BERIA, Lavrentij Pavlovič
Dirigente bolscevico, nato nella Georgia nel 1899; entrò nel partito comunista nel 1917, prese parte notevole nella rivoluzione di quell'anno, ma fino al 1938 la sua attività non uscì dal quadro della vita politica caucasica, nella quale raggiunse tuttavia posizione eminente, come organizzatore e capo della polizia (1921-31) e segretario generale, prima del Comitato centrale comunista della Georgia, poi di tutta la regione transcaucasica. Alla ribalta della politica di Mosca venne allorché Stalin, soppressa la GPU anche per le deficienze che in essa aveva posto in rilievo il Beria, lo nominò (12 agosto 1938) vice-commissario per la NKVD, erede della GPU, e poco dopo, capo della stessa (8 dicembre 1938); come tale operò espulsioni in massa dal partito comunista e, dopo lo scoppio della guerra con la Germania, tenne con mano ferrea l'ordine interno, estendendo i suoi poteri all'industria degli armamenti. Membro del comitato per la difesa dello stato (1° luglio 1941), vice-presidente del consiglio dei commissarî del popolo, raggiunse il grado di maresciallo, pur non avendo il comando di un'armata. Finita la guerra, la sua stella declinò: nel gennaio 1946 fu sostituito anche nella direzione della NKVD.