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ZAMENHOF, Lejzer Ludovik

di Stefano La Colla - Enciclopedia Italiana (1937)
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ZAMENHOF, Lejzer Ludovik (Lazaro Ludoviko)

Stefano La Colla

Oculista polacco di origine ebraica, nato a Białystok il 15 dicembre 1859 morto a Varsavia il 14 aprile 1917, autore della lingua artificiale esperanto (v.).

Il fatto che gli abitanti della sua città parlavano quattro lingue (polacco, russo, tedesco, yiddisch) gli fece sentire sin da fanciullo gl'inconvenienti della diversità degl'idiomi, che divide i popoli. Egli si convinse che l'adozione come mezzo di comunicazione internazionale di una lingua naturale morta era impossibile per motivi pratici, così come quella di una lingua vivente per ragioni economiche e di prestigio politico; si diede quindi a creare una lingua artificiale, con una grammatica facilissima e un vocabolario internazionale e, dopo numerose prove e tentativi, pubblicò nel 1887, sotto lo pseudonimo di "Dott. Esperanto" i primi opuscoli (in russo, polacco, francese e tedesco), nei quali dava 16 regole grammaticali e sintattiche, un vocabolarietto di circa 900 radici e alcuni brevi testi. Da quel tempo lo Z. si diede alla propaganda della nuova lingua e all'arricchimento della sua letteratura con opere divenute classiche. Oltre alla Fundamenta Krestomatio (Parigi 1903) e al Fundamento de Esperanto (ivi 1905) gli si devono molte traduzioni: Amleto (Varsavia I894; 2ª ed., Parigi 1907), il Revisore di Gogol (1907), Georges Dandin di Molière (1908), Ifigenia in Tauride di Goethe (1908), i Masnadieri di Schiller (1908), Marta di Elisa Orzeszko (1910), le Fiabe di Andersen (postume, 1923-1936), l'Antico Testamento (postumo, Londra 1926). Scrisse inoltre Lingvaj Respondoj (Risposte linguistiche, Parigi 1913). I suoi discorsi, molti suoi articoli e lettere furono raccolti da J. Dietterle nell'Originala Verkaro (Opere originali, Lipsia 1929).

Bibl.: E. Privat, Vivo de Z., Londra 1920 (trad. ingl., ivi 1931); A. Oberrotman e T. Jung, La lastaj tagoj de D-ro L. L. Z., Horrem (Colonia) 1921; E. Wiesenfeld, Galerio de Zamenhof'oj, ivi 1925; E. Drezen, Z., Lipsia e Mosca 1929; G. Waringhien, in Enciklopedio de Esperanto, Budapest 1933-35, II, pagine 579-86.

Vedi anche
esperanto Lingua internazionale pianificata, ideata dal medico polacco L.L. Zamenhof (che pubblicò la prima grammatica nel 1887), la più diffusa tra le lingue ausiliarie. ● La grammatica dell’esperanto è caratterizzata da una notevole semplicità, e il principio fondamentale posto a base della forma e del significato ... Jespersen, Jens Otto Harry Jespersen ‹i̯èspërsn›, Jens Otto Harry. - Glottologo danese (Randers 1860 - Copenaghen 1943); prof. d'inglese all'univ. di Copenaghen dal 1893 al 1925. Si è occupato di problemi teorici, di fonetica, e di lingue germaniche, specialmente dell'inglese. Tra le sue opere ricordiamo: Fonetik (1897-99), rielaborato ... Stefano La Colla Paleografo ed esperantista italiano (Salemi, Trapani, 1889 - Milano 1966). Tra i primi esperantisti italiani, fu archivista di stato a Palermo e dal 1929 al 1938 diresse a Roma la biblioteca Treccani. Collaborò all'Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti  e fu autore dell'importante  voce "Enciclopedia" ... Mickiewicz, Adam Mickiewicz ‹m'izk'èv'ič›, Adam. - Poeta polacco (Nowogródek 1798 - Costantinopoli 1855). Compì gli studî universitarî a Vilnius e fece parte del gruppo dei Filomati. Arrestato nel 1823, fu mandato in esilio a Pietroburgo; rimase in Russia cinque anni, visitando anche Odessa e Mosca. Lasciata la Russia ...
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    Oculista (Białystok 1859 - Varsavia 1917), ideatore della lingua ausiliaria esperanto. Pubblicò i suoi primi saggi (1887) con lo pseudonimo di dott. Esperanto, e si dette poi alla propaganda della nuova lingua, con opere divenute classiche: Fundamenta Krestomatio (1903) e Fundamenta de Esperanto (1905), ...
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