LEANDRO di Siviglia
Fratello maggiore del più celebre Isidoro (v.), che venne da lui educato, fu monaco, indi circa il 576 divenne arcivescovo di Siviglia, dove morì nel 599 o 600, avendo a successore il fratello. Come vescovo, molto fece per convertire i Visigoti dall'arianesimo al cattolicismo; e appunto Ermenegildo, da lui convertito e in lotta col padre, il re Leovigildo, lo mandò a Costantinopoli in cerca d'aiuto. Qui L. conobbe Gregorio Magno e lo incoraggiò a redigere il suo commento a Giobbe (i Moralia); la loro cordiale amicizia è documentata anche nella corrispondenza del papa. L. ebbe anche la soddisfazione di vedere coronata dal trionfo la sua opera spirituale, nel concilio di Toledo del 589, dove pronunciò un'omelia, De triumpho Ecclesiae ob conversionem Visigothorum, conservataci, insieme con un trattatello De institutione virginum et contemptu mundi dedicato alla sorella Florentina, monaca (in Patr. Lat., LXXII, col. 873 segg.).
Bibl.: v. isidoro di Siviglia.