lavoratore sessuale
loc. s.le m. Chi offre prestazioni sessuali in cambio di un compenso in denaro.
• «Dire che le prostitute sono delle povere ragazze, che non sanno quel che fanno, che sono vittime dei clienti significa misconoscere il mestiere», dice Gabrielle Paranza, che esercita dal 1969. «Non si può partire dal principio che siamo tutti sfruttati», aggiunge Loïc, un uomo che si prostituisce in Normandia, membro del sindacato che protegge i lavoratori sessuali. In Francia, le persone che si prostituiscono per strada sarebbero 18-20mila, cui si aggiungono le migliaia di persone che esercitano attraverso i saloni di massaggio, le agenzie di escort, Internet. Solo il 20 per cento di loro sarebbero francesi, l’80 per cento originario dei paesi est-europei e africani. (Giampiero Martinotti, Repubblica, 27 giugno 2012, p. 50) • «Anche un ladro o un assassino, una volta scontata la pena, cessano di essere tali: perché una prostituta si porta addosso in eterno lo stigma sociale, quando la sua professione non è nemmeno reato? In certi luoghi le lavoratrici sessuali pagano le tasse sulla base delle ore lavorate. Succede così che una ragazza sia sex worker dalle 10 alle 13 e magari, nel pomeriggio, bibliotecario» (Enrico Salvatori riportato da Ilaria Solari, Foglio, 13 agosto 2012, p. 3) • Creare spazi per la prostituzione, vie e piazze delimitate, [...] «è l’unica proposta civile che si possa fare per governare il fenomeno del lavoro sessuale su strada nei diritti di tutti» dichiarano Pia Covre ‒ Presidente del Comitato per i diritti civili delle Prostitute e responsabile per i diritti delle lavoratrici e lavoratori sessuali nel direttivo dell’Associazione radicale Certi Diritti ‒ e Yuri Guaiana, segretario del gruppo. (Paola D’Amico, Corriere della sera, 17 luglio 2015, Cronaca di Milano, p. 6).
- Composto dal s. m. lavoratore e dall’agg. sessuale, ricalcando l’espressione ingl. sex worker.
- Già attestato nella Stampa del 6 agosto 1997, p. 34, Cronaca.
> lavoratore del sesso, lavoratrice del sesso, sex worker.