PUY, Le
(Le Puy-en-Velay; Anicium, Anitium, Podium Aniciense, Podium Sanctae Mariae nei docc. medievali)
Città della Francia centrale sui fianchi del monte Anis (dip. Haute-Loire), nel bacino formato dalle vallate dei fiumi Borne e Dolaizon, nella regione dell'Alvernia e nell'antica provincia del Velay.La prima citazione di un insediamento urbano a P. risale a Gregorio di Tours (Hist. Fr., X, 25), ma gli elementi archeologici ritrovati nel corso degli scavi o reimpiegati in molte costruzioni attestano un'occupazione più antica, risalente almeno all'epoca gallo-romana. Il capoluogo della provincia del Velay e la sede episcopale sarebbero stati trasferiti da Saint-Paulien (Ruessium) a P. in una data e in circostanze sconosciute. Evodio, Aurelio, Suacro, Scutario ed Ermentario, noti attraverso una lista copiata in un sacramentario del sec. 10° (Parigi, BN, lat. 2994), potrebbero essere annoverati tra i primi vescovi di P., ma le date dei loro episcopati restano indeterminate (Prévot, Barral i Altet, 1989).La più antica menzione della cattedrale di Notre-Dame risale a una donazione del 912 (Devic, Vaissete, 1875). La celebrità dell'edificio fu tale che agli inizi del sec. 12° il libro V del Liber sancti Iacobi lo citava come la chiesa più importante della via Podiensis. Il successo del pellegrinaggio mariano è attestato già agli inizi del sec. 11° dal Liber miraculorum sanctae Fidis (I, 7) di Bernardo d'Angers (Devic, Vaissete, 1875; Durliat, 1975b; Cubizolles, 1995).P. era organizzata intorno alla cattedrale secondo una struttura radiale. La città alta, posta sotto la giurisdizione dei canonici, ospitava la cattedrale e il battistero di Saint-Jean - che, con un terzo edificio in origine dedicato a s. Stefano, di cui rimangono alcuni resti sotto l'antica collegiata di Saint-Georges, potrebbero aver costituito un vero e proprio gruppo episcopale -, il chiostro, il vescovado, l'Università di Saint-Mayol, l'ospedale dei pellegrini e le chiese di Saint-Vosy e Saint-Agrève (Durliat, 1975a; Soulingeas, 1975; Froidevaux, 1977; Douillard, 1982). La città bassa, posta sotto la giurisdizione del vescovo-conte, presentava anch'essa alcuni edifici religiosi, come Saint-Hilaire e Saint-Pierre-la-Tour, citati nel 993 (Cartulaire de l'abbaye, 1884; Prévot, Barral i Altet, 1989), e Saint-Pierre-le-Monastier, fondato nel 993 dal vescovo Guido II d'Angiò (Cartulaire de l'abbaye, 1884; Douillard, 1982) e utilizzato come luogo di sepoltura del vescovo e dei canonici nonché dei pellegrini morti a P. (Soulingeas, 1975).Nel sec. 13° vennero fondati extra muros il convento dei Giacobiti (Domenicani) e la loro chiesa di Saint-Laurent sulla via di Alvernia (1221), il convento dei Cordiglieri (Francescani) sulla via di Linguadoca (1222), quello dei Carmelitani sulla via di Provenza (1285) e gli insediamenti militari di Saint-Barthélémy e di Saint-Jean, rispettivamente sulle vie di Provenza e del Rodano (Soulingeas, 1975).P. era difesa da più fortificazioni: la prima, citata in un atto del 1134 (Douillard, 1982), proteggeva la città alta; la seconda, attestata nel 1146 (Châteaux de Haute-Loire, 1993), venne ampliata nel 1240 e nel 1244 (Douillard, 1982). Sempre nel corso del sec. 13°, l'espansione della città condusse alla costruzione di una nuova cinta che includeva i quartieri bassi; essa tuttavia assunse il suo tracciato definitivo solo alla fine del sec. 15° (Médicis, 1869-1874; Rouchon, 1904; Soulingeas, 1975; Châteaux de Haute-Loire, 1993). La costruzione della cattedrale romanica avrebbe avuto inizio intorno alla metà (Durliat, 1975b; 1986) o nella seconda metà del sec. 11° (Vergnolle, 1994) e sarebbe stata condotta a termine agli inizi del secolo successivo. La sua pianta, sobria ed equilibrata, associava un capocroce tripartito, un largo transetto e una profonda navata su quattro campate, la cui volta a botte centrale cieca era contraffortata dalle volte a crociera delle navate laterali. Intorno alla metà del sec. 12°, forse sotto l'episcopato di Pietro III (1143-1155), ma in circostanze ignote, sulle due campate occidentali della navata centrale vennero erette due cupole su trombe. Intorno al 1180, senza dubbio a causa della fortuna della chiesa quale meta di pellegrinaggio, sul lato ovest vennero edificate due campate supplementari - anch'esse coperte da cupole - impiantate su di un ampio atrio che compensava il dislivello e ospitava una scalinata monumentale, nonché una nuova facciata. Un tale rimaneggiamento del corpo longitudinale comportò l'adozione di grandi arcate acute a doppia ghiera e la sopraelevazione delle volte delle navate laterali. A