LAURENTI
Famiglia di musicisti bolognesi.
Il capostipite fu Bartolomeo Girolamo, nato a Bologna nel 1644 o 1645, allievo di Ercole Gaibara e di Giovanni Benvenuti, pionieri della scuola violinistica bolognese. Nel 1666 figura quale socio cofondatore dell'Accademia filarmonica con la qualifica di "sonatore". Nel gennaio 1669 entrò nella cappella di S. Petronio come terzo violino; promosso secondo nel 1673, mantenne tale ruolo fino al 1695 - quando le attività vennero drasticamente ridotte per dissesto finanziario - poi di nuovo dal febbraio 1701 fino alla giubilazione nel giugno 1706. Gli venne data l'opportunità di riscuotere il pieno salario fino alla morte, in segno di particolare gradimento. Dopo il 1701, pare che in qualche occasione svolgesse di fatto funzioni di primo violino in collaborazione con il solista ospite Giuseppe Torelli. In vari periodi fu contemporaneamente al servizio della chiesa gesuitica di S. Lucia e di altre istituzioni ecclesiastiche bolognesi. Da ottobre a dicembre del 1671 aveva inoltre prestato servizio, sempre come violinista, nell'effimera "banda di viole" del Concerto palatino. Penna lo definisce "scientissimo nel contrapunto" e lo accredita di esibizioni concertistiche "in varie città cospicue d'Italia, possedendo francamente lo stile serio e da chiesa". Ebbe numerosi allievi, ma per quanto riguarda A. Corelli, egli ne fu più probabilmente condiscepolo alla scuola di Benvenuti e non maestro, come invece pretendeva una tradizione raccolta, fra gli altri, da Charles Burney.
Bartolomeo Girolamo morì a Bologna il 18 genn. 1726.
Nelle 12 composizioni dell'op. I - duetti da camera privi di basso continuo - è felice l'invenzione tematica che, come già fece notare Vatielli, anticipa con sorprendente precisione taluni sviluppi dell'idioma corelliano. Affinità agogiche e di condotta sono evidenti soprattutto nei movimenti introduttivi (per esempio fra la sonata op. I n. 7 di Bartolomeo Girolamo e la op. V n. 1 di Corelli, o fra la op. I n. 11 del primo musicista e la op. V n. 6 del secondo). Le sonate di Bartolomeo Girolamo, strutturate come suites di tre movimenti di danza costantemente preceduti da un'introduzione lenta, sono sovente monotematiche e ricorrono per esteso al procedimento della variazione. L'ultimo movimento è in genere un minuetto; una significativa eccezione è rappresentata dalla n. 3, che termina con una sarabanda sul noto tema della "follia di Spagna", dove l'intreccio virtuosistico delle parti si sostiene su di un semplice tetracordo discendente usato in funzione di basso ostinato.
Musica strumentale: Suonate per camera a violino, e violoncello… Op. I, Bologna 1691 (ed. moderna a cura di P. Allsop, Exeter 1993); una sonata in Sonate per camera a violino e violoncello di vari autori, incise da C. Buffagnotti, s.l. né d. (ma Bologna 1695 circa; ristampa Amsterdam 1698; ed. in facsimile Bologna 1974); Sei concerti a tre, cioè violino, violoncello ed organo…, Op. II, 1720 (perduta); arrangiamenti moderni non autentici di alcune sue sonate, a cura di F. Vatielli (Bologna s.d.) e Á. Pejtsik (Budapest s.d.). Varie composizioni oratoriali attribuitegli da precedenti lessicografi sono invece opera di suo figlio Pietro Paolo.
Discografia: Suonate per camera… Op. I, Ensemble Orfei Farnesiani, cd Tactus.
Rocco, nato a Bologna intorno al 1649 fu forse fratello di Bartolomeo Girolamo. Allievo di don A. Filippuzzi, fu a lungo organista di S. Lucia e, approssimativamente dal 1675 al 1692, della chiesa di S. Maria dei Servi. Dal 1687 fino alla morte fu inoltre "maestro di sonare" al conservatorio femminile degli Esposti. Nel 1691 concorse senza fortuna al posto di secondo organista in S. Petronio. Fu inoltre socio cofondatore dell'Accademia filarmonica, per la quale produsse alcune composizioni vocali sacre (perdute; elenco in Penna). Insegnò a suonare il clavicembalo a Giacomo Antonio Perti, futuro maestro di cappella a S. Petronio. Morì a Bologna nel 1709.
