Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il periodo delle guerre d’Italia, che dal 1494, anno della discesa di Carlo VIII, giunge al 1516 e alla stipula del trattato di Noyon tra Francia e Spagna, è stato definito “epifania e infanzia del sistema degli Stati europei” (Galasso). Sia la preparazione diplomatica dell’impresa di Napoli da parte del re francese, sia le reazioni che la conquista del regno da parte di Carlo suscita nel complesso degli Stati europei avviano una lunga vicenda di conflitti politici e militari tra gli Stati dell’Occidente europeo, quasi tutti coinvolti nelle vicende che si concludono con l’emergere di un nuovo equilibrio europeo: la Francia acquisisce il Ducato di Milano (1516) e Ferdinando il Cattolico, fin dal 1503, conquista il Regno di Napoli.
La discesa di Carlo VIII
Il momento che segna l’inizio delle lotte per l’egemonia in Italia si fa risalire alla morte di Lorenzo il Magnifico, avvenuta l’8 aprile 1492. Altro elemento determinante riguarda la morte, a distanza di pochi mesi, di papa Innocenzo VIII e l’elezione di Rodrigo Borgia, che viene eletto papa con il nome di Alessandro VI. A turbare l’equilibrio degli Stati italiani influisce, inoltre, la morte di re Ferrante d’Aragona, avvenuta il 28 gennaio del 1494 e la successione sul trono del figlio Alfonso II, osteggiato dalla grande nobiltà feudale del Regno. Ultimo e più conosciuto elemento che sanziona la fine della stabilità del sistema è costituito dal riproporsi di un’antica alleanza tra Ludovico il Moro e il re di Francia Carlo VIII, che garantisce la neutralità del ducato milanese nel caso di una spedizione francese a Napoli per rivendicare l’eredità angioina.
L’operazione di rivendicazione viene pianificata dalla diplomazia francese attraverso la stipula di una ragnatela di trattati internazionali col Regno di Aragona di Ferdinando il Cattolico, che possiede il Regno di Sicilia, con Isabella di Castiglia, con l’imperatore Massimiliano d’Asburgo e perfino con Enrico VII d’Inghilterra. Alla fine di agosto del 1494 Carlo VIII scende in Italia e riceve un’accoglienza amichevole a Pavia da Ludovico il Moro che, a distanza di poco tempo, in seguito alla sospetta morte del nipote, viene riconosciuto come duca di Milano. Intanto l’esercito francese entra in Toscana e Piero de’ Medici firma un accordo umiliante con il sovrano francese, che determina la cacciata dei Medici da Firenze e la proclamazione della Repubblica. Le trattative e la coraggiosa posizione di Pier Capponi alleviano le condizioni che il sovrano francese impone allo Stato fiorentino. Una complessa trattativa consente a Carlo di attraversare senza incontrare difficoltà lo Stato pontificio, barcamenandosi tra le richieste dei cardinali ostili ad Alessandro VI, che avanzano nei confronti del papa accuse di simonia, e le garanzie che al Borgia vengono offerte dai Francesi in cambio della libertà di transito.
