lattacidemia
Concentrazione di acido lattico nel sangue. Più generalmente, lo stato di acidosi metabolica indotto da accumulo di acido lattico. La l. ha notevole importanza nello sport in quanto il suo aumento è espressione di un cambiamento delle vie metaboliche utilizzate per ottenere energia, passando da quelle aerobiche a quelle proprie anaerobiche, produttrici di acido lattico. Il cambiamento è rilevante dal punto di vista dell’esecuzione del gesto atletico perché gli innalzamenti della concentrazione di tale acido nel sangue sono strettamente correlati con la fatica (➔) e dunque con la diminuzione della prestazione.
Il passaggio dall’aerobiosi all’anaerobiosi, indicato come soglia anaerobica, consente di valutare le capacità dell’atleta, in partic. negli sport di resistenza. La determinazione di questa soglia è diventata nel tempo più importante rispetto a quella del massimo consumo di ossigeno (potenza aerobica). Infatti si è evidenziato come la capacità di prestazione dipenda, in misura prevalente, dalla capacità di utilizzare l’ossigeno senza aumentare in modo significativo la produzione di acido lattico. In partic., la prestazione dell’atleta risulta legata alla capacità di non introdurre uno squilibrio tra produzione e metabolismo di acido lattico. Un eventuale squilibrio, nel senso di un eccesso di produzione, produrrebbe una percezione di fatica e dunque una diminuzione della prestazione.
La l. è oggi valutabile con numerose metodiche. Quella più nota e diffusa si basa su una relazione tra frequenza cardiaca e intensità dello sforzo. La semplicità e non invasività del metodo ha reso questa procedura un vero autotest, tuttavia la sua affidabilità è modesta a causa della difficoltà nell’interpretare i dati. I progressi tecnologici hanno messo più recentemente a disposizione di atleti e allenatori apparecchiature sempre più raffinate, semplici da utilizzare e in grado di fornire misure più attendibili. Si noti che queste metodiche valutano il lattato, ovvero il sale dell’acido lattico e non direttamente quest’ultimo, di difficile accesso e valutazione in quanto risiede all’interno delle cellule muscolari.