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lealta

di Enrico Malato - Enciclopedia Dantesca (1970)
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lealtà (lealtade; lealtate)

Enrico Malato

In Cv IV XXVI 14, commentando Le dolci rime 131 (e solo in lealtà far si diletta), D. dichiara espressamente il valore che attribuisce al sostantivo: Lealtade è seguire e mettere in opera quello che le leggi dicono, è l'osservanza scrupolosa delle leggi - che massimamente si conviene a lo giovane, è cioè virtù propria dell'adolescenza, mentre al vecchio si richiede di essere giusto a prescindere dalle leggi (v. ESSAMINATORE) -, intendendo dunque il sostantivo come l'aggettivo ‛ leale ' (v.), di cui è derivato.

In questo senso è usato ancora, evidentemente, poco più avanti, nello stesso contesto (XXVI 15 è manifesto che a questa etade lealtade, cortesia, amore, fortezza e temperanza siano necessarie).

Con il particolare valore semantico del francese leial, nel senso cioè di " obbedienza alle leggi dell'onore e della morale ", e quindi di " schiettezza ", " sincerità ", " probità ", ricorre in Rime XLVII 11 se voli, amico, che ti vaglia / vertute naturale od accidente, / con lealtà in piacer d'Amor l'adovra, dove la locuzione con lealtà è usata con valore avverbiale, nel senso di " lealmente ", " schiettamente ".

Nello stesso senso, acquisito al sostantivo italiano, è usato sempre nel Fiore (II 14, LXXXI 8, CXVII 4, CXXVII 11).

Vocabolario
lealtà
lealta lealtà s. f. [der. di leale]. – L’essere leale, sincerità, franchezza: voglio dirti con l. il mio pensiero; comportamento leale: riconoscere la l. di un avversario; atteggiamento di correttezza e dirittura morale, attaccamento al...
dislealtà
dislealta dislealtà s. f. [comp. di dis-1 e lealtà], letter. – Slealtà: per cagione della sua d. (G. Villani).
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