una data indeterminata, rispondendo all'intenzione di unificare il sistema di copertura, le due campate orientali della navata centrale vennero coronate da cupole. La cattedrale conobbe nel sec. 19° i rimaneggiamenti più importanti: distruzione e restituzione dei livelli superiori del campanile addossato all'absidiola settentrionale e dell'insieme della torre d'incrocio del transetto, pesante restauro del braccio settentrionale e restauro delle cupole della navata, riabilitazione della facciata occidentale a opera di Aimond-Gilbert Mallay (1842-1853), demolizione e riedificazione arbitraria del capocroce da parte di Max Mimey (1855-1866).Nonostante gli interventi, l'impianto architettonico romanico rimane leggibile. Va sottolineata l'originalità della struttura dei pilastri d'incrocio, di pianta rettangolare e affiancati da colonne disposte su alti basamenti. Le cupole dell'alta navata centrale si distinguono per la loro leggerezza; di struttura paragonabile a quella dell'incrocio del transetto di Saint-Martin-d'Ainay a Lione, esse poggiano su colonnette gemine, che si innalzano su di una cornice sporgente, sorreggendo le trombe e disponendosi ai lati delle finestre che si aprono sull'esterno o sulle cupole contigue. Resti della prima facciata romanica si conservano nel punto di contatto tra la seconda e la terza campata, dove formano la parete occidentale delle due cappelle romaniche dedicate a s. Egidio (a N) e a s. Martino (a S), collocate a fianco della scala, in questo punto sensibilmente ridotta in larghezza. L'atrio sudorientale è un'opera databile intorno al 1200 (Durliat, 1975b), di grande ricchezza plastica. L'atrio nordorientale, dedicato a s. Giovanni, databile intorno alla metà del sec. 12° (Durliat, 1975b), presenta il solo portale istoriato della cattedrale, ormai danneggiato.La scultura del corpo longitudinale, ornamentale e di ispirazione antica, si colloca tra le prime produzioni del Velay nel 12° secolo. Della decorazione pittorica della cattedrale di P. rimangono le vestigia nel braccio nord e nelle due cappelle dell'atrio occidentale. Databili nel loro nucleo essenziale alla fine del sec. 11° o agli anni intorno al 1100 (S. Michele, nella tribuna del braccio settentrionale del transetto) e al sec. 13° (Trasfigurazione, nella cappella di Saint-Martin), esse testimoniano l'influsso bizantino alla fine dell'epoca romanica (Beigbeder, 1970; Durliat, 1975b; 1986). Le cappelle di Saint-Giles e di Saint-Martin sono chiuse da porte in larice a due battenti, che illustrano rispettivamente l'Infanzia e la Passione di Cristo su otto pannelli dotati di legende e inquadrati da una bordura a motivi vegetali. L'iscrizione "Gauzfredus me f(e)cit Petrus edi(ficavit)" precisa, oltre al nome dell'artista, quello del committente, che potrebbe essere il vescovo Pietro III. L'iscrizione araba tracciata in caratteri cufici e la tecnica stessa a champlevé suggeriscono che l'artista si sia ispirato a oggetti in legno islamici forse di epoca fatimide (Cahn, 1974; Durliat, 1975b, 1986).Sul fianco settentrionale è il chiostro del sec. 12° (PradalierSchlumberger, 1975; Durliat, 1986), di grande interesse nonostante le trasformazioni e i restauri del secolo scorso: la galleria meridionale venne interamente ricostruita tra il 1850 e il 1852; numerosi capitelli furono rimpiazzati, alcuni dei quali sono conservati al Mus. Crozatier. Tessiture murarie policrome animano gli archi, in cui sono giustapposti conci alternativamente bianchi e neri e bianchi e rossi, e la parte superiore delle arcate, dove sono associate diverse composizioni ornamentali (quadrati disposti su di un vertice, parallelepipedi disposti a zig-zag). La decorazione scolpita comprende la cornice che corona le gallerie, le chiavi degli archivolti superiori delle arcate e un insieme di centocinquantaquattro capitelli, la maggior parte dei quali presenta motivi fitomorfi. Alcuni capitelli istoriati sono posti principalmente nella galleria occidentale (simboli di evangelisti, centauri) e in quella orientale (personaggi raffigurati con le mani alzate, forse nell'atteggiamento dell'orante).La porta romanica in ferro battuto, attualmente reimpiegata nella galleria occidentale del chiostro, sarebbe in origine appartenuta alla recinzione presbiteriale della cattedrale (Delaine, 1975).L'ala orientale del chiostro è addossata all'edificio dei Clergeons, originariamente fortificato, databile agli ultimi anni del sec. 12° (Durliat, 1986) o al 13° (Beigbeder, 1962; Enaud, 1968). Esso ospita al piano terreno la sala capitolare, decorata sulla parete settentrionale da una pittura