LE NAIN (Lenain)
Casata di pittori. Dei tre fratelli, Antoine, nato a Laon circa il 1588, morto a Parigi il 25 maggio 1648, era il maggiore. Seguivano Louis, nato circa il 1593 a Laon, morto il 23 maggio 1648 a Parigi, e Mathieu, nato a Laon nel 1607, morto a Parigi il 20 aprile 1677. Trasferitosi a Parigi, Mathieu fu nominato (1633) pittore ordinario della città di Parigi, e i tre fratelli appartennero tutti all'Accademia.
La loro carriera si svolse molto semplicemente. I soggetti di umile vita ch'essi trattarono erano allora molto in favore in Europa; il Mariette avverte che i Le N. eccellevano nelle bambocciate (v.), termine coniato in Italia, e fu pure in Italia che il Callot (v.) creò le prime incisioni a soggetto contadinesco e picaresco; due pittori francesi, il Valentin e ancor più il Bourdon, quasi contemporanei dei Le N. praticarono questo stesso genere. Ma l'influenza più forte risentita dai Le N. fu quella del Caravaggio, tanto che l'opera di uno schietto caravaggesco, quale il Dumesnil de La Tour, è stata attribuita dalla critica del sec. XIX quasi interamente a loro. È molto arduo distinguere tra loro le figure dei due fratelli maggiori, che operarono in stretta collaborazione. Le opere, frutto di questa collaborazione, firmate "Lenain", vanno dal 1641 al 1647, e secondo il Jamot non sono che grandi composizioni, mentre quelle di formato minore, come La fucina, Pasto di contadini e i piccoli quadri su rame (Scena di famiglia a 12 persone, Interno, nel Museo del Louvre) non potrebbero essere prodotte da due o tre mani diverse; Mathieu poi sarebbe invece ritrattista (ritrattista della regina Anna). Un primo gruppo, con la partecipazione di Antonio, è contraddistinto da un certo arcaismo persistente anche negli ultimi quadri, un deciso sostrato fiammingo, una tecnica acuta e fine (oltre i due dipinti del Louvre già ricordati: Ritratto in gruppo della National Gallery di Londra; Interno di studio, della raccolta di Bute, ecc.). Un secondo gruppo, con la partecipazione di Louis, ha una maniera ampia e vigorosa, a toni grigi e bruni, su tela (Pasti; La fucina; Il carretto, del 1641, al Louvre; La preghiera a tavola, del 1624, alla National Gallery; La sosta del cavaliere, al Victoria and Albert Museum di Londra, ecc.). In un terzo gruppo, con la partecipazione di Mathieu, è un fare più libero (Riunione di amatori al Louvre, Danza di fanciulli e Giardiniere già della raccolta Seyssel di Torino, dove erano altre scene contadinesche di forme un po' fiacche).
Molti critici, muovendo dal soprannome di "Le Romain" attribuito a Louis, vogliono attribuire a questi il sentimento stilistico che appare in alcune opere del museo di Reims, particolarmente nella Venere della Fucina di Vulcano opera un po' superficiale, e che insieme col Fanciullo con candela richiama il Honthorst, ma sarebbe più esatto parlare di accademismo, evidente nel Presepio del Louvre; A. sarebbe invece un pittore regionale, incurante della moda; e si rivelerebbe soprattutto nel Pasto di contadini (Louvre), dipinto molto limitato nella scala coloristica, con tonalità grigie preziose.
Confusione poi non è più possibile riguardo Mathieu, morto molto dopo i fratelli; la sua maniera appare, ancor vivi i fratelli, nel Corpo di guardia (1645, Louvre) di fattura più larga; dopo la morte dei fratelli, decade nel manierismo, e alcuni dei suoi numerosi quadri (Riunione d'amatori, Giuocatori di tric-trac) s'avvicinano alle creazioni della scuola di Haarlem, riannodandosi alla tradizione delle bambocciate.
Bibl.: A. Valabrègue, Les frères Le N., Parigi 1904; C. Florisoone, Les frères L., Cayeux-sur-Mer 1906; L. Dimier, La peinture en France depuis le retour de Vouet, Parigi 1926; H. V., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929 (con bibl.); P. Jamot, Les Le N. Biographie critique, Parigi 1929; id., Antoine, Louis et Mathieu Le N., in Panthéon, 1929, pp. 356-62; id., Un tableau religieux inconnu de Louis Le N.: "La Cène"), in Gaz. des beaux-arts, 1930, II, pp. 223-30; S. Kennedy North, The Petwork Le N., in The Burl. Mag., LVIII (1931), p. 277. P. Jamot, Autour. des Le N. Un disciple iuconnu: Jean Michelin, in Revue de l'art anc. et mod., LXIII (1933), pp. 207-18.