LEMENE, Francesco de, conte
Nato a Lodi nel 1634, morto ivi nel 1704. La sua commedia in vernacolo lodigiano La sposa Francesca è insieme un documento curioso nella storia del nostro teatro e un'opera dov'è, almeno a tratti, molta vivezza comica. Si distraeva nel rimare dal molto e grave lavoro di magistrato cittadino. Il Redi nel Bacco in Toscana accenna con lode ai suoi lavori giovanili scherzosi (sull'origine dei maccheroni, ecc.), per porli in contrasto con le liriche del volume - scritto in età matura - Dio, sonetti ed inni "consacrati al Vice-Dio Innocenzo Undecimo" (Milano 1684). È una specie di poemetto lirico, distinto in sette trattati, nel giudicare il quale non si è forse tenuto abbastanza in conto il frasario teologico-biblico che in quella materia s'imponeva facilmente all'autore. Il falso gusto vi guasta spesso lo stile: ma non mancano impeti lirici, immagini non ovvie, dignità di voci eloquenti. Non è da rimpiangere che il L. lasciasse incompiuto il poema epico Lodi riedificata, e altri scritti; ché la sua tempra era piuttosto di lirico, e la sua vena migliore la adoperò nella suddetta commedia in vernacolo.
Bibl.: I. Carini, L'Arcadia, Roma 1891, I, p. 270 segg. (con bibl. precedente); C. Vignati, F. L. e il suo epistolario inedito, in Archivio storico lombardo, XX, p. 352 segg. Oltre la vita scritta da L. a. Muratori, si veda, dello stesso, la vita di C. M. Maggi, che fu amico intimo del L.