Successivamente, Carlo entra nel Regno di Napoli, dove Alfonso, avvertendo il rischio di disfacimento del suo esercito e del suo potere politico, abdica a favore del figlio Ferrante II. Il nuovo sovrano non riesce ad arginare le truppe francesi e la ribellione in atto a opera degli avversari politici filofrancesi, pertanto si rifugia a Messina con la sua famiglia. Alla fine di febbraio del 1495 Carlo VIII entra a Napoli, ma il papa gli nega l’investitura del Regno. Intanto si stipula a Venezia la Lega Santa, tra il Moro, i Veneziani, il papa, i sovrani di Spagna e l’imperatore, organizzando un esercito sotto il comando del marchese di Mantova Francesco II Gonzaga. Lo scontro fra i due eserciti, provocato dal ritiro del sovrano francese, si verifica a Fornovo ai primi di luglio del 1495, ma Carlo riesce a liberarsi e a ritornare in Francia, mentre truppe spagnole, sotto il comando di Consalvo di Cordoba, sbarcano sul continente, sconfiggono le truppe francesi e riportano sul trono Ferrante II. I sovrani aragonesi, però, subiscono la perdita dei porti del regno sull’Adriatico, dei quali si impadroniscono i Veneziani, mentre l’anno successivo il re di Napoli muore senza eredi e gli succede sul trono lo zio Federico. A non aver aderito alla lega antifrancese è la Repubblica di Firenze, poiché fra la sua classe politica serpeggiano orientamenti filofrancesi che hanno come obiettivo la possibilità di garantirsi il controllo egemonico sulla città di Pisa, resasi libera da Firenze e diventata un’appetibile alleata dei Veneziani. Ad accentuare le tendenze filofrancesi fiorentine contribuisce l’azione di Girolamo Savonarola alla guida della città per la sua notoria ostilità nei confronti di papa Alessandro. Il monaco è ritenuto colui che ha profetizzato la calata di Carlo VIII e la caduta dei Medici. Successivamente, lo scontro col papa ne determina la sconfitta politica e la condanna a morte.
Francia e Spagna
La morte di Carlo VIII senza eredi porta, nella primavera del 1498, alla successione al trono del cugino Luigi XII, che si proclama re delle due Sicilie e duca di Milano, riprendendo la politica di intervento in Italia. Egli riesce a sciogliere la Lega Santa, raggiungendo un grande traguardo diplomatico, poiché si accorda con la Spagna, per la comune conquista del Regno di Napoli, con Venezia, a cui cede piccoli territori ai confini con la Lombardia in cambio della conquista francese del Ducato di Milano, con il papa, offrendo concreti privilegi al figlio Cesare Borgia e la prospettiva di aiutarlo a costituire uno Stato nell’Italia centrale. L’accordo tra Veneziani e Francesi produce l’effetto di costringere alla fuga in Germania il duca di Milano e, nell’ottobre 1499, Luigi XII occupa il ducato e pone sotto il suo controllo Genova. Nonostante la reazione che il Moro esprime l’anno successivo, assoldando milizie svizzere e riconquistando Milano, le forze francesi, supportate da un più ampio ricorso a mercenari svizzeri, lo sconfiggono, mandandolo prigioniero in Francia e consentendo la permanenza di re Luigi in Lombardia.
Nel frattempo l’accordo tra Francesi e Spagnoli si traduce nel trattato di Granada del 1500, con il quale Luigi XII e Ferdinando il Cattolico si dividono il Regno di Napoli: al primo toccano Napoli e gli Abruzzi, al secondo le Puglie e la Calabria. L’anno successivo i due eserciti conquistano il regno e costringono alla resa re Federico, il quale, sentendosi tradito dai cugini aragonesi, si consegna al re di Francia. I due vincitori si dividono il regno, ma agli inizi del 1502 insorgono dispute di confine che si trasformano in conflitti militari. Sono due gli episodi che concludono questa fase di conflitti: il primo si svolge a Seminara, in Calabria, dove un corpo di spedizione francese viene sconfitto, alla fine di aprile del 1503, da un esercito spagnolo sopraggiunto dalla Sicilia; il secondo, quasi contemporaneamente, a Cerignola, nelle Puglie, dove il Gran Capitano, Consalvo de Cordoba, si scontra, sconfiggendolo, con il comandante delle truppe francesi, il duca di Nemours. Nel mese successivo gli Spagnoli entrano a Napoli ed estromettono i Francesi dal regno. Solo due anni dopo un trattato tra i due grandi Stati, attraverso il matrimonio tra Ferdinando il Cattolico, vedovo di Isabella, e Germana di Foix, nipote del re di Francia, sanziona il passaggio del regno alla Spagna come vicereame autonomo.