Domenico Maria, nato a Bologna intorno al 1655, cantante evirato, fu forse anche lui fratello di Bartolomeo Girolamo. Fanciullo cantore a S. Petronio, fu allievo di G.M. Predieri e debuttò prima di compiere quindici anni, dando prova di grandi doti naturali. Prestò servizio come soprano presso la cappella imperiale di Vienna dal gennaio del 1672 al 1684, anno in cui tornò a Bologna, si aggregò all'Accademia filarmonica e venne assunto come solista dalla cappella della cattedrale metropolitana di S. Pietro. Tentò anche la via delle scene: nel 1686 lavorò a Ravenna con una compagnia buffa bolognese, ma sembra che questa esperienza non abbia avuto un seguito. Morì a Bologna nel 1730.
Pietro Paolo, figlio di Bartolomeo Girolamo, nacque a Bologna il 26 ag. 1675; è infondata la notizia riportata da Fétis che lo vuole frate francescano. Allievo di Perti, fu aggregato all'Accademia filarmonica nel 1698 come "sonatore" e, poco dopo promosso all'ordine dei compositori, vi rivestì la carica di "principe" nel 1701 e nel 1716. Almeno dal 1703 al 1714 servì come maestro di cappella il collegio dei nobili, gestito dai gesuiti. Dall'aprile del 1692 era entrato a S. Petronio come terzo violino e dopo qualche tempo fece domanda per passare al ruolo di viola. La sua richiesta venne accolta alla ricostituzione della cappella nel febbraio del 1701; fu prima viola dal 1707 e restò in servizio fino al febbraio 1712.
Una sua assenza nei documenti bolognesi fra l'inizio del 1712 e la primavera inoltrata del 1714 potrebbe collimare con le vaghe notizie del viaggiatore di Francoforte J.F. von Uffenbach (Preussner) circa il maggiore dei due fratelli "Laurenzi", da lui uditi in casa Calderini il 22 marzo 1715: un violinista "incomparabile" che riuniva le migliori caratteristiche degli stili italiano e francese, avendo soggiornato "lungo tempo" in Francia al servizio del "cardinale de Rohan" (A.-G.-M. de Rohan-Soubise, vescovo di Strasburgo dal 1704, cardinale dal 1712). In effetti gran parte dell'attività di Pietro Paolo fra il 1701 e il 1711 si svolse sotto il patrocinio, attestato da libretti e da notizie di cronaca, del conte senatore Filippo Giuseppe Calderini, dilettante di liuto e di violino nonché generoso mecenate di accademie (gli Instabili), confraternite (Ss. Crocefisso del Cestello, Ss. Sebastiano e Rocco) e teatri (Formagliari).
Intensa, seppure di minor rilievo, la sua carriera di cantante operistico, che si protrasse dal 1711 fino alla morte, con 15 allestimenti documentati nei teatri di Bologna, Piacenza, Mantova, Firenze, Livorno, Brescia e Venezia, perlopiù in piccoli ruoli di tenore serio.
Morì a Bologna il 25 marzo 1719.
Sempre idiomatico e fantasioso nella scrittura per strumenti ad arco, Pietro Paolo si rivela non meno scaltrito nella composizione vocale, capace di passare con facilità da uno stile rigorosamente contrappuntistico (nel Domine ad adiuvandum, a 8 voci) a forme più libere ed espressive in stile concertato (Confitebor, a 3). Notevoli in quest'ultimo la condotta assai fiorita delle parti vocali, i bei cantabili nei quali si sviluppa il gioco con i soli della compagine orchestrale (violino e violoncello), il descrittivismo della breve sezione "Sanctum et terribile", impostata su di una ritmica concitata e sul massiccio contrasto di blocchi omofonici.
