lavoratore svantaggiato
loc. s.le m. Chi appartiene a una categoria di lavoratori che ha difficoltà a entrare nel mercato del lavoro senza l’assistenza di agenzie di intermediazione.
• Altri punti qualificanti sono, informa sempre [Cristian] Sesena, «l’aver respinto gli assalti agli scatti di anzianità e ai permessi, soprattutto per i nuovi assunti», «il potenziamento della trattazione territoriale», che permetterà l’inserimento di premi variabili di produzione, e «l’aver stabilito le categorie di lavoratori svantaggiati: gli over 45, per esempio, potranno accedere con più facilità al prolungamento del contratto». (Laura Matteucci, Unità, 20 gennaio 2014, p. 9, Economia) • Impresa sociale è anche il commercio equo e solidale, i servizi per il lavoro finalizzati all’inserimento dei lavoratori svantaggiati, dell’alloggio sociale e dell’erogazione del microcredito. (Luca Liverani, Avvenire, 26 maggio 2016, p. 4, Primo piano) • Nell’intesa governo-sindacati di mercoledì la proposta dell’esecutivo di fissare in 1.300 euro lordi la soglia fino alla quale l’Ape (sociale) è gratuita, per le sole categorie di lavoratori svantaggiati, è stata rifiutata dai sindacati, perché ritenuta troppo bassa. (Valentina Conte, Repubblica, 30 settembre 2016, p. 10).
- Composto dal s. m. lavoratore e dall’agg. svantaggiato.
- Già attestato nell’Unità del 10 febbraio 1980, p. 12, Roma-Regione.