41; R. Bonnard, L. D., Parigi 1929; V. E. Orlando, L. D.,; in rivista di diritto pubblico e della pubblica amministrazione in Italia, s. 2ª, 1929.