Opere, lavori drammatici minori, musiche di scena (tutti perduti): Attilio Regolo in Affrica, dramma per musica (libretto di Tommaso Stanzani, Bologna, palazzo Bevilacqua, carnevale 1701; Esone ringiovinito [sic], "trattenimento per musica" (Id., ibid., palazzo Albergati, 1706); L'Iride dopo la tempesta, overo Le gioie della pace dopo l'irrequietezza della guerra (ibid., teatro del collegio dei nobili, 1709); Li diporti d'amore in villa, "scherzo drammatico rusticale" in vernacolo bolognese (Antonio Maria Monti, ibid., teatro del Pubblico, 1710; spesso citato come Sabella mrosa d'Truvlin); musiche per "una giostra all'incontro" commissionata dalla contessa Calderini e dalla marchesa Zambeccari (ibid., piazza Maggiore, carnevale 1710); Il teatro in festa, "pubblica accademia teatrale" (ibid., collegio dei nobili, 1714).
Oratori (perduti salvo diversa indicazione): La conversione alla santa fede del re di Bungo giap[p]onese (libretto di Giovanni Tedeschi, Faenza, chiesa dei gesuiti, 1703); Sospiri del cuore umano nella nascita del Redentore (libretto di Stanzani, Bologna, S. Maria di Galliera, 1703); S. Radegonda regina di Francia (libretto di Giovanni Battista Taroni, ibid., s.l. 1703); un'aria nell'oratorio con musica di vari autori I trionfi di Giosuè (Giovanni Pietro Berzini, Firenze, Compagnia della Purificazione, 1703 [ab inc. 1704]); I pastori al presepio (Gasparo Mariano Lenzi, Bologna, S. Maria di Galliera, 1704); La Croce esaltata (don Giuseppe Mazzoni, ibid., Compagnia del Ss. Crocefisso del Cestello, 1704); L'eloquenza del mare, o sia La predica a' pesci (libretto di Ascanio Armi, ibid., 1705); La fede consolata (libretto di Stanzani, ibid., 1705); Mosè infante liberato dal fiume (Id., ibid., sala Monteceneri Desideri, 1707; la parte di "violino primo principale" si conserva in manoscritto a Bologna, S. Maria di Galliera); S. Sebastiano (Id., ibid., Arciconfraternita dei Ss. Sebastiano e Rocco, 1710); Li giochi di Sansone (libretto di Giacomo Antonio Bergamori, ibid., S. Maria di Galliera, 1718); Il bambino Gesù in braccio a s. Felice di Cantalice (librettista, luogo e data sconosciuti).
Musica sacra manoscritta: tra il 1701 e il 1717, vari salmi, mottetti e movimenti di messa per le feste annuali dell'Accademia filarmonica (perduti; l'elenco è in Penna); Domine ad adiuvandum, compieta a 2 voci, datata 1699 ("esperimento d'aggregazione" all'Accademia filarmonica, Bologna, Accademia filarmonica); Confitebor, a 3 voci e orchestra (ibid., S. Maria di Galliera); Domine ad adiuvandum, a 8 voci con archi e trombe (Münster, Bischöfliches Priesterseminar, Santini Sammlung).
Musica strumentale a stampa: 1 sonata in Corona di dodici fiori armonici… a tre strumenti (Bologna 1706; ed. in facsimile Bologna 1974). Musica strumentale manoscritta: 2 sonate per violoncello e basso continuo (Wiesentheid, Sammlung Schönborn-Wiesentheid); 1 sinfonia a 4 (Vienna, Österreichische Nationalbibliothek).
Girolamo Nicolò, figlio di Bartolomeo Girolamo, nacque a Bologna il 4 giugno 1678. Allievo del padre nel violino, si perfezionò nella composizione con G. Torelli e Tommaso Antonio Vitali. Aggregato nel 1698 all'Accademia filarmonica nell'ordine dei "sonatori", fu promosso nel 1710 a quello dei compositori. Nella cappella di S. Petronio entrò come secondo violino nell'ottobre 1706, in sostituzione del padre giubilato e con la sua stessa paga; passò a primo violino nel 1709 e continuò a prestarvi servizio fino alla morte. Nel 1734 il maestro di cappella G.A. Perti gli affidò mansioni di coordinamento organizzativo. Come suo padre, contemporaneamente prestò per lungo tempo servizio presso la chiesa di S. Lucia e formò numerosi allievi, tra i quali spicca il torinese Giovanni Lorenzo Somis. Lasciò, secondo la testimonianza di Penna, una vasta produzione manoscritta, limitata tuttavia al genere strumentale (fra l'altro una ventina di "sinfonie" destinate all'Accademia filarmonica), ma la sua fama di interprete si impose largamente su quella di compositore.
