indipendente, lavoratore
Tipologia di lavoratore che si distingue dal lavoratore dipendente (➔ dipendente, lavoratore) per il grado di autonomia decisionale e per l’assunzione di responsabilità. Il lavoratore i. coordina gli impieghi produttivi proponendosi il raggiungimento di un fine aziendale, che di solito è il profitto. Sono lavoratori i. gli imprenditori, i lavoratori autonomi, i professionisti, i coadiuvanti familiari e i cooperatori, nel caso di società cooperative.
Il lavoratore autonomo, in base all’art. 2222 c.c. che disciplina il contratto d’opera, è colui/colei che si obbliga a compiere verso un corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente. Il lavoro autonomo è disciplinato dal codice civile con norme che riguardano l’esecuzione dell’opera, le modalità di determinazione del corrispettivo, le conseguenze nel caso l’opera non sia eseguita in modo esatto, il recesso unilaterale dal contratto e l’impossibilità sopravvenuta dell’esecuzione dell’opera. Tali norme disciplinano, tuttavia, le multiformi tipologie di lavori riconducibili all’area dell’autonomia solo nei casi in cui non sia prevista una disciplina specifica. Il lavoro autonomo è caratterizzato da una configurazione che si può definire a carattere residuale, cioè senza il vincolo di subordinazione, purché la prestazione sia caratterizzata da attività prevalentemente personale. Tale requisito serve a distinguere il lavoratore autonomo dalla figura dell’imprenditore. La distinzione tra lavoro autonomo e dipendente, tuttavia, può non essere semplice, perché non sempre è facile verificare se esista un vincolo di subordinazione. La giurisprudenza ha individuato una serie di indici che rivelano la natura subordinata della prestazione. L’opera del lavoratore autonomo può concretizzarsi nella prestazione di un’attività intellettuale (libere professioni intellettuali quali medico, ingegnere ecc., che generalmente richiedono l’iscrizione a un albo professionale) o nella prestazione di un’attività manuale (artigiano). In Italia la quota di lavoro i. sull’occupazione totale è particolarmente elevata, pari al 31,3% nel 2008, quasi il triplo rispetto alla media europea (13,2% nel 2007). Esistono, inoltre, differenze territoriali notevoli nella sua diffusione, con percentuali pari al 38,5% nel Mezzogiorno e al 27,7% nel Nord-Ovest.
In questo caso il lavoro autonomo può svolgersi secondo modalità analoghe a quelle del lavoro subordinato. Tale forma di lavoro si distingue per la presenza degli elementi della continuità e della coordinazione. La prestazione, quindi, non è subordinata ma neanche totalmente autonoma, essendo generalmente coordinata e, spesso, inserita nell’organizzazione dell’imprenditore committente. Rientrano in queste forme di collaborazione autonoma le collaborazioni a progetto (➔ Biagi, legge).