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LEBBRA

di Gabriele AMALFITANO - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
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LEBBRA (XX, p. 707)

Gabriele AMALFITANO

Per le conoscenze sull'agente causale non vi è nulla di nuovo ad eccezione di qualche affermazione positiva (Souza-Araujo) sulla sua coltivabilità. Fattori epidemiologici dominanti si considerano ancora i rapporti sociali di vicinanza e familiarità, sebbene vadano affermandosi e rafforzandosi le ipotesi sull'esistenza di probabili vettori (flebotomi, simulidi, triatomi, ecc.); questi, dopo essere stati tenuti a contatto dei lebbrosi con manifestazioni lepromatose, oppure raccolti in leprosarî, presentavano nei loro organi bacilli acido-resistenti con tutte le caratteristiche dei bacilli di Hansen delle lesioni lepromatose. Souza-Araujo ha cercato di dimostrare sperimentalmente la trasmissibilità della lebbra attraverso l'Ambljomma cajennense. Nell'acqua di deflusso di alcune colonie di lebbrosi sono stati trovati bacilli acido-resistenti con i caratteri dei bacilli di Hansen.

I più accettano ormai la pur sempre discussa classificazione sudamericana delle varietà della lebbra, poggiata su criterî anatomo-patologici, clinici e immunobiologici, e che distingue tre varietà: lepromatosa, atipica e tubercoloide con sottovarietà e forme miste.

La lepromatosa è caratterizzata da lesioni gravi, progressive e permanenti, sempre negativa alla lepromina, con localizzazioni su pelle, mucose, nervi e altri organi, positività di reperto bacillare nelle lesioni, che si presentano istologicamente con struttura di granuloma specifico (presenza di cellule vacuolate di Virchow); alta contagiosità.

La atipica comprende casi a decorso attenuato, con scarse compromissioni cutanee e nervose, con negatività o scarsità di bacilli all'esame batterioscopico delle lesioni e con reperto istologico di flogosi cronica (mancanza di cellule di Virchow e di cellule epitelioidi), scarsa e incostante contagiosità.

La tubercoloide comprende casi a decorso attenuato, con stabilità delle lesioni, costantemente positiva alla lepromina, con peculiari lesioni cutanee e nervose, con esame batterioscopico di regola negativo e, quando positivo, paucibacillare, con reperto istologico di granuloma tubercoloide (cellule epitelioidi, linfociti, cellule giganti); di rado contagiosa.

Ciascuna varietà viene suddivisa poi in sottovarietà a seconda dei segni clinici dominanti (macule, noduli, ulcerazioni, cicatrici, ecc.).

Tra le prove immunologiche di recente introduzione è di notevole importanza quella di Mitsuda che consiste in una intradermoreazione tipo Mantoux con un antigene, "lepromina", preparato con pappe di noduli o linfo-ghiandole lepromatose in veicolo idroglicerico. La reazione è positiva se dopo 20-30 giorni si produce una vescicola, vescicola-pustola o ulcera nella sede dell'infezione. La reazione risulta positiva nella varietà tubercoloide e nella atipica e negativa in quella lepromatosa.

La reazione di Fernandez e quella di Souza-Araujo (reazione alla leprolina) sono da considerarsi analoghe e differiscono, la prima per la tecnica di preparazione dell'antigene, la seconda perché l'antigene è preparato direttamente da colture di bacilli acido-resistenti con le caratteristiche del bacillo di Hansen.

L'olio di chaulmoogra è tuttora il rimedio più attivo, pare per l'altissimo suo contenuto di Vit. D2 (Gambini). Speranze e successi si sono ottenuti recentemente con il diamino-dimetilsolfone specialmente in associazione con l'olio di chaulmoogra. La penicillina, la tirotricina e altri antibiotici si sono dimostrati inefficaci; soddisfacenti risultati, secondo alcuni, avrebbe invece dato la streptomicina. Discreti risultati avrebbero pure ottenuto autori francesi da preparati estratti da Hydrocotyle asiatica (asiaticocida).

Bibl.: Internat. Leprosy Congr. Rep., Cairo 1938; idem, Cuba 1948; Rev. Bras. Leprol., 14, n. 4, 1946; Mem. Inst. Osv. Cruz., 1946, 1947; Journ. Inst. Lepr., 44-45-46-47.

Vedi anche
Gerhard Henrik Armauer Hansen Medico norvegese (Bergen 1841 - ivi 1912); nel lebbrosario di Bergen, scoprì (1873) l'agente patogeno della lebbra (bacillo di Hansen, Gerhard Henrik Armauer o Mycobacterium leprae) e pubblicò pregevoli studî microbiologici, clinici e anatomo-patologici sulla stessa malattia. granuloma In medicina, neoformazione di natura infiammatoria, caratterizzata dall’abbondante proliferazione cellulare, che si accompagna in misura più o meno evidente a neoformazione di connettivo e di vasi sanguiferi. Deriva il nome dall’affinità istologica con il tessuto di granulazione cicatriziale, da cui ... Baldovino IV re di Gerusalemme Figlio (1160-1185) di re Amalrico I, gli successe nel 1173. Nonostante le vittorie di Ramleh (1177) e di Tiberiade (1182), non poté impedire, data la rivalità tra i principi e l'indifferenza dell'Europa ai suoi appelli, che il Saladino, riunendo l'Egitto e la Siria, accerchiasse il suo regno. Aggravatasi ... Micobatteri Genere (Mycobacterium) di Batteri Actinomiceti aerobi, immobili, di forma bastoncellare, generalmente lunghi da 2 a 4 μm; alcune specie producono forme filamentose lunghe fino a 10-15 μm. Presentano tutti all’esterno della membrana cellulare uno strato di peptidoglicano ricoperto da una complessa struttura, ...
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  • ANTIBIOTICI
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Vocabolario
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lebbra lébbra (o lèbbra; letter. lébra, ant. lépra) s. f. [dal lat. lepra, gr. λέπρα, der. di λέπω «squamare»]. – 1. Grave malattia contagiosa a decorso cronico, di cui è agente patogeno un batterio (Mycobacterium leprae) e le cui manifestazioni...
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