Le deuxième souffle
(Francia 1966, Tutte le ore feriscono, l'ultima uccide, bianco e nero, 150m); regia: Jean-Pierre Melville; produzione: Charles Lumbroso, André Labay per Les Productions Montaigne; soggetto: dall'omonimo romanzo di José Giovanni; sceneggiatura: Jean-Pierre Melville, José Giovanni; fotografia: Marcel Combes; montaggio: Michèle Bohème; scenografia: Jean-Jacques Fabre; costumi: Michel Tellin; musica: Bernard Gérard.
Tre detenuti fuggono dal carcere di Castres. Uno è ucciso. L'ergastolano Gu ‒ non è un giovanotto: ha già quarantotto anni ed era dentro da otto ‒ raggiunge Parigi, dove vivono la sua ex donna, Manouche, e il fidato Alban. Manouche ha preso in gestione un ristorante insieme al suo nuovo compagno, Jacques detto 'il notaio', ucciso però pochi giorni prima da killer marsigliesi. Alban ha risposto al fuoco uccidendone uno: sono agli ordini di Jo Ricci, fratello di un alto esponente della 'mala' meridionale, Paul Ricci. Questi, a Marsiglia, sta preparando l'assalto a un furgone che trasporta due quintali di lingotti di platino. A Parigi i marsigliesi ritornano all'attacco: immobilizzano Alban e chiedono a Manouche una somma ingente. Ma fa irruzione Gu, che libera la donna e Alban, prende prigionieri i due killer, li fa confessare, li fa salire in auto, li uccide e abbandona poi cadaveri e veicolo in un bosco. È incaricato delle indagini l'ispettore Blot, che probabilmente è stato legato in passato a Manouche. Blot, conoscendo Gu, è convinto che non rimarrà sempre nascosto ma vorrà vendicarsi di Jo. Gli tende una trappola, che tuttavia non funziona. Manouche prepara da Marsiglia la fuga in Italia di Gu: lui però, per fuggire, ha bisogno di soldi e una sua vecchia conoscenza del milieu, l'imperturbabile Orloff, gli propone di entrare nel gruppetto che deve portare a termine il colpo contro il furgone del platino. Il colpo riesce, ma muoiono due poliziotti motociclisti. In attesa di ricevere il compenso che Jo gli deve, Gu, impaziente, esce dal suo rifugio e viene avvistato dagli uomini di Blot; li scambia per 'colleghi' di un clan rivale e parla liberamente per difendere Paul Ricci, senza accorgersi di fare dei nomi compromettenti. In seguito a ciò Paul Ricci viene arrestato, Gu si sente un traditore e Fardiano, uomo che usa negli interrogatori metodi di particolare crudeltà, per vendicarsi di Gu, che non vuol parlare, diffonde la notizia che egli ha venduto i suoi compagni. Scontro fra i poliziotti e Gu: questi, ferito, viene piantonato in ospedale. I fratelli Ricci e i loro uomini sono tutti contro Gu, salvo Orloff. Gu vuole vendicarsi ad ogni costo: evade dall'ospedale, cattura Fardiano, armi alla mano lo costringe a scrivere due lettere (alla stampa ed al ministro della Giustizia) in cui il poliziotto confessa come sono andate veramente le cose, e poi lo uccide. Con le lettere in mano, va a far visita ai compagni per dimostrare loro quale sia la verità ma gli uomini del clan Ricci non gli credono. Gu reagisce con violenza, uccide Paul Ricci e due dei suoi uomini e viene poi ucciso a sua volta dai poliziotti accorsi dopo la sparatoria. Arrivano Manouche e Blot, che vede spirare Gu ‒ per il quale ha sempre nutrito una sorta di stima 'professionale' ‒ e trova il carnet con la confessione di Fardiano. Blot, che disprezza il suo collega, lascia cadere di proposito quel testo esplosivo ai piedi di un giornalista che lo vuole intervistare….
Film di costruzione narrativa quantomai incalzante e complessa, ma estremamente scorrevole nella stesura definitiva, Le deuxième souffle è uno dei risultati più alti raggiunti da Jean-Pierre Melville (anche il pubblico fu d'accordo) nell'evocare l'oscuro mondo dei suoi truands: personaggi che in qualche modo prendevano spunto dalla realtà ma non erano realistici (Melville odiava il realismo), e consentivano al regista di mettere in scena l'etica prediletta dei 'samurai' contemporanei, destinati a combattere e a cadere da soli. Un universo minuto e astratto al tempo stesso, disegnato (grazie anche alla straordinaria presenza di alcuni attori essenziali per il cinema francese postbellico, a partire da Lino Ventura e Paul Meurisse) con assoluta perfezione ricostruttiva e insieme con un alto livello di stilizzazione, che conduce al totale ripudio del lato pittoresco-autobiografico così forte nei libri (e nei film) di José Giovanni, autore del romanzo da cui il film prende spunto e occasioni, pur stravolgendole. E che, come soggettista e poi regista, è stato uno dei fornitori più attendibili del genere polar dalla fine degli anni Cinquanta in poi.
Come ampiamente raccontato da Rui Nogueira nel suo libro fondamentale, la complessità dell'intrico narrativo fece sì che Melville attendesse anni prima di 'tradurre' il romanzo in film, ovvero fino a quando, modificando meticolosamente la sceneggiatura, non riuscì a fondere i due tronconi del racconto (quello marsigliese e quello parigino) attraverso l'approfondimento del personaggio chiave di Orloff.
Interpreti e personaggi: Lino Ventura (Gustave 'Gu' Minda), Paul Meurisse (ispettore Blot), Raymond Pellegrin (Paul Ricci), Christine Fabréga (Manouche), Pierre Zimmer (Orloff), Michel Constantin (Alban), Marcel Bozzuffi (Jo Ricci), Paul Frankeur (ispettore Fardiano), Denis Manuel (Antoine), Pierre Grasset (Pascal Léonetti), Jean Négroni (poliziotto), Raymond Loyer (Jacques 'il notaio'), Albert Dagnan (Jeannot Franchi), Jean-Claude Berq, Roger Perrinoz, Jack Leonard, Albert Michel, Nina Michaelsen, Betty Anglade, Regis Autin, Roger Fradet, Jean de Beaumont, Marcel Bernier, Pierre Gualdi.
G. Jacob, Le deuxième souffle, in "Cinéma 66", n. 11, décembre 1966.
F. Vitoux, Le monde des conventions, in "Positif", n. 82, mars 1967.
G. Volpi, Gli eroi neri di Melville, in "Ombre rosse", n. 2, settembre 1967.
E. Comuzio, Tutte le ore feriscono, l'ultima uccide, in "Cineforum", n. 68, ottobre 1967.
R. Nogueira, Le cinéma selon Melville, Paris 1973 (trad. it. Recco 1994).
J. Zimmer, Ch. De Béchade, Jean-Pierre Melville, Paris 1983.
P. Gaeta, Jean-Pierre Melville, Milano 1996.