Vedi LEBADEIA dell'anno: 1961 - 1995
LEBADEIA (Λεβάδεια, Lebadia, odierna Livadia)
Città della Beozia occidentale, non lontana da Cheronea e Orchomenos.
L'ubicazione della città ci viene fornita dalla descrizione di Pausania (ix, 39-40): giaceva nella pianura, sulla riva destra del fiume Herkyna, ai piedi di una collina, identificabile - secondo Pausania - con la Mideia omerica. L., la cui storia è in tutto simile a quella della maggior parte delle città della Beozia, era famosa come sede di numerosi santuarî, celebre soprattutto per il culto di Trofonio, divinità oracolare, spesso identificata con Zeus: le fonti ricordano di Trofonio il santuario, con un tempio circondato dal boschetto sacro (ἄλσος) e, dislocato più lontano sul monte, il μαντείον; l'oracolo era già famoso al tempo di Creso (Herod., i, 46); fu consultato da Paolo Emilio (Liv., xlv, 27, 8); esisteva ancora nel III sec. d. C. (Tertull., De anim., 46). Altri culti notevoli erano: quello di Zeus Basilèus, il cui santuario, ricordato da Pausania (ix, 39, 4) e identificato con scarsi avanzi rinvenuti alla metà circa del secolo scorso, si innalzava sul monte di Haghios Ilias, non lontano dalla città (da alcuni frammenti di iscrizioni, conosciamo le spese sostenute per la costruzione del tempio); quello di Cibele ricordato da Pausania (ix, 39, 2), divinità venerata nel Metroon, menzionato in alcune iscrizioni rinvenute sporadiche nel 1937 e recentemente identificato con alcuni resti di muri, databili al IV sec. a. C., rinvenuti sotto l'abitato della cittadina moderna di L.; l'importanza del culto della Magna Mater è attestata non solo dalle iscrizioni pervenuteci, ma anche da alcune statue della dea, tra le quali una, databile al II sec. d. C., dedicata dalla sacerdotessa Sosikleia e firmata dall'ateniese Hermeias (v.), forse replica della statua del V sec. a. C. del Metroon di Atene (v. agorakritos). Attestato da iscrizioni e singolari ex voto (cippi piramidati con la rappresentazione a rilievo di un fallo, sormontati da un omphalòs) è il culto di Zeus Meilìchios. Pausania (ix, 39, 4) ricorda anche una statua di Kronos (v.) e la tomba di Arkesilaos, l'eroe che fu a capo dei Beoti a Troia (Hom., Il., ii, 495; xv, 329), che doveva innalzarsi sulla riva dell'Herkyna. In vicinanza dell'edificio identificato dal Threpsiadis col Metroon sono stati messi in luce dei bagni tardo-romani. Da L. provengono anche numerose iscrizioni funerarie, votive e dediche agli imperatori romani rinvenute per la maggior parte usate come materiale da costruzione in un'opera di difesa tardo-romana.
Bibl.: Pieske, in Pauly-Wissowa, XII, 1924, c. 1048, s. v.; J. Jannoray, Nouvelles inscriptions de Lébadée, in Bull. Corr. Hell., LXIV-LXV, 1940-1941, p. 45 ss.; J. Threpsiadis, Οἰκοδομήματα τῆς ἀρχαίας ἀγορᾶς Λεβαδείας, in Arch. Eph., 1953-4 (1958), p. 225 ss.