LASITHI (Λασίθι)
Altopiano dell'isola di Creta, nella catena montuosa del Diete, c.a 45 km a S della città di Iraklion. Circondato interamente dai monti e di forma approssimativamente ovale, è il più grande dell'isola (km 11 x 6) e ha un'elevazione media di 850 m. L'interesse archeologico nei confronti della zona ebbe inizio alla fine del XIX sec. e culminò nello scavo di Hogarth della grotta di Psychrò nel 1899. Negli anni 19361939 J. Pendlebury effettuò una ricognizione parziale sul pianoro e scavò la grotta di Trapeza, l'insediamento di Kastellos e la zona di Karphì. L. Watrous nel 1973 effettuò sul L. una completa ricognizione di superficie. Più recentemente, nel 1976, è stata scoperta, a c.a 3 km da Psychrò, una grotta contenente teschi e ceramica del Minoico Antico e Medio.
La più antica attestazione di un insediamento sull'altopiano è costituita da 15 siti archeologici che vanno dal Neolitico Tardo al Minoico Antico I (4500-2600 a.C.). Due di essi, Psychrò e Trapeza, sono insediamenti entro grotte, gli altri all'aperto, spesso posti sulle pendici delle alture soprastanti il pianoro. È probabile che i primi abitanti del L. fossero dediti alla pastorizia stagionale. Nel Minoico Antico I e II l'insediamento crebbe e si consolidò. Poiché la maggior parte dei siti del Minoico Antico II sull'altopiano continuò a essere occupata anche nel Minoico Medio e nel Minoico Tardo, è probabile che, a partire dal Minoico Antico II, il distretto fosse abitato stabilmente per tutto il corso dell'anno da una popolazione dedita all'agricoltura. Ossidiana, un diadema aureo da Psychrò e un sigillo in avorio da Trapeza sono indizî del fatto che i siti in questione avevano rapporti con centri commerciali come Mallia (v.) sulla costa settentrionale.
Dai periodi Minoico Medio I-III (2200-1550 a.C.) il numero di abitanti del L. continuò ad aumentare sino al Minoico Tardo I, quando la popolazione locale cominciò a concentrarsi in nuclei abitativi. Ciò è in parte dovuto alla tendenza, che si riscontra in tutta l'isola, alla formazione di centri maggiori, come Piatì nel L. e Mallia sulla costa. Questo tipo di insediamento a nuclei può costituire nella regione una risposta di tipo economico al controllo centralizzato esercitato dall'amministrazione palaziale di Mallia; una delle sue cause fu probabilmente anche la mancanza di sicurezza delle campagne. Mallia e Zakros, p.es., vennero entrambe fortificate nel periodo Minoico Tardo I. Se così fosse, il «forte» o la «villa» di Vigies, un complesso posto in una posizione strategica che controlla l'accesso orientale al L., può segnare uno dei confini del regno minoico di Mallia.
Le usanze religiose sul L. subirono un cambiamento nel Minoico Medio. La grotta di Psychrò probabilmente incominciò a essere usata come luogo di culto nel Minoico Medio I A. Nel corso del periodo neopalaziale, nella grotta superiore c'era il muro di un témenos che circondava un altare rivestito di stucco e molti pìthoi per provviste. Sparse intorno all'altare vi erano lucerne, una tavola per libagioni, basi per doppie asce, ceneri e ossa di animali sacrificati, molte offerte votive e di cibo entro tazze coniche. Gli strumenti agricoli, le primizie e le statuette di argilla rinvenute nella grotta stanno a indicare che la divinità venerata era un dio la cui sfera di influenza riguardava la prosperità delle colture locali. Statuette in argilla a soggetto animale e umano, rinvenute sulla cima di Karphì, indicano che in questo punto, a partire dal Minoico Medio I B, era ubicato un santuario.
Il popolamento del L. subì un brusco crollo dopo il Minoico Tardo I B. Molti degli insediamenti precedenti, però, vennero rioccupati nel corso del Minoico Tardo III Α-B (1370-1200 a.C.). In questo periodo un complesso di abitazioni venne costruito intorno a un cortile centrale di fronte al santuario di Psychrò. Nel Minoico Tardo III C (1200-1000 a.C.) gli abitanti del L. si reinstallarono nell'alto insediamento di Karphì. Gli scavi in questa località hanno portato alla luce un intrico di piccole case, la cui cultura materiale è di stampo minoicomiceneo. Gli abitanti del luogo traevano il loro sostentamento dalla pastorizia, dalla coltivazione del grano e delle olive, così come da attività marinare, dato che i ritrovamenti di Karphì e di Psychrò (utensili metallici di tipo cipriota, ambra del Baltico, fibule di tipo italico e una figurina egizia) dimostrano l'esistenza di intensi contatti con paesi stranieri.
Nel corso dell'Età Geometrica (1000-750 a.C.) l'insediamento del L. si concentrò nel grande centro di Papoura, probabilmente identificabile con l'antica Δάταλλα. Nell'VIII sec. a.C. Esiodo (Theog., 481-484) ricordava che Zeus era stato generato in una grotta del Monte Αυγαϊον (delle Capre), vicino a Lyttos (immediatamente al di là del L. a O), che probabilmente si deve identificare con la grotta soprastante Psychrò, sul lato meridionale dell'altopiano. Nel VII sec. la popolazione si sparse in insediamenti lungo i bordi del fertile pianoro. Gli abitanti di età arcaica spesso riutilizzarono gli antichi insediamenti e le necropoli minoiche.
La popolazione in età classica ed ellenistica diminuì bruscamente. Teofrasto, nell'operetta Dei venti e dei segni celesti, spiega tale diminuzione con l'irrigidimento del clima. E possibile che l'emigrazione locale sia stata anche determinata dalla conquista del L. da parte di Lyttos (Aristot., Polit., 1271 b). Dopo la conquista romana di Creta nel 69 a.C., l'altopiano venne rioccupato da nuovi abitanti e divenne una zona popolosa sino al IV sec. d.C. Insediamenti romani al centro del pianoro e il grande acquedotto tra Lyttos e Chersoneso, alimentato dal drenaggio naturale del L., indicano che gli ingegneri romani avevano bonificato gran parte della piana per mezzo di un sistema di canalizzazioni.
Bibl.: H. e J. Pendlebury, M. Money-Coutts, The Cave of Trapeza, in BSA, XXXVI, 1935-36, pp. 5-131; iid., Kastellos, ibid., XXXVIII, 1937-38, pp. 1-56; iid., Karphi, ibid., pp. 57-148; S. Spanakis, Συμβολή στην ιστορία του Λασιθίου, Iraklion Ι957; Μ. Seiradaki, Pottery from Karphi, in BSA, LV, 1960, pp. 1-37; J. Boardman, The, Cretan Collection in Oxford, Oxford 1961; L. V. Watrous, Pendlebury's Excavations in the Plain of Lasithi. The Iron Age Sites, in ΒSA, LXXV, 1980, pp. 269-283; id., Lasithi. A History of Settlement on a Highland Plain in Crete (Hesperia, Suppl. XVIII), Princeton 1982; ADelt, XXXVIII, 1983, p. 375.