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LAUTREC, Odet de Foix, visconte di

di Giovanni Battista Picotti - Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)
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LAUTREC, Odet de Foix, visconte di

Giovanni Battista Picotti

Nato, si disse, fra il 1483 e il 1484, ma forse parecchi anni prima, godette già credito presso Luigi XII, da cui ebbe l'ufficio di gran siniscalco di Guienna. Prese parte all'impresa contro Genova (1507) e ai maneggi che prepararono il concilio scismatico di Pisa (1511), ed ebbe dal re l'incarico di scortarvi i cardinali e rimanervi come luogotenente regio. Mandato a difendere Bologna contro Spagnoli e pontifici, combatté valorosamente nella battaglia di Ravenna (11 aprile 1512), vi fu ferito e tenuto per morto. Più largo favore ottenne da Francesco I, anche prima e dopo che fosse amante del re la sorella di lui, Francesca contessa di Châteaubriand; fu creato maresciallo di Francia, venne col re in Italia (1515), difese il ducato di Milano da Massimiliano imperatore (1516), succedette al contestabile di Borbone nel governarlo col titolo di luogotenente generale regio in Italia (maggio 1516); ma, per l'alterigia, il lusso, la severità, non riusci a cattivarsi i Milanesi, né seppe frenare la licenza e la violenza delle truppe, mentre il suo atteggiamento ostile al pontefice fu non ultima causa dell'unirsi di Leone X con Carlo V. Scoppiata la guerra, riuscì a tener fedeli al re gli Svizzeri, pagandoli, in parte, di suo, costrinse imperiali e pontifici a lasciare l'assedio di Parma (settembre 1521); ma, lasciatasi sfuggire l'occasione di schiacciare Prospero Colonna a Robecco sull'Oglio (ottobre), sorpreso dalla rapida avanzata del nemico e minacciato dall'agitarsi delle popolazioni, dovette abbandonare Milano (19 novembre), pur riuscendo a conservare Cremona. Dopo varie fazioni, fu disfatto alla Bicocca presso Milano (27 aprile 1522) per l'impazienza e l'indisciplina degli Svizzeri male pagati, e perdette la Lombardia. Ritornato in Francia, difese contro gli Spagnoli la Guienna, si chiuse e sostenne in Baiona (1523) ed ebbe dal re anche il governo di Linguadoca. Di nuovo in Italia, combatté e fu ferito a Pavia (24 febbraio 1525); dopo il sacco di Roma, ebbe, nel 1527, per desiderio del re d'Inghilterra, il comando dell'esercito d'Italia col titolo di capitano generale della lega antimperiale, apparendo ora egli, già fiero nemico dei preti e degli Italiani, liberatore di questi e del papa. Ricevette la capitolazione di Genova, costrinse il presidio di Alessandria alla resa, prese e saccheggiò Pavia. Secondo gli ordini del re, lasciata da parte Milano, scese per la Romagna e le Marche verso il regno di Napoli; e la sua marcia, quantunque lenta, sia per la mancanza di danaro, sia per le trattative di pace fra l'imperatore e il re di Francia, produsse prima la liberazione di Clemente VII da Castel S. Angelo, poi l'uscita dei lanzichenecchi e degli altri imperiali da Roma. Ottenne facilmente la resa delle città dell'Abruzzo, ma perdette tempo a conquistare la Puglia; e, giunto sotto Napoli con milizie male disciplinate e male pagate, non osò tentarne l'assalto e la strinse col blocco (aprile 1528). Il rivolgersi di Andrea Doria e della flotta genovese a parte imperiale rese impossibile la conquista, che pareva vicina; l'esercito francese, divenuto di assediante assediato, fu decimato dalle malattie; il Lautrec stesso, dopo avere lottato contro l'infermità, venne a morte (15-16 agosto 1528). Il duca di Sessa, nipote di Gonsalvo di Cordova, ne trovò le ossa non onorate di monumento, e provvide, cavallerescamente, a farlo erigere nel 1556, nella chiesa di S. Maria la Nuova di Napoli.

Soldato valoroso e brutale, ritenuto dai contemporanei, forse con non troppo merito, excellentissimo capitanio, fu orgoglioso, testardo, inetto a conservare e a governare uno stato.

Bibl.: Oltre alle storie generali di questo periodo, vedi in particolare: P. de Brantôme, Oeuvres, in Coll. de la Soc. d'hist. de France, III, Parigi 1867; L. Santoro, Dei successi del sacco di Roma e guerra del regno di Napoli sotto Lotrech, Napoli 1858; H. Omont, Les suites du sac de Rome par les impériaux et la campagne de Lautrech en Italie, in Mélanges d'archéol., 1896; B. de Chanterac, Odet de Foix vicomte de L., in Revue des questions historiques, CX (1929), p. 257; CXI (1929), p. 7 segg.

Vedi anche
Prospero Colónna Colónna, Prospero. - Capitano di ventura (Lavinio 1460 circa - Milano 1523); come il cugino Fabrizio, servì Carlo VIII e poi Ferdinando II d'Aragona contro di questo. Nominato gran connestabile dal re Federico I, al momento dell'invasione francese passò al servizio della Spagna: durante questa guerra ... Trivùlzio, Gian Giacomo, detto il Magno Trivùlzio, Gian Giacomo, detto il Magno. - Generale (Milano 1441 - Arpajon, Chartres, 1518), figlio di Antonio; fu inviato con Galeazzo Maria Sforza al soccorso di Luigi XI (1465), quindi, dopo varie altre imprese, al soccorso di Ferdinando d'Aragona (1486). Allontanato da Milano da Ludovico il Moro, ... Ávalos, Alfonso d', marchese di Pescara e del Vasto Ávalos ‹àbℎa-›, Alfonso d', marchese di Pescara e del Vasto. - Generale (Ischia 1502 - Vigevano 1546); al servizio dapprima del cugino Ferdinando Francesco, alla morte di questo ne ereditò il marchesato (1525). Prigioniero, nella sconfitta subita nel 1528 nel golfo di Salerno dalla flotta castigliana, ... Francésco II Sforza duca di Milano Francésco II Sforza duca di Milano. - Secondogenito (n. 1495 - m. 1535) di Ludovico il Moro; esule in Germania durante l'occupazione del ducato da parte francese, fu messo sul trono nel 1521 dalla lega tra Carlo V e Leone X. Accusato di tradimento su denuncia del marchese di Pescara nel 1525, ebbe lo ...
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    Maresciallo di Francia (n. 1485 - m. Napoli 1528), servì Luigi XII e Francesco I. Distintosi a Ravenna (1512) e a Brescia (1516), fu fatto governatore del Milanese. Sconfitto alla Bicocca (1522), poté discolparsi ed ebbe affidato il governo della Linguadoca, che protesse contro l'invasione spagnola ...
Vocabolario
viscónte
visconte viscónte s. m. (f. -essa) [dal provenz. vesconte, che è dal lat. mediev. vicecomes -comitis, comp. del lat. vice «in luogo di» (v. vice-) e comes -mĭtis «conte» (v. conte)]. – 1. Titolo nobiliare, frequente in Francia e in Inghilterra...
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
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