ARANY [pr. òrogn], László (Ladislao)
Nato il 24 marzo 1844 a Nagyszalonta e morto il primo di agosto 1898, figlio del poeta Giovanni Arany (v.). Riunì e pubblicò, diciottenne, una raccolta di leggende popolari ungheresi (Eredeti népmesék. Gyüjtötte Arany László, Budapest 1862), cui fecero seguito, nel 1872, 1873 e nel 1883 altri tre volumi di leggende e di fiabe popolari ungheresi, pubblicate in collaborazione con Paolo Gyulai per incarico della Società letteraria Kisfaludy. Scrisse di letteratura, di economia e di politica. Viaggiò in Italia (1870). Fu deputato con programma liberale dal 1887 al 1892, ed elaborò il disegno di legge sui diritti d'autore. Curò, con Markovics, l'edizione completa delle opere di suo padre e nel 1886 ne pubblicò in quattro volumi gli scritti inediti, che corredò di note. La sua prima opera poetica originale ha per titolo Elfrida (1867); seguirono a questa Szökevény (Disertore) e Tűnődés (Riflessione; 1868), poi A délibábok hőse (L'eroe dei miraggi, 1873) e A hunok harca (La battaglia degli Unni, 1874) che sono le migliori. Tradusse molto da Lermontov, Puškin, Shakespeare e Molière. Le sue opere originali e le sue traduzioni vennero raccolte e pubblicate, per incarico della vedova, da Paolo Gyulai in cinque volumi: Arany László összei müvei (Budapest 1901).
Bibl.: J. Szinnyei, Magyar irók élete és munkái (Vita e opere di scrittori magiari), Budapest 1891; A. Kozma, Arany László, Budapest 1899; P. Gyulai, Arany László, Budapest 1899; G. Voinovich, Arany László, Budapest 1901; A. Kolosvári, Arany László élete, Mezötúr 1909.