LEANDRO (Λέανδρος, Leander, raro Leandrus)
Giovane di Abido, località sull'Ellesponto, che durante una festa di Afrodite nella città di Sesto, sulla riva opposta di quel mare, si innamorò di Ero, sacerdotessa della dea. Per incontrarsi con Ero, L. compiva ogni notte la traversata dello stretto, guidato dalla fiaccola che la donna accendeva in cima alla torre sul lido. Una notte il vento spense la fiaccola e il mare agitato travolse Leandro. Il mattino Ero trovò ai piedi della torre il cadavere dell'amato e si uccise accanto ad esso.
La romantica leggenda, che fu elaborata dagli alessandrini e dai loro imitatori, ha ispirato pitture, gemme, monete e pochi rilievi, che raffigurano tutti, con poche varianti, l'audace traversata notturna. Su una presunta pittura di Apelle di tal soggetto si sono sollevati fondati dubbî. Le sei pitture pervenuteci sono tutte di Pompei, salvo una che ornava la lunetta di una tomba a camera di Morlupo, ora a Roma, nel Museo delle Terme. In tutte le rappresentazioni dell'episodio Ero è raffigurata sulla torre; solo nella pittura della Casa di Ero e L. a Pompei l'eroina appare sulla riva in attesa impaziente di L., che si scorge già vicino alla costa, secondo le narrazioni di Muzio (v. 206) e di Ovidio (Ep., 18, 19, 97 ss.). In quasi tutte le pitture un servo con lanterna siede sulla riva di Abido; talvolta ha accanto le vesti di L., come nella pittura della Casa dei Vettii e nella replica quasi identica della casa reg. IX, is. 5, n. 14. Nella pittura della casa reg. VI, 15. 14, n. 20, invece del servo è rappresentato un pescatore e in quella della Casa di Sirico nello sfondo si vedono tre navi. Oltre a un grande mosaico con soggetti marini, tra cui sono rappresentati Ero e L., delle terme di Henshir Thina, in Tunisia, a Zaghuan, si è trovato un rilievo, ora nel Museo del Bardo, su cui, in un esametro dal latino alquanto barbarico, un africano "razionalista" taccia di follia L. che traversa il mare alla luce di una sola fiaccola. Inoltre sono da ricordare: un rilievo tardo-romano già a Venezia, ora in una collezione privata di Monaco, un rilievo di Villars di incerta identificazione. Una immagine di marmo di L., a Roma, evidentemente un rilievo, è menzionata da Marziale (Epigr., 14, 181). Abido e Sesto, le cui rive furono teatro del tragico amore, vollero commemorarlo nella loro monetazione. Le monete coniate a Sesto nel periodo autonomo e sotto Caracalla e ad Abido sotto Caracalla, Settimio Severo e Alessandro Severo, nonché i contorniati con testa di Vespasiano, riproducono la consueta figurazione. Per lo più sulla testa di L. aleggia Eros con la fiaccola. La sola testa di L. è su una moneta più antica, sempre di età imperiale, di Abido e su una gemma nell'Antiquarium di Berlino. Molto simile alle figurazioni delle monete sono quelle delle gemme, in cui però, talvolta, L. è preceduto da due delfini, i quali, secondo il racconto di Stazio, aiutarono L. nell'impresa. Tra le gemme ricordiamo una corniola della Collezione Cotugno a Ruvo, in cui due teste di venti soffiano fortemente, facendo presentire la tempesta.
Monumenti considerati. - Pittura di Morlupo: Not. Sc., 1907, p. 678, fig. 1. - Pittura della Casa di Ero e L.: W. Helbig, Wandgemälde, 1374. - Pittura della Casa dei Vettii: H. Thédenat, Pompei, i, 1928, fig. 71. - Pittura casa reg. IX, is. 5, n. 14: A. Sogliano, Pitt. mur. camp., 598. - Pittura della casa reg. VI, is. 14, n. 20: id., ibid., 597. - Pittura della Casa di Sirico: W. Helbig, op. cit., 1375. - Mosaico di Henshir Thina: Inv. mosaïques Tunisie, ii, 18. - Rilievo di Zaghuan: P. Gauckler, in Mémoires Soc. Antiq. France, lxiii, 1902, p. 178 ss. - Rilievo di Venezia: Arndt-Amelung, Einzelaufnahme 1038. - Rilievo di Villars: E. Espérandieu, Recueil Gaule, 2206. - Monete, contorniati e gemme: P. Weizsäcker, op. cit. nella bibl. - Monete di Sesto del periodo autonomo: J. Ch. Rasch, Lex. univers. rei num., Lipsia 1785-95, iv, 2, 774. - Monete di Caracalla: D. Sestini, Descr. medaglie ant., Firenze 1828, p. 39, tav. vii, I. Monete di Abido: Brit. Mus. Gat., Troas, 7, 6o, tav. iii, 2; T. E. Mionnet, Descript. médailles, Suppi. v, tav. v; B. V. Head, Hist. numorum, Oxford 1911, p. 539, fig. 285; T. E. Mionnet, op. cit., p. 497; D. Sestini, Stateri antichi, Firenze 1817, p. 73, n. 10, tav. vii, 15. - Contorniati: J. Sabatier, Contorn., p. 94, tav. xiv, 12; H. Cohen, Monn. Emp., viii, 297, 198. - Gemma con testa di L.: Jahrbuch (Arch. Anz.), iv, 1889, c. 94. - Corniola di Ruvo: H. Heydemann, in Bull. Inst., 1868, p. 158, n. 23; cfr. Impronte gemmarie collez. Cades, tav. 27 b, n. 218. Per le gemme cfr. anche: 4 gemme della Collez. Hertz: Arch. Zeit., ix, 1851, c. 102. Pasta vitrea della Collez. Mertens-Schaffhausen, in Bonner Jahrbücher, xx, 1858, p.18o; gemma: C. W. King, Antiq. Gems and Rings, Londra 1872, ii, p. 78, n. 9, tav. ii. Pasta vitrea nell'Antiquarium di Berlino: E. H. Toelken, Geschnit. Steine Antiq. Berlin, Berlino 1835, p. 75, n. 161; cfr. anche: Impronte gemmarie Collez. Cades, tav. 27 b, b. 217.
Bibl.: F. Köppner, Die Sage v. Hero u. Leander, Chomútov 1894; P. Weizsäcker, in Roscher, II, 2, 1894-1897, c. 1919-1920, s. v. Leandros: Sittig, in Pauly-Wissowa, VIII, 1913, c. 909 ss., s. v. Hero; Eitrem, ibid., XII, 1924, c. 1047, s. v. Leandros, n. i.