LE CLÉZIO, Jean-Marie Gustave
Scrittore francese, nato a Nizza il 13 aprile 1940 da padre inglese di origine bretone e da madre francese. Un soggiorno in Nigeria a soli 10 anni con il padre medico segna profondamente la sua sensibilità: la ricerca ossessiva d'identità e l'angoscia della solitudine, unite al gusto dell'avventura, faranno da sfondo a tutta la sua opera. Conseguita la laurea in lettere, Le C. insegna nelle università di Bristol e di Londra. Il romanzo Le procès-verbal (1963, premio Renaudot; trad. it., Il verbale, 1965), che narra la storia di Adam Pollo, un solitario ''assoluto'', lo fa entrare fra gli adepti del nouveau roman, anche se questa classificazione rispecchia senza dubbio l'importanza data alla scrittura, ma non la risonanza profonda del tema della solitudine con i suoi risvolti psicologici. Nel 1964 gli viene assegnato il Diplôme d'Etudes supérieures per un lavoro su Michaux. Finito il servizio militare in Thailandia, si reca in Messico e a Panama, frequentando per un certo periodo comunità indiane (Haï, 1971). Nel 1980 gli viene assegnato il premio Paul Morand.
La sua tecnica di romanziere è ben più articolata e complessa di quanto possa sembrare a un primo approccio, come spiega lo stesso autore nel saggio L'extase matérielle (1967). La scrittura ''allo stato bruto'' non è che il mezzo per eccellenza per una ricerca che si rivela per molti aspetti lirica e poetica nei più differenti modi e forme letterari. Ecco allora il tema della città e della civiltà meccanica con il suo fascino e la sua aggressività (Les géants, 1973) e la ''guerra'' che essa dichiara all'uomo, che invece vorrebbe raggiungere ''l'extase matérielle''(La guerre, 1970; Terra amata, 1967; Le livre des fuites, 1969), o anche il mondo dell'infanzia (Mondo et autres histoires, 1978; L'inconnu sur la terre, 1978). È proprio nell'alternarsi ludico di sogno e realtà che il romanziere rincorre l'attimo della magica fusione (La fièvre, 1965; Le déluge, 1966). Il gusto dell'avventura e il viaggio arricchiscono e rinnovano continuamente il suo universo: Voyages de l'autre côté (1975); Désert (1980, 1992; trad. it., 1985); Trois villes saintes (1980); La ronde et autres faits divers (1982); Le chercheur d'or (1985); Voyage à Rodriguès (1986); Sur Lautréamont (1987); Printemps et autres saisons (1989); Onitsha (1991); Etoile errante (1992).
Bibl.: P. Bigongiari, Le Clézio o la secrezione della cosa, in La poesia come funzione simbolica del linguaggio, Milano 1974, pp. 201-09; W. Rupolo, Le Clézio e il linguaggio matematico, in Il linguaggio dell'immaginario, Roma 1979, pp. 217-32; J. Waelti-Walters, Icare ou l'évasion impossible. Étude psychomythique de l'oeuvre de Le Clézio, Sherbrooke 1982; T. Di Scanno, La vision du monde de Le Clézio, Napoli-Parigi 1983; W. Rupolo, Le Clézio, in Letteratura francese. I contemporanei, iii, Roma 1987, pp. 413-20.