di stile italo-bizantino del primo terzo del sec. 13°, raffigurante la Crocifissione (Enaud, 1968; Durliat, 1986). Il primo e il secondo piano ospitano invece rispettivamente l'abitazione del decano e, se si deve dar credito alla tradizione, la sala d'armi riservata agli ufficiali della guarnigione del Capitolo. Durante l'episcopato di Bertrando di Chalencon (m. nel 1213; Enaud, 1968) entrambi questi ambienti ricevettero una decorazione pittorica, nella quale figurano, insieme a motivi ornamentali, le immagini di una partita di scacchi e l'assedio di una città.Se la torre Saint-Mayol, che era posta accanto alla galleria settentrionale del chiostro, è scomparsa dal 1845, il Bâtiment des Mâchicoulis (edificio delle caditoie), costruito intorno alla fine del sec. 12° a ridosso della galleria occidentale, è invece ben conservato (Durliat, 1986; Châteaux de Haute-Loire, 1993). Il coronamento di caditoie è certamente databile alla fine del Duecento o al secolo seguente, ma la funzione difensiva dell'opera è attestata fin dall'origine (Châteaux de Haute-Loire, 1993).La funzione battesimale di Saint-Jean di P. è attestata dalle fonti solo a partire dagli inizi del sec. 13°, ma l'analisi archeologica dell'edificio, evidentemente snaturato dalle trasformazioni e dai restauri, lascia ipotizzare che tale fosse la sua funzione fin dalle origini (Durliat, 1975c). La sua pianta non è tuttavia tipica: esso presenta attualmente un'abside a pianta semicircolare, accompagnata da quattro nicchie a emiciclo ricavate nello spessore di un nucleo quadrato, e una navata unica, articolata in due campate, che comunica con il resto dell'edificio attraverso un arco trionfale. L'esame delle murature - nella cui parte inferiore sono reimpiegati numerosi pezzi gallo-romani, tra i quali alcune sculture - permette di stabilire che il nucleo essenziale della costruzione fu realizzato in tre campagne, databili all'epoca carolingia, agli anni intorno al 1100 e al sec. 13° (Durliat, 1975c). Assai danneggiata, la decorazione pittorica degli inizi del sec. 14°, disposta sul muro settentrionale della navata, raffigura episodi della vita di alcuni santi. I due leoni a tutto tondo collocati a fianco del portale meridionale potrebbero essere pertinenti a un portico romanico italianeggiante, a meno che non si tratti di reimpieghi di pezzi antichi (Durliat, 1975c).La piccola chiesa di Saint-Michel d'Aiguilhe, posta su un picco isolato, presenta una facciata policroma di gusto orientaleggiante (sec. 12°) e un interno con deambulatorio e resti di affreschi del 10° secolo.L'od. chiesa di Saint-Laurent, che apparteneva al convento domenicano, venne edificata nel corso del sec. 14° e fu probabilmente commissionata dalla famiglia dei Polignac, come testimoniano diversi atti di donazione (Carbonell Lamothe, 1975; 1980). Di grandi dimensioni, il corpo longitudinale, costruito intorno al 1330, si articola in tre navate approssimativamente della medesima altezza, scandite da volte ogivali quadripartite e da pilastri prismatici. I volumi esterni dell'edificio appaiono profondamente alterati dopo i lavori di consolidamento del sec. 18°, che portarono alla sopraelevazione dei muri d'ambito delle navate laterali e al rimaneggiamento dei contrafforti. Illuminata da tre finestre e preceduta da una campata diritta cieca, l'abside poligonale, voltata nel 1354, risale a una donazione di Armando VIII di Polignac (1342). L'esame della tracery delle finestre dimostra che la costruzione delle due absidiole ebbe luogo solo in un momento successivo, alla fine del sec. 14° (Carbonell Lamothe, 1980). La chiesa conserva interessanti sepolture medievali, tra cui la tomba, assai restaurata, di Bertrand Du Guesclin (m. nel 1380; Chervalier, 1977).Il Mus. Crozatier conserva collezioni di sculture medievali recuperate dai monumenti della città di P.: per l'epoca romanica, vanno ricordati capitelli e rilievi; per l'epoca gotica, i materiali provenienti dall'Hôtel-Dieu, dalle chiese di Saint-Pierre-le-Monastier e dei Francescani, dalla sagrestia di Giovanni di Borbone nella cattedrale e dall'ospedale dei pellegrini (Amprimoz, 1982). I capitelli provenienti dal capocroce e dal transetto della cattedrale di P., databili intorno al 1050, vanno annoverati tra i pezzi più interessanti (Durliat, 1984). Inoltre, alcuni frammenti di pitture parietali (fine sec. 11°-inizi 12°) e alcuni rilievi ad acquarello realizzati da Florentin Giroud permettono di ricostruire in parte la perduta decorazione del braccio meridionale del transetto della cattedrale.
Bibl.:
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