Nel febbraio del 1726 il flautista e compositore tedesco Johann Joachim Quantz lo udì dirigere l'orchestra del teatro veneziano di S. Giovanni Grisostomo ed espresse su di lui un giudizio pieno di ammirazione. Il viaggiatore Charles de Brosses, che visitò Bologna nel settembre 1739, lo ricorda alla stregua di un'attrattiva turistica come "le violon Laurenti, célèbre virtuose" (lettera XXI). Il cronista Ubaldo Zanetti, nel suo Diario, conservato manoscritto nella Biblioteca universitaria di Bologna, così lo elogiava all'indomani della morte: "morì improvvisamente il Signore Girolomo Laurenti, primo sonatore da violino di questa città, con dispiacere universale di tutti". Accenti di stima e testimonianza di rapporti professionali pregressi emergono anche dal commento di G. Tartini in una lettera indirizzata a padre G.B. Martini (da Padova, 4 febbr. 1752): "mi duole assai della perdita di un uomo, che faceva onor grande e riputatione somma al nostro mestiere, e ch'era mio buon Padrone" (Bologna, Civico Museo bibliografico musicale, Carteggi martiniani). Del resto già Schering aveva accennato a stilemi comuni fra i due compositori.
Una valutazione del percorso stilistico di questo longevo autore richiederebbe una più precisa datazione delle sue non poche composizioni superstiti. Pare comunque evidente in alcuni concerti un graduale abbandono dell'ideale cameristico e contrappuntistico, ancora fondato sulla sonata a tre e sul concerto grosso, in favore di un solismo più esibito e di una maggiore omofonia della scrittura orchestrale, così da accostarsi a quella koinè postvivaldiana che da Venezia mosse alla conquista dell'Europa negli anni Trenta del Settecento.
Morì a Bologna il 25 dic. 1751.
Musica a stampa: 1 sonata in Corona di dodici fiori armonici… a tre strumenti (Bologna 1706; ed. in facsimile ibid. 1974); 6 Concerti a tre violini, alto viola, violoncello e basso, Op. I, Amsterdam s.d. [1727]; inoltre nei carteggi di padre G.B. Martini (1745) si accenna a trattative già molto avanzate di Girolamo Nicolò con l'editore De La Coste, successore ad Amsterdam del Le Cène, per la pubblicazione di sei concerti "a violino obbligato", ma non è noto se il progetto sia andato a buon fine. Tre concerti presumibilmente appartenuti a questa serie sono elencati, in forma di partitura manoscritta, nel catalogo del lascito di Nicolas Selhof, a sua volta erede di De La Coste.
Musica manoscritta: 4 concerti (Dresda, Sächsische Landesbibliothek); 2 concerti a 4 per archi (Manchester, Henry Watson Library; parzialmente autografi); 1 concerto per archi e organo (Bologna, Archivio musicale di S. Petronio; parzialmente autografo); 1 sonata per violino e basso continuo; 1 sonata per violino e violoncello (Vienna, Österreichische Nationalbibliothek); raccolta contenente 25 ricercari a violino non accompagnato, una toccata, una furlana e una sonata a violino e basso continuo (Venezia, Conservatorio di musica B. Marcello; ed. moderna: G.N. Laurenti, Ricercari, Paris s.d.).
Angelo Maria, figlio di Bartolomeo Girolamo, nacque a Bologna il 28 giugno 1688. Allievo del fratello Pietro Paolo, nel 1707 venne assunto al suo fianco come violista nella cappella di S. Petronio, rimanendo in ruolo fino al 1741. Nel 1711 risulta già attivo come organista presso il convento di S. Cristina della Fondazza, rinomato per le sue monache musiciste (cfr. Monson). Nel 1713 fu ordinato sacerdote. Nel 1742 divenne coadiutore del primo organista Domenico Sgabazzi, giubilato, e dal 1744 alla morte fu organista titolare. Il suo oratorio L'Attalia (libretto anonimo) venne rappresentato a Bologna nel 1716 a S. Maria di Galliera. Morì a Bologna nel 1764.
Lodovico Filippo, figlio di Bartolomeo Girolamo, nacque a Bologna il 28 maggio 1693. Fu allievo del padre e del fratello Girolamo Nicolò per il violino, del fratello Pietro Paolo e di Girolamo Consoni per la composizione; studiò inoltre la tromba marina, il violoncello e altri strumenti ad arco. Era lui, con ogni probabilità, "der jüngste Laurenzi" udito da Uffenbach nel 1715 come violoncellista e interprete di un assolo di propria composizione sulla viola d'amore, durante un concerto a palazzo Calderini (Preussner). Aggregato all'Accademia filarmonica nel 1717, si pose sotto la protezione del conte Sicinio Pepoli, clavicembalista dilettante e potente mecenate teatrale, cui dedicò una collezione di 12 sonate per violoncello. Entrò come violista a S. Petronio nel 1712 in sostituzione del fratello Pietro Paolo e vi rimase in ruolo fino al 1724. Nell'agosto del 1725 partì per Lisbona, dove sarebbe rimasto per oltre otto anni al servizio della corte, compiendo altresì acclamate tournées concertistiche in Spagna, Francia, Olanda e Inghilterra. Tornato a Bologna in buone condizioni economiche, si dedicò all'insegnamento, collaborando con i prestigiosi collegi di S. Luigi, Montalto e dei nobili. Nel 1753 si trattenne per qualche tempo a Roma. Penna ne elogia la versatilità ("il veloce spirito"), nonché "il forte possesso della musica, sì da chiesa, come da teatro". Morì a Bologna nel 1757.
Oratori: La morte di Maria Estuarda [sic] regina di Scotia (libretto di Giovan Battista Grappelli, Bologna, S. Maria di Galliera, 1718). Musica strumentale: Suonate da camera pel violoncello e basso…, Op. I (s.l. né d. [ma Bologna 1721]; ed. in facsimile Bologna 1980). Discografia: Suonate da camera per violoncello e basso (Sarah Freiberg, violoncello; Michael Sponseller, clavicembalo e violoncello), cd Centaur.
Antonia Maria (detta "la Coralli" o "la Corallina"), forse figlia di Bartolomeo Girolamo, nacque a Bologna poco prima del 1700. Debuttò come contralto nel 1714 a Padova, interpretando nel quinquennio successivo una quindicina di ruoli di crescente rilievo nei teatri di Bologna, Firenze e altri centri minori dell'Italia settentrionale. Nel 1719 il violinista Francesco Maria Veracini la scritturò per conto della corte di Sassonia nella prestigiosa compagnia di canto (F. Bernardi detto Senesino, Giuseppe Boschi, Vittoria Tesi) che doveva allietare le feste nuziali del principe Federico Augusto con l'arciduchessa Maria Josepha d'Asburgo. Tornata da Dresda con il rispettabile compenso di 2375 talleri e il titolo di "virtuosa del re di Polonia" (Augusto il Forte, elettore di Sassonia e re di Polonia), continuò la propria carriera nei teatri di Venezia, Torino, Milano, Bologna e Genova. Di particolare rilievo in questa fase alcune sue interpretazioni al teatro S. Angelo di Venezia, che le valsero però le polemiche allusioni di Benedetto Marcello ne Il teatro alla moda (1720). Nel 1726 un invito propiziato dal circolo vivaldiano dell'impresario Antonio Denzio la condusse a Praga al servizio del conte Franz Anton von Sporck, mecenate teatrale. Là conobbe il tenore Felice Monticelli detto Novelli, che divenne suo marito (8 marzo 1727) e compagno d'arte per la maggior parte della di lei successiva carriera in Italia e in un'ulteriore tournée Oltralpe (a Klagenfurt nel 1737). La sua ultima comparsa pubblica ebbe luogo a Ferrara nel 1741, mentre Novelli restò sulle scene per un altro ventennio. Sconosciuti sono luogo e data di morte.
Di altri musicisti dello stesso cognome non è possibile ipotizzare l'appartenenza alla famiglia: Pietro Laurenti, attivo come cantore a Chartres intorno al 1650, pubblicò una messa a 4 voci (Parigi 1659); Giovanni Battista Laurenti, nominato "chierico del canto" in S. Petronio il 23 marzo 1685; Leonardo Laurenti (circa 1685 - post 1711), attivo come trombettista nella cappella veneziana di S. Marco; Saverio Laurenti, operista attivo a Venezia intorno al 1760.
Rimangono inoltre di incerta attribuzione alcuni lavori musicali conservati in fonti manoscritte: 2 concerti per archi attribuiti a "Laurentzi" (Lund, Biblioteca universitaria, Kraus); 1 sonata a violino e violoncello ("Laurenti"; Einsiedeln, Biblioteca dell'abbazia); 2 sinfonie per archi e corni ("Sig.r Laurenzo"; Bruxelles, Biblioteca del conservatorio); 1 salmo Laudate pueri, per soprano, basso, archi, tiorba e continuo, datato 1724 ("Laurenti"; Praga, Archivio dei Cavalieri crociati presso la chiesa di S. Francesco Serafico).
Fonti e Bibl.: Bologna, Archivio arcivescovile, Libri baptizatorum (della cattedrale metropolitana di S. Pietro), ad annos; Ibid., Archivio della Fabbriceria di S. Petronio, Mandati, ad annos; Suppliche, ad annos; Ibid., Civico Museo bibliografico musicale, Carteggi martiniani, passim; Miscellanea Gaspari, UU. 12.1-4, passim; Ibid., Biblioteca universitaria, Mss., 3832: Diario di ciò, che va succedendo giornalmente in Bologna dal dì 7. Agosto 1750. a… [10 febbr. 1754] scritto di mano di me Ubaldo Zanetti, c. 43, ad diem 26 dic. 1751; Ch. de Brosses, Lettres familières écrites d'Italie en 1739 et 1740 (1799), a cura di Y. Bezard, Paris 1931, lettera XXI; O. Penna [attribuito erroneamente a G.B. Martini], Catalogo degli aggregati della Accademia filarmonica di Bologna, a cura di A. Schnoebelen, Bologna 1971, ad voces; J.J. Quantz, Lebenslauf vom ihm selbst entworfen, in F.W. Marpurg, Historisch-kritische Beiträge zur Aufnahme der Musik, I, Berlin 1755, p. 232; Catalogue d'une trèsbelle bibliothèque de livres… auquel suit le catalogue d'une partie très considérable de livres de musique… deslaissez par feu monsieur Nicolas Selhof, La Haye 1759, lotti 2395-2397; A. Schering, Geschichte des Instrumentals-Konzert bis auf die Gegenwart, Leipzig 1927, p. 99; F. Vatielli, Il Corelli e i maestri bolognesi del suo tempo, in Rivista musicale italiana, XXIII (1916), pp. 173-200, 390-412 passim; E. Preussner, Die musikalischen Reisen des Herrn von Uffenbach, Kassel-Basel 1949, pp. 73 s.; L. von Köchel, Die kaiserliche Hof-Musikkapelle in Wien von 1543-1867 (1869), Hildesheim-New York 1976, ad ind.; D.D. Freeman, The opera theater of count Franz Anton von Sporck in Prague (1724-35), dissertazione, University of Illinois at Urbana-Champaign, 1987, pp. 149-158; O. Gambassi, Il concerto palatino della Signoria di Bologna, Firenze 1989, pp. 265-269; C. Vitali, "La scuola della virtù delle Zitelle". Insegnamento e pratiche musicali fra Sei e Ottocento presso il conservatorio degli esposti di Bologna, in I Bastardini. Patrimonio e memoria di un ospedale bolognese, a cura dell'Amministrazione provinciale di Bologna, Bologna 1990, pp. 105-137; C.A. Monson, Disembodied voices: music and culture in an early modern Italian convent, Berkeley-Los Angeles 1995, p. 217; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, V, p. 230; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XIV, pp. 381 s.