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leale

di Enrico Malato - Enciclopedia Dantesca (1970)
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leale

Enrico Malato

Tre volte l'aggettivo è usato nel Convivio (I XII 11, IV XXVI 2 e 14), sempre nel senso, da D. stesso chiarito (v. LEALTÀ), di " obbediente alle leggi " (così anche è da ritenere nel primo dei luoghi citati, in cui la qualità di fedele e leale è contrapposta ai suoi contrari tradimento, ingratitudine, falsitade, furto, rapina, inganno e loro simili, ed è da intendere perciò " ossequiente della giustizia e delle leggi ").

Sempre nel senso proprio dell'etimo francese leial (moderno loyal), diffuso del resto già nella lingua del '200 (cfr. Giacomo da Lentini Quand'om 1 " un bon amico leiale ", Odo delle Colonne Distretto core 22 " a lu leali amadori ", ecc.; cfr. anche Castellani, Nuovi testi 313, § 256, ecc.), l'aggettivo è usato più volte nel Fiore e nel Detto: nel senso di " schietto ", " sincero ", in Fiore LXVIII 1 leale / consiglio mi donava; CLXXVI 6 ha sì leal coraggio, cioè " animo schietto "; e così anche in Detto 455; nel senso di " fedele ", in Fiore IV 8 di fino e di leal amore (immagine ripetuta in CLXXIII 4 per fino e per leal amore, che è un'espressione tecnica della poesia cortese) e CCXXVII 2 quel leal amante; e v. anche Detto 33.

Vocabolario
leale
leale agg. [dal fr. ant. leial, mod. loyal, che è il lat. legalis «legale»]. – Di persona che parla e agisce con sincerità e franchezza, che ha vivo il sentimento dell’onore e rifugge così dalla finzione come dal tradimento: uomo, amico,...
disleale
disleale agg. [comp. di dis-1 e leale], letter. – Sleale: d. e spergiuro e traditore chiamandolo (Boccaccio).
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