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PALAZZI, Lazzaro

di Aldo Foratti - Enciclopedia Italiana (1935)
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PALAZZI, Lazzaro

Aldo Foratti

Architetto e scultore di Lugano, operò dal 1473 al 1508, seguendo gli esempî del Bramante. Per più d'un ventennio (1473-97), fu impiegato nei lavori del duomo di Milano, dove eseguì, insieme con l'Amadeo, le figure dell'altare di S. Giuseppe. A Piacenza eresse le chiese di S. Celso (1478) e di S. Maria di Nazareth (1480); a Lodi fu perito per le fondamenta dell'Incoronata, insieme con Giangiacomo Dolcebuono, e otto anni appresso diede principio al Lazzaretto di Milano, cui si riattese nel 1506, per darvi compimento solo nel 1629. L'edifizio a pianta quadrilatera aveva nel centro la piccola chiesa di S. Carlo, aperta negli otto lati perché gl'infermi potessero vedere il sacerdote durante la messa. I lati del grande ospedale, che servì nel periodo della peste descritta dal Manzoni (1630), misuravano metri 378 × 370, ma nel 1886 la vecchia fabbrica fu abbattuta e una parte degli archi scolpiti e sorretti da colonne riadornò qualche villa privata della Lombardia. Della costruzione non esistono che gli avanzi oggi quasi scomparsi della via Tadino. Dal 1490 il P. fu architetto e ingegnere del ducato di Milano, e la sua autorità di tecnico lo fece richiedere da Bellinzona per due perizie di opere architettoniche, nel 1494 e nel 1498.

Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Lipsia 1932 (con bibliografia).

Vocabolario
làżżaro¹
lazzaro1 làżżaro1 (o làżżero) s. m., ant. – Lebbroso; è un uso antonomastico del nome di Lazzaro, il mendico coperto di piaghe di cui si parla nella parabola del ricco epulone nel Vangelo di s. Luca (16, 19-31), considerato patrono degli...
làżżaro²
lazzaro2 làżżaro2 (o lażżaróne; anche làżżero, lażżeróne) s. m. [dallo spagn. lázaro «povero, cencioso», che ha la stessa origine del sost. prec.]. – Nome col quale in origine gli Spagnoli indicavano spregiativamente i popolani del quartiere...
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