MILLE, Leggenda dell'anno
Nel rifiorire della storiografia medievale nella prima metà del sec. XIX, espicessione caratteristica della rappresentazione romantica che si diede allora di quell'età, fu la leggenda dell'anno mille, che diffusa prima dalla scuola del Lavasseur, fu largamente raccolta e propagata da storici come il Sismondi, il Michelet, il Quinet, il Ferrari.
Partendo dalla nota profezia dell'Apocalissi di S. Giovanni che fissava col compiersi del millennio l'avvento del Regno, si diffuse la credenza che gli uomini dell'anno mille attendessero lo scadere del fatale termine nel terrore dell'imminente fine del mondo. La descrizione a fosche tinte dei terrori dell'anno mille ispirò così tutta una letteratura, della quale fa parte anche una bella pagina del Carducci proprio all'inizio del primo dei suoi Discorsi sullo svolgimento della letteratura nazionale. Ma tale leggenda non ha alcun fondamento documentario e appare ormai destituita di ogni attendibilità. Già l'attesa millenaristica del Regno si era esaurita sia in Oriente sia in Occidente sin dal sec. IV e, da fede in una palingenesi cosmica, era divenuta essenzialmente problema di salvezza individuale, così che, oltre la mancanza di ogni documentazione, neanche il fondamentale atteggiamento di spirito della società cristiana intorno al 1000 può giustificare una leggenda originatasi da una interpretazione storica di carattere prevalentemente letterario.