Emerge in questo momento una condizione di equilibrio di sfere di influenza, poiché l’Italia, obiettivo del contendere delle grandi potenze europee, è stata suddivisa: il Ducato di Milano è stato conquistato dai Francesi e il Regno meridionale dagli Spagnoli. Il raggiungimento di un nuovo stato di equilibrio in Italia ha ripercussioni nel sistema dell’equilibrio fra gli Stati europei. Si scatenano, infatti, nuove mire delle altre potenze, le quali tendono a inserirsi nell’ambito della penisola italiana per allargare la propria sfera di influenza, analogamente a quanto hanno compiuto la Francia e la Spagna. A sua volta la Repubblica di Venezia, durante il decennio delle guerre italiane, ha conquistato i porti pugliesi sull’Adriatico e, in un secondo momento, ha acquisito importanti insediamenti sulle coste romagnole, suscitando reazioni spagnole e dello Stato pontificio, che con papa Giulio II vuole assumere il controllo dell’Emilia e della Romagna. L’imperatore Massimiliano d’Asburgo vuole avere un suo ruolo nella penisola italiana e progetta una sua discesa in Italia, viatico per essere incoronato imperatore a Bologna e opportunità per ampliamenti territoriali nella terraferma veneta e nell’Italia centrale.
L’Europa contro Venezia
Nasce, a questo punto, la Lega di Cambrai, tra l’imperatore Massimiliano e Luigi XII di Francia, rivolta contro Venezia. Papa Giulio II è il promotore dell’accordo e vi aderisce nel 1509, scomunicando la Repubblica, ma nello stesso momento vi aderiscono Spagna, Inghilterra, Ungheria, Savoia, Ferrara, Mantova e Firenze. La finalità del trattato è nella spartizione dello Stato veneziano di terraferma. Tutte le potenze del sistema di Stati europei si schierano contro Venezia che da sola, grazie alla sua formidabile flotta, è in grado di tenere testa e di prevalere, almeno sul mare, su tutte le altre potenze messe insieme.
Sulla terraferma, invece, nel maggio del 1509, i Veneziani sono battuti dai Francesi ad Agnadello e le potenze alleate si impadroniscono di territori veneziani. Il patriziato veneto, da parte sua, reagisce con una coerente iniziativa politica, fondata sul principio che è essenziale per la sopravvivenza della Repubblica smembrare la coalizione avversaria. In primo luogo, rinunzia definitivamente, a favore del papa e del re di Spagna, ai porti romagnoli e napoletani e concede a Giulio II libertà di commercio e navigazione nell’Adriatico, liberandosi dall’interdetto papale. Agli inizi del 1510, nasce una nuova alleanza antifrancese: protagonisti, oltre Venezia, sono la Spagna e Giulio II. Il sovrano francese reagisce convocando un concilio, al quale il papa risponde con la convocazione di un altro concilio in Laterano.
Le battaglie degli Svizzeri
Nel frattempo i Veneziani riconquistano la terraferma veneta occupata dall’imperatore d’Asburgo e Massimiliano si allea con la Francia aderendo anch’egli alle iniziative di Luigi XII. Gli anni tra il 1511 e il 1512 sono fra i più drammatici delle guerre d’Italia. In questa fase occupano la scena militare le fanterie svizzere, che vengono assoldate dall’una e dall’altra parte e nella sanguinosa battaglia di Ravenna (1512) svolgono con efficacia il loro compito. È in questo combattimento che Gastone di Foix sconfigge la nuova Lega Santa, ma rimane ucciso sul campo di battaglia. In seguito il suo esercito viene escluso dalla Lombardia e a Milano rientra Massimiliano Sforza , figlio del Moro. Intanto, le truppe della Lega avanzano verso Firenze e i Medici si riappropriano della guida della città con il cardinale Giovanni de’ Medici. La situazione, sul piano dei rapporti fra gli Stati, appare ancora confusa.
