AMETTE, Léon Adolphe
Cardinale nato a Douville il 6 settembre 1850, morto ad Antony il 29 agosto 1920. Fu studente a Parigi, a S. Sulpizio, durante la guerra del 1870 e la Comune, rivelando intelligenza precisa e larga. Vicario a Évreux nel 1873, fu eletto vescovo di Bayeux il 28 novembre 1898, proprio nel momento della denuncia del Concordato. In sette anni conquistò la diocesi, fino a che, scelto dal cardinale Richard e da lui proposto alla S. Sede, fu promosso arcivescovo titolare di Sida, e nominato nel 1906 coadiutore dell'arcivescovo di Parigi con futura successione. Pronunciò allora queste parole rivelatrici: "Non c'è che un mezzo per uscirne degnamente: la santità". Egli riassunse il suo programma in tre punti: animare con la sua parola e la sua presenza la vita religiosa nelle parrocchie; restaurare le rovine della separazione; creare scuole e chiese. Nel 1908 succede al cardinale Richard nell'arcivescovado di Parigi, e il 27 novembre 1911 fu creato cardinal prete del titolo di S. Sabina. Allo scoppio della guerra moltiplicò le sue opere apostoliche, e le preghiere a Montmartre, a Notre Dame, a Sainte-Geneviève; piangendo con quelli che piangevano, sostenne l'anima di Parigi. A vittoria ottenuta, scrisse una lettera pastorale che è un inno di fierezza, di riconoscenza e di gioia. Ebbe durante e dopo la guerra rapporti con il governo della Repubblica, che riconosceva nel cardinal A. il grande vescovo, il patriota ammirabile. Fu più volte intermediario, durante il conflitto mondiale, tra la S. Sede e la Francia, come pure giovò al suo paese proteggendo col suo prestigio il Comitato cattolico di propaganda all'estero. Al Te Deum della vittoria, il giorno della consacrazione nazionale al S. Cuore di Gesù, nella basilica di Montmartre, deplorò pubblicamente l'assenza alla cerimonia dei membri del governo "prigionieri volontarî o forzati di una dubbia legalità". Alla sua morte, lasciò arricchita la diocesi di Parigi di 5 nuovi santuarî, 16 chiese parrocchiali, 29 cappelle; le scuole cattoliche in piena efficienza; un vero esercito di catechisti e potenti istituzioni sociali; queste ultime furono cura particolare del cardinale, che era fiero di aver un giorno capitanato un'agitazione per la soppressione del lavoro notturno dei fornai, meritandosi il titolo di arcivescovo dei garzoni di forno.