Le Dark Ages
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Quali che siano state le cause del crollo della civiltà micenea, quella che emerge nel XII secolo a.C. è una società diversa, che non fa più uso della scrittura e non è più organizzata attorno ad un Palazzo. Con il nome di Dark Ages o età oscure si fa riferimento ai secoli compresi tra il crollo della civiltà micenea e la formazione in Grecia della città-stato. La definizione viene introdotta alla fine dell’Ottocento, per indicare come esse, le età oscure, segnassero la fine di una vera e propria età dell’oro, quella micenea – allora considerata come riflessa dai poemi omerici – e l’inizio di un periodo “senza storia”.
Comprese tra due momenti “forti” della storia greca – l’età micenea e quello a cui si attribuisce la formazione della polis – le Dark Ages vengono a essere meccanicamente unificate e considerate come un’unica lunga fase, caratterizzata da povertà, ristagno civile e isolamento culturale.
Nel XII e XI secolo a.C. si verifica in primo luogo un netto mutamento nel modello insediamentale e nelle strategie di sussistenza. La diminuzione che si registra nel numero degli insediamenti, per esempio in Argolide, continua una tendenza già avviata nel XIII secolo. Nel Peloponneso i siti di piccole dimensioni scompaiono e la popolazione si concentra in un numero di centri limitato. L’insediamento risulta estremamente localizzato, e la continuità si riscontra soltanto nei centri con lunga tradizione di occupazione, come Tirinto, Micene e Pilo. Ma si tratta certo di una fase di grande instabilità, come mostrano per esempio il massiccio fenomeno di abbandono di siti in Messenia, Beozia e Tessaglia, e gli indizi di movimenti e spostamenti di gruppi all’interno del continente greco. Nelle Cicladi inoltre, e in Creta orientale, gli insediamenti vengono trasferiti sulla sommità di alture, lontane dalla costa e naturalmente fortificate, a indicare quanto poco sicuro fosse considerato, almeno in Egeo orientale, lo stanziamento in prossimità del mare.
Allo stesso tempo nella Grecia centrale una serie di centri, come Atene e Perati in Attica, Lefkandì in Eubea, Kynos in Locride, mostrano come nel corso del XII secolo si sia formata una società stratificata, che in parte mantiene le caratteristiche delle élite palaziali. Tombe di guerrieri, scene di guerra e figure di guerrieri dipinte su vasi di questa fase indicano come il comando militare fosse socialmente importante. Sopravvivono inoltre il rituale funerario, cioè la sepoltura multipla, e l’attività della caccia, proprie delle élite palaziali, e anche le navi da guerra o da trasporto. Di queste ultime si hanno rappresentazioni pittoriche; e se si considera che il loro allestimento richiede un notevole investimento di ricchezza e forza lavoro, e dunque l’esistenza di una qualche élite in grado di armarle, la conclusione appare scontata. Ci sono dunque indizi precisi per ritenere che nel XII secolo elementi propri del sistema palaziale non solo si sono mantenuti, ma risultano essere stati essenziali per l’organizzazione politico-sociale di alcuni centri.
Un momento di nuova rottura si verifica alla metà circa dell’XI secolo a.C. L’abbandono della pratica della sepoltura multipla e l’avvio di nuove aree sepolcrali in cui predomina la sepoltura individuale sono elementi sostanzialmente nuovi, che compaiono in questo momento. Ma è l’adozione del ferro e della nuova tecnologia a esso legata, fondata sulla fusione del metallo e sulla sua lavorazione allo stato semiliquido, che costituisce il mutamento di più ampia portata. A differenza del rame e dello stagno necessari per ottenere il bronzo, l’approvvigionamento dei quali avveniva tramite Cipro e il Levante, giacimenti di ferro sono piuttosto diffusi in Grecia. E tale circostanza deve certo avere costituito un grande incentivo per l’adozione del nuovo materiale. La tecnica come tale invece sembra che sia stata importata da Cipro.
A partire dalla metà dell’XI secolo a.C. non è possibile individuare uno sviluppo unitario per il bacino dell’Egeo, le singole regioni infatti mostrano di seguire percorsi difformi. Alcune aree, come quelle intorno ad Atene e ad Argo, decollano e in esse si avvia un processo di unificazione regionale. In altre invece si verifica un netto declino: è il caso dell’arco occidentale che va dall’Etolia all’Acaia e alla Laconia. Qui si assiste all’abbandono dei siti usati nel corso del XII secolo e all’interruzione della rete di contatti che legava la Grecia occidentale alle coste dell’Adriatico. Per la Laconia il regresso inizia già dalla fine del XII secolo: la regione sembra infatti spopolata fino alla metà del X secolo. Dalla fine dell’XI e per tutto il X secolo i contatti con le aree circostanti sembrano in Grecia interrotti. Quanto all’organizzazione sociale, ancora una volta, una caratteristica propria dei secoli compresi tra il crollo della civiltà micenea e la formazione della città-stato sta nella difformità esistente tra singoli siti. È in particolare macroscopica la differenza tra centri nei quali si riscontra la presenza di un’organizzazione sociale che non mostra segni chiari di gerarchizzazione, altri invece che mostrano tracce di inusitata concentrazione di ricchezza, altri infine che implicano l’esistenza di un’organizzazione sociale evoluta.
Un rapido cenno ad Atene, Lefkandì ed Eleutherna può rendere più chiare alcune delle differenze esistenti. Posta in prossimità di una grande piana costiera e ininterrottamente abitata fin dal Neolitico, Atene è, insieme con l’Attica, una delle poche aree nelle quali nel corso dell’XI secolo a.C. non ci sono segni di distruzione e si riscontrano anzi segni di espansione: appare verisimile, dunque, che vi sia confluita popolazione in fuga da altre aree.
L’area abitata, in città, è concentrata sulla collina dell’acropoli e attorno a essa, e insieme alla vicina necropoli del Ceramico, in uso dall’XI secolo, mostra l’inesorabile ascesa del centro. L’esistenza di una società articolata è chiaramente riflessa nell’organizzazione funeraria: abbandonata la sepoltura multipla a favore di quella individuale, dalla metà dell’XI secolo, e per tutto il X secolo a.C., a essere seppelliti all’interno dell’area cimiteriale sono esclusivamente individui di status elevato. La comunità appare chiaramente organizzata sulla base dell’età e del sesso, ma con segni dell’incipiente formazione di una élite dai costumi aristocratici.
Atene sviluppa una straordinaria produzione ceramica, inventando anche un nuovo stile (chiamato protogeometrico) che impone alle regioni circostanti, ed è in grado di mantenere contatti transmarini con Creta e Cipro. Dal IX secolo in poi, di nuovo in concomitanza con la nascita di un nuovo stile ceramico, definito geometrico, emergono alcune famiglie che hanno acquisito preminenza rispetto ad altre, come mette per esempio in luce l’accesso a loro riservato ai materiali di metallo e agli oggetti importati dal Levante. L’analisi delle sepolture in chiave sociologica indica inoltre che sia gli uomini sia le donne potevano manifestare l’appartenenza a uno stato sociale elevato.
Situata nell’area centrale dell’isola di Eubea, in prossimità della costa che fronteggia l’Attica e la Beozia, Lefkandì si trova al margine della fertile piana lelantina. È dall’XI secolo a.C. in poi che il centro mostra una notevole crescita economica, riflessa nelle importazioni di ceramica dall’Attica, e di oggetti esotici dal Levante, da Cipro, da Creta. L’insediamento consta di piccoli agglomerati sparsi su un’area piuttosto ampia.
All’interno dell’area cimiteriale, in uso dall’XI al IX secolo, sulla collina di Toumba, sono stati individuati i resti di un grande edificio absidato, lungo più di 40 metri. Al suo interno, al centro, furono ricavate due tombe a fossa. Di esse, una conteneva una doppia sepoltura: un individuo di sesso maschile tra i 30 e i 45 anni, cremato in un’anfora e accompagnato da armi; e una giovane donna inumata con ricchissimi oggetti di corredo, molti dei quali di derivazione orientale. L’altra tomba ha restituito gli scheletri di quattro cavalli. L’edificio di Toumba non venne mai ultimato, e resta irrisolta la controversia, tra gli archeologi, sulla sequenza degli eventi connessi alla costruzione dell’edificio: se cioè l’edificio abbia preceduto le tombe come monumentale abitazione del capo della comunità, o se l’edificio sia stato piuttosto costruito per ospitarle. Quest’ultima sembra l’ipotesi più verisimile, non foss’altro perché si è all’interno dell’area adibita a necropoli.
È certo comunque che l’edificio venne distrutto e i suoi resti livellati; con essi venne poi creato un tumulo la cui sommità fu probabilmente coronata da un grande cratere fittile. Un trattamento questo unico finora nella Grecia delle Dark Ages e che sembra presupporre una dimensione “barbarica” della società: sepolto nell’edificio di Toumba, probabilmente costruito a tal scopo, come una sorta di mausoleo ante litteram, dobbiamo immaginare un esponente dell’élite locale, forse un mercante, in contatto con il Vicino Oriente.
La fortuna di Lefkandì è effimera: a partire dalla fine dell’VIII secolo a.C. non è più l’unico centro della piana lelantina e si trova a competere, fino a soccombere, con Calcide ed Eretria. Dal IX secolo a.C. in poi comunque la Grecia mostra di riprendere il contatto con le aree circostanti (Cipro, Levante, Vicino Oriente) e nelle necropoli greche importazioni dall’Oriente e dal Levante fanno la loro comparsa come oggetti di corredo. D’altra parte la presenza di materiale greco, prodotto ad Atene e a Lefkandì, sulle coste della Siria e del Levante è indice della ripresa dell’attività di scambio.
Situata a poca distanza dalla costa nord-occidentale di Creta, su una collina allungata che si sviluppa dal massiccio dello Psiloritis, la città di Eleutherna, scavata negli ultimi decenni da archeologi greci, ha restituito ampie tracce dell’abitato e della necropoli.
Come per Cnosso, anche l’abitato di Eleutherna appare organizzato per gruppi di abitazioni sparsi nel territorio, ai quali fanno capo, probabilmente, diversi gruppi di sepolture. Sulle pendici della collina è stato messo in luce un edificio rettangolare, del tipo a megaron, in uso dal IX secolo a.C., che potrebbe corrispondere al luogo dove si svolgeva l’amministrazione del centro. La necropoli conferma l’esistenza a partire dal IX secolo di una potente aristocrazia. Anche qui, come a Cnosso, le importazioni dall’Oriente sono comuni. Le tipologie sepolcrali sembrano organizzate per fasce di età: l’inumazione in vaso viene riservata a giovani sotto i 18 anni e anziani sopra i 60, e si riscontra ai margini della zona cimiteriale. Questa appare prevalentemente occupata da pire, tombe a camera e monumenti di maggiore complessità i quali sono esclusivi della “fascia produttiva” della popolazione; all’interno di quest’ultima, inoltre, individui connotati come guerrieri appaiono avere una posizione sociale di rilievo.
L’improvvisa accelerazione in seguito alla quale a partire dalla fine dell’VIII secolo a.C. si formano in Grecia le città-stato deriva dal lento sviluppo sociale ed economico che si verifica nei secoli delle Dark Ages. Sono questi i secoli in cui prendono forma valori, condivisioni ideologiche, forme istituzionali, che saranno alla base dell’ideologia civica, e che confluiranno nella speciale visione che i Greci ebbero della società a loro contemporanea. Un elemento originale di tale visione è il rapporto che essi instaurano con il loro passato, e che si coglie bene anche nel riuso a fini cultuali delle rovine dell’età del Bronzo. È questo un fenomeno che inizia a Creta nel corso delle Dark Ages, e si riscontra successivamente sul continente greco, diventando un comportamento ricorrente fino alla fine del I millennio a.C. Esso rimanda all’esigenza di legittimare da parte di comunità locali in espansione, e in competizione tra loro, l’occupazione del territorio circostante tramite l’appropriazione di monumenti di un passato considerato come glorioso. Ma costituisce allo stesso tempo un filo rosso tangibile, un’altra delle numerose linee di continuità che legano indissolubilmente le acquisizioni dell’età del Bronzo alle realizzazioni della Grecia arcaica e classica.