Nel febbraio 1516, scompare Giulio II e il conclave elegge al suo posto proprio il cardinale fiorentino, che prende il nome di Leone X. L’Europa vive una condizione di grande mobilitazione di forze. Gli Svizzeri, in questa occasione, passando al servizio degli Sforza rigettano i Francesi al di là delle Alpi e ne minacciano, addirittura, il territorio. Gli Inglesi, alleati della Spagna, penetrano nelle Fiandre e sconfiggono i Francesi nella battaglia degli Sproni. La Francia, però, si riprende quando alla morte di Luigi XII gli succede il giovane cugino Francesco I, che ha la possibilità di mobilitare le risorse del Paese. Contro di lui si schiera una coalizione formidabile, composta dagli Svizzeri, dalla Spagna, dall’imperatore e dal papa. A fianco della Francia si pone Venezia e il giovane sovrano francese valica le Alpi e muove verso Milano. A Melegnano si scontra con gli Svizzeri in una battaglia che dura due giorni. L’aiuto della cavalleria veneta e la genialità di Giangiacomo Trivulzio portano alla vittoria dei Franco-Veneti. Un nuovo equilibrio restaura la pace in Europa. Massimiliano Sforza abbandona il ducato che passa alla Francia e la pace di Noyon (1516), sottoscritta da Francesco I e Carlo I d’Asburgo, succeduto al nonno Ferdinando il Cattolico, definisce i termini di un nuovo equilibrio in Italia, incentrato sull’egemonia delle potenze straniere, che sfaldano definitivamente il sistema degli Stati italiani costituito nell’età di Lorenzo il Magnifico.
La nascita del sistema di Stati europei
Durante le guerre d’Italia, dunque, matura la nascita di un nuovo sistema di Stati, in cui emergono i due assi portanti, costituiti dal Regno di Francia e da quello spagnolo, entrambi insediati nella penisola italiana, attorno ai quali, oltre all’Impero tedesco, formalmente al di sopra ma nella realtà sottoposto ad almeno uno dei due potentati, c’è l’Inghilterra, anch’essa in una condizione di subalternità, nonché gli altri Stati regionali italiani.
Così, come afferma Giuseppe Galasso, si determina un’interdipendenza obiettiva della politica degli Stati che hanno agito nell’Europa durante le guerre d’Italia, pertanto essi si trovano condizionati nel loro comportamento e nelle loro iniziative dalla presenza di una rete di rapporti internazionali. Sono queste condizioni a germinare il nuovo sistema: la stabilità e la regolarità delle relazioni; la dinamica spontanea dei pesi e dei contrappesi per l’esistenza di un gruppo di potenze reciprocamente interferenti; l’inevitabilità delle sfide e delle risposte provocata da questo genere di relazioni. Non si è ancora sviluppata la coscienza del principio di equilibrio delle potenze di livello europeo, ma gli avvenimenti militari e diplomatici che, dalla calata di Carlo VIII fino alla pace di Noyon, si svolgono su vari scenari (soprattutto italiani) contribuiscono a definire gli interessi e le possibilità delle potenze europee le une rispetto alle altre. Emerge, così, una chiara concezione dell’interdipendenza del sistema politico europeo che ha ormai unificato i sistemi regionali precedenti. Intanto si sviluppa la convinzione che la libertà di ciascuna delle potenze e la sicurezza di tutte coloro che operano nel sistema dipendano da un’azione comune contro ogni potenza che sembra acquistare una preponderanza eccessiva. Uno dei fenomeni più interessanti verificatosi nell’Italia di Lorenzo il Magnifico, la nascita di un sistema diplomatico permanente, testimonia, con l’allargamento agli Stati europei delle ambasciate permanenti, come la coscienza dell’esistenza di un sistema di Stati sia divenuta una realtà dell’Europa moderna.