PELOPONNESIACA, LEGA
. La Lega del Peloponneso si venne costituendo attorno a Sparta nel sec. VI a. C. attraverso vicende mal note. Vi aderirono a poco a poco tutti gli stati del Peloponneso non sottoposti già a diretto dominio di Sparta (v. iloti; perieci) eccetto le città dell'Acaia e Argo; i più importanti aderenti furono le città arcadiche (con a capo Tegea e Mantinea), Corinto, Sicione, Fliunte, Megara ed Elide. Poco prima o poco dopo il 490 dovettero aderire alla Lega, in circostanze malcerte ma connesse col pericolo persiano, anche Atene ed Egina. La massima estensione fu raggiunta intorno al 480, allorché Sparta fu alla testa della resistenza contro la Persia: la Lega, oltre a comprendere molte città della Grecia centrale e settentrionale, si estese allora anche alle isole dell'Egeo, come Nasso, Samo, Chio, Lesbo. In origine anche tutti i membri della Lega delio-attica (v.), fondata nel 478, dovettero seguire Atene nell'aggregazione alla Lega del Peloponneso, se pure non erano già prima aderenti. Ma, come è ovvio, appunto la Lega delio-attica diede il colpo più grave alla Lega peloponnesiaca: Atene e i suoi alleati ne uscirono a data incerta (forse dopo che Sparta rinviò gli aiuti mandati da Atene per domare la rivolta degl'Iloti del 464); altre città si ribellarono in altre occasioni, sicché all'inizio della guerra del Peloponneso la Lega era nuovamente ridotta al suo territorio più antico. Durante la guerra medesima e subito dopo aderirono gli Achei, i Focesi e altri, nonché, costretti dalla sconfitta, gli Ateniesi con molti dei loro alleati. Non si devono però confondere le adesioni a questa lega con le alleanze di carattere diverso ed estranee alla Lega che furono strette allora da Sparta. La sconfitta spartana a Cnido nel 394 ebbe naturalmente un forte contraccolpo anche sulla Lega, da cui tornarono a uscire Atene e molte altre città. Tuttavia la Lega si estendeva ancora nella Grecia centrale e settentrionale, e l'occupazione spartana della rocca di Tebe (382 a. C.) aveva per conseguenza l'aggregazione della Beozia e della Locride. Con la scissione della Beozia nel 378 comincia la fase della disgregazione. Epaminonda con le sue campagne nel Peloponneso (369, 368 a. C.) suscita la ribellione dei membri più importanti della Lega, cioè dell'Arcadia e dell'Elide. Nel 366 i federati di Sparta che ancora restano si arrogano il diritto di concludere pace separata da Sparta: è la fine della Lega. Sparta dovrà stringere nuove alleanze su una base di parità.
Il carattere della Lega peloponnesiaca non è ben chiaro e ha suscitato molte discussioni. Occorre ad ogni modo ricordare che la supremazia di Sparta vi si faceva valere, ancora più che di diritto, di fatto. Le seguenti peculiarità si possono ritenere sicure. La Lega è basata su una serie di trattati delle città con Sparta, per cui queste città si obbligavano a riconoscere in guerra il comando supremo di Sparta. Le città rimanevano autonome e in origine quindi non dovevano né pagare tributo né essere sottoposte a guarnigione spartana; ma dopo la fine della guerra del Peloponneso Lisandro introdusse il tributo per i nuovi membri della Lega, e questo sistema si estese nel 378 circa ai vecchi membri nel senso che il tributo poteva sostituire l'invio dei contingenti militari, in quell'anno riordinati in modo da dividere il territorio della Lega in dieci zone pressoché uguali di reclutamento. Anche l'imposizione di guarnigioni fu introdotta da Lisandro. Ciascuno stato poteva per proprio conto fare guerre, e anzi poteva fare guerra con altri membri della Lega. Guerre federali erano solo quelle che venivano dichiarate dai rappresentanti della Lega, convocati a Sparta per invito di Sparta. Il meccanismo di questa rappresentanza è oscuro: certo la volontà di Sparta vi prevaleva. Ma solo nel sec. IV si introdusse il principio che ogni minaccia a Sparta o anche a un membro della Lega fosse senz'altro un caso di guerra per tutti i federati. E così, mentre nel sec. V è di regola tenuto fermo il principio che la pace doveva essere approvata da tutti i federati, nel IV Sparta può fare pace per tutti.
Bibl.: U. Kahrstedt, Griech. Staatsrecht, I, Gottinga 1921; Busolt-Swoboda, Griech. Staatskunde, Monaco 1926, II, 3ª ed., p. 1320 segg.; H. Schaefer, Staatsform u. Politik, Lipsia 1932, p. 225 segg.; J. A. O. Larsen, The constit. of the Peloponn. League, in Classical Philology, XXVIII (1933), p. 257 segg.; XXIX (1934), p. i segg.