Lattanzio
Retore africano (fine sec. III - primi decenni IV), insegnante di latino a Nicomedia in Asia Minore, dove si convertì, al tempo di Diocleziano.
Più tardi Costantino lo volle alla sua corte come precettore dei figli. Dopo il 317 non abbiamo altre sue notizie. Fra le varie sue opere ebbero particolare risonanza le Divinae Institutiones, ampia opera apologetica in 7 libri, in cui la sistematica confutazione della religione pagana si accompagna con un'esposizione della fede cristiana piuttosto superficiale e in più punti anche dottrinalmente confusa e non esatta. Già nel VI secolo gli fu attribuita la paternità del De Ave Phoenice, un poemetto che descrive la vicenda del mitico uccello che rinasceva dalle sue ceneri e in cui i cristiani per tempo videro un simbolo della morte e della resurrezione di Cristo. Queste due opere assicurarono a L. una certa notorietà, dovuta più al suo stile raffinato, per cui è stato denominato ‛ Cicerone cristiano ', e alla comprensività del suo scritto maggiore, che alla profondità e originalità di pensiero. Comunque la sua fama fu sempre nel Medioevo molto al disotto di quella raggiunta dai grandi padri della Chiesa latina. In sostanza, L. fu sempre letto, ma mai molto letto. Di ciò fa fede anche il non grande numero di manoscritti che ci hanno tramandato le sue opere. Sappiamo comunque che esse erano conosciute da Azzone di Vercelli, Alano di Lilla, Abelardo, Teodorico di S. Trond.
L. interessa in questa sede soltanto perché alcuni commentatori, antichi e moderni, hanno visto in lui quello avvocato de' tempi cristiani / del cui latino Augustin si provide (Pd X 119-120). Ma si tratta d'interpretazione tutt'altro che certa. Si sono fatti anche i nomi di Ambrogio, Tertulliano, Paolino da Nola, Mario Vittorino e Paolo Orosio. Soprattutto quest'ultimo nome ha molte più probabilità di cogliere nel segno, dato il rapporto delle sue Historiae col De Civitate Dei di Agostino. É stato anche proposto (cfr. G. Brugnoli, in " Cultura neolatina " XXVII [1967] 126 ss.) il tramite di Latt. Inst. II II 18 per il riecheggiamento di Pers. Sat. I 1 in Pd XI 1-3, sulla base di precisi raffronti di carattere formale.