LARINO (A. T., 24-25-26)
Cittadina della provincia di Campobasso, sorta nel Medioevo, a 310 metri sul mare, nella zona collinosa alla destra del Biferno, in seguito alla distruzione dell'antica Larinum.
La città antica, che sorgeva alquanto a oriente dell'attuale abitato, è frequentemente ricordata da geografi e storici, ed era abitata da una popolazione resasi presto indipendente dai vicini Frentani. Fu municipio romano, iscritto alla tribù Crustumina, ed ebbe un'attiva vita municipale, di cui Cicerone (Pro Cluentio) ci ha lasciato vivi particolari, anche se non tutti attendibili. Le iscrizioni ricordano dei quattuorviri, degli aediles, ecc. In epoca imperiale, fece parte della 2ª regione augustea (Apulia e Calabria). Si sono conservati resti della cinta di mura e dell'anfiteatro, e una notevole monetazione.
La città odierna conserva alcuni palazzi signorili, tra cui quello baronale del sec. XV, ora sede del comune e di uffici. La cattedrale (1319), a tre navate, ha una bella facciata con ricco portale e rosone di tipo pugliese e un campanile poderoso terminante a piramide ottagonale (1451). Nella chiesa del ricovero di mendicità, fuori della città, si trova un quadro attribuito allo Zingaro. Dal computo dei fuochi del 1532 Larino appare popolata da 1200 ab., sempre in aumento fino al 1669, quando, per diminuzione prodotta da pestilenze, si ridussero a 671; nel 1450, per terremoto, sarebbero morti 1313 individui. Ai primi del secolo passato contava 4000 ab.; nel 1921 il comune contava 6734 ab. (circa 5000 nel centro capoluogo); nel 1931, 7089. Il territorio (kmq. 91,41) è feracissimo di grano, olio, vino, fmtta, che si esportano nei paesi vicini; si allevano