lembo microvascolare
Segmento tissutale cutaneo, muscolare, viscerale od osseo, che possiede un proprio peduncolo vascolare con il quale può essere trasferito liberamente a grande distanza su vasi riceventi, con i quali si creano anastomosi vascolari, attraverso tecniche di microchirurgia, al fine di riparare una perdita di sostanza. Il ricorso ai l. m. liberi presenta numerosi vantaggi: possibilità di scegliere liberamente il tessuto vascolarizzato più adatto alla ricostruzione desiderata, miglior posizionamento spaziale del lembo, economia dei tessuti prelevati, utilizzati unicamente nella ricostruzione della perdita di sostanza propr. detta, dissezione più limitata del sito donatore, miglioramento della vascolarizzazione dei tessuti.
La possibilità di trasferimento libero tissutale ha rivoluzionato la chirurgia ricostruttiva cervicofacciale. È comunque necessaria un’accurata selezione dei pazienti, un’approfondita conoscenza dell’anatomia della vascolarizzazione dei tessuti prelevati, e rigorosi principi di tecnica. La ricerca anatomica dei vasi riceventi costituisce la fase iniziale, seguita dalla preparazione del peduncolo vascolare del trapianto. Il prelievo del l. m. e il suo trasferimento in vista del ripristino della relativa specifica circolazione esigono la dissezione atraumatica dei vasi, associata alla precisione delle anastomosi. Il l. m. cutaneo antibrachiale a peduncolo radiale si è rivelato molto importante per la riparazione delle perdite di sostanza dalla cavità della bocca, il l. m. del digiuno resta un sostituto ideale della faringe e il l. m. del perone, insieme a quello della cresta iliaca, si è imposto per la ricostruzione mandibolare. Nel tempo si sono aggiunti altri l. m. liberi come quello osteofasciocutaneo scapolare per le perdite di sostanze oromandibolari complesse o il l. m. gastroepiploico per le perdite di sostanza faringea da lesioni trafittive.
L’obiettivo delle anastomosi vascolari è di ristabilire una circolazione normale attraverso i tessuti trapiantati: ogni diminuzione durevole del flusso sanguigno nei vasi anastomizzati conduce infatti alla trombosi e dunque alla necrosi tissutale. La causa può essere dovuta a fattori legati ai vasi riceventi, all’anastomosi vascolare o allo stato generale del paziente; in realtà il fattore causale più frequente e identificabile è costituito dall’insufficiente precisione e accuratezza della tecnica microchirurgica. Quando la trombosi è recente e non si sono instaurati lesioni tissutali ischemiche irreversibili, è ancora possibile il ripristino della circolazione mediante una revisione chirurgica delle anastomosi. Questo spiega l’importanza di un monitoraggio post operatorio continuo e prolungato. Nel complesso l’utilizzo dei l. m. consente di abbreviare notevolmente il tempo di cicatrizzazione e di migliorare i risultati morfologici e funzionali delle ricostruzioni cervicofacciali.