Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il Quattrocento costituisce l’apogeo del movimento confraternale sviluppatosi nel corso del Medioevo. Nel basso Medioevo e in particolare nel XV secolo le confraternite sono strettamente legate alle corporazioni, godono di notevole autonomia rispetto alle autorità civili e religiose, partecipano attivamente alla vita sociale ed è considerevole il loro contributo allo sviluppo artistico (in pittura, scultura, musica, teatro).
L’Europa delle confraternite
Nella cristianità occidentale le confraternite cui partecipano anche membri ecclesiastici nascono nell’alto Medioevo. A partire dal secolo XII sono i laici, uomini e donne, a esserne protagonisti. Queste associazioni volontarie di fedeli laici con fini religiosi, che favoriscono la ricerca della salvezza eterna, promuovono il culto, indirizzano la carità fra confratelli e verso il prossimo, si diffondono ampiamente nel basso Medioevo. Nella seconda metà del Trecento e nel Quattrocento si può osservare un’importante diffusione e diversificazione del movimento confraternale. L’impulso alla formazione di confraternite è forte sia in momenti di crisi ed epidemie, sia in periodi di crescita demografica e di sviluppo urbano, commerciale e artigianale. Per il secolo XV è documentata la presenza di confraternite in tutta l’Europa: Irlanda, Inghilterra, Portogallo, Spagna, Francia, Svizzera, Belgio, Olanda, Italia, Germania, Polonia, Ungheria, Boemia, Ucraina, Bielorussia, principalmente nelle città, ma anche in numerose zone rurali. Questo ampio movimento associativo, che ha indotto a parlare di “un’antichissima Europa confraternale” (Liana Bertoldi Lenoci, Studi sull’associazionismo laicale in Puglia, 1990), si vedrà poi riorientato e trasformato dalla Chiesa della Controriforma a partire dalla metà del secolo XVI.
Vecchie e nuove devozioni
Le confraternite quattrocentesche mantengono le caratteristiche di quelle precedenti pur rinnovando e ampliando il programma devozionale e diversificando gli obiettivi. Il banchetto in comune nel giorno della celebrazione del santo patrono continua a essere un momento cruciale per la manifestazione della solidarietà interna che, nonostante alcune critiche, non viene messa sostanzialmente in discussione fino alle riforme tridentine del secolo seguente, che pretenderanno di separare il sacro dal profano. Alle confraternite medievali tradizionali indirizzate alla ricerca dell’intercessione del santo patrono in favore dei confratelli, vivi o defunti, se ne aggiungono altre indirizzate verso forme di devozione che esigono una maggiore implicazione personale dei confratelli, come la pratica frequente dei sacramenti, l’orazione, la flagellazione.
Le compagnie di laudesi dell’Italia centrale cominciano a mostrare grande sofisticazione nel canto delle laudi in vernacolo, anche polifonico, come nelle rappresentazioni teatrali, ma l’impulso alla creazione di queste confraternite si va estinguendo. Invece continua e si amplia il movimento penitenziale. Sono numerose le compagnie di battenti che nascono in Italia nel secolo XV e che, verso la fine del secolo, si diffondono largamente nel sud dell’Europa. In Spagna le confraternite della Vera Cruz, che si moltiplicano in molti Paesi, hanno un ruolo fondamentale nell’inizio e nello sviluppo del movimento penitenziale che si articola intorno alla Settimana Santa. La devozione cristologica, anche non penitenziale, si manifesta nelle confraternite dedicate al Corpus Christi e al Santissimo Sacramento. Queste confraternite, documentate dal secolo XIV, che si diffondono nel secolo XV, saranno potenziate come confraternite parrocchiali dalla Chiesa della Controriforma. Il culto dei santi e le devozioni mariane locali continuano a costituire la parte essenziale del mondo confraternale, ma le confraternite contribuiscono in modo decisivo anche alla divulgazione delle devozioni mariane comuni (Assunzione, Concezione, Annunciazione, Sette dolori).
I Domenicani favoriscono in questo periodo, nei loro conventi, la creazione di confraternite dedicate alla Vergine del Rosario. Le confraternite del rosario, che prevedono la recitazione del rosario da parte di laici ed ecclesiastici insieme, mettono radici in territorio germanico e si diffondono in Francia e in Italia. Come le confraternite dedicate al Santo Sacramento, le confraternite del rosario saranno riprese e favorite dalla Chiesa tridentina del secolo XVI.
La carità
Le confraternite esprimono la carità cristiana mediante il culto e la devozione indirizzati a Dio, alla Vergine e ai santi, ma anche attraverso la pratica della carità fra confratelli e verso il prossimo. La carità fra confratelli si manifesta nei momenti di difficoltà della vita – infermità, povertà, vedovanza ecc. –, ma più specialmente nell’ora della morte. Il soccorso in occasione della morte – funerali, sepoltura, orazioni, messe – è fondamentale e comune alla grande maggioranza delle confraternite. Numerose confraternite contano fra le loro attività pratiche caritative indirizzate verso gruppi specifici di bisognosi, che si vanno ampliando a partire dalle opere di misericordia: poveri vergognosi, malati, pellegrini, prigionieri, bambini abbandonati (esposti), ragazze da maritare, condannati a morte (compagnie di giustizia), prigionieri per debiti, vedove, orfani.
Alcune confraternite si specializzano, come l’importante confraternita dei Buonomini di San Martino a Firenze, che si occupa specialmente dei poveri vergognosi. Altre optano per il soccorso ai poveri di Cristo senza distinzioni, come la Scuola della Divinità a Milano, che si occupa di poveri, prigionieri o ragazze da maritare. Già alla fine del secolo XV comincia la rapida espansione delle Misericordias portoghesi, sotto gli auspici della corona, che seguono le orme delle 14 opere di misericordia. Molte città europee contano una o più confraternite che hanno un ruolo rilevante nell’assistenza spirituale e materiale, e altre, più numerose, che si occupano dell’assistenza a gruppi più specifici su scala ridotta.
Composizione sociale
L’associazionismo confraternale si caratterizza per la sua flessibilità e polivalenza, sia nei suoi compiti, sia nella composizione sociale. Nel complesso sono coinvolti individui appartenenti a un’ampia gamma sociale: nobili, artigiani, commercianti, contadini, ecclesiastici, donne, uomini, bambini.
È da notare la partecipazione di ceti intermedi urbani, artigiani e commercianti, il che dà conto della vitalità del fenomeno confraternale nel mondo urbano quattrocentesco.
Associazioni gelose della propria identità collettiva, le confraternite definiscono e limitano l’accesso all’associazione stessa. Alcune ammettono l’ingresso a certi gruppi sociali, altre a gruppi specifici, come accade, fra le altre, per le corporazioni di mestieri. La solidarietà corporativa si somma a quella per nazioni, come avviene, per esempio, per la confraternita di calzolai tedeschi dei santi Crispino e Crispiniano a Roma. All’epoca comincia a essere frequente la formazione di confraternite nazionali nelle città che accolgono forestieri: genovesi a Firenze, fiorentini a Roma, tedeschi a Londra, ungheresi a Cracovia, e così via. Le donne partecipano in tutta l’Europa al movimento confraternale, la loro partecipazione, specialmente per le attività pubbliche e il governo delle associazioni, è però molto variabile ed è in genere limitata rispetto alla partecipazione maschile.
Ci sono anche confraternite specificamente di fanciulli. Sono da notare quelle che sono istituite nel secolo XV e all’inizio del XVI a Firenze, nelle quali i fanciulli vengono preparati per entrare a fare parte della vita pubblica cittadina.