LEGNAGO (A. T., 24-25-26)
Grosso paese della provincia di Verona, presso l'argine destro dell'Adige (qui attraversato da due ponti), sulla linea ferroviaria Rovigo-Verona, a 16 m. s. m., un tempo importante per la sua posizione rispetto al Quadrilatero, ora come centro agricolo (mercato di grani). Il comune ha un'estensione di 79,50 kmq., occupati per i sette ottavi da campi; gli abitanti da 14.358 nel 1881 sono aumentati a 18.657 nel 1921 e a 20.164 nel 1931. Circa 5000 vivono nel capoluogo e 1500 nel minore centro di Vangadizza, gli altri in case sparse.
Per la sua posizione sull'Adige - che solo da questo punto comincia a essere navigabile - Legnago ebbe sempre grande importanza strategica. I Veneziani furono i primi a fortificarla (1494), utilizzando i materiali di demolizione delle vecchie torri dette "Marchesane" del castello di Badia. Dal 1531 in poi le fortificazioni vennero rinnovate su disegni del Sammicheli. La città non aveva veri e proprî forti staccati, ma solamente piccole opere esterne: ridotti quadrilateri e strade sbarrate da lunette. Legnago venne presa per la prima volta dai Francesi nel 1796 e nel 1801 tutte le fortificazioni furono smantellate e demolite per ordine di Bonaparte. Le nuove fortificazioni, erette dagli Austriaci, risalgono al 1815. La piazza forte di Legnago - con Verona, Mantova e Peschiera - faceva parte del famoso Quadrilatero. Fra i discordi pareri emessi sul carattere e sull'importanza di Legnago, va citato il giudizio negativo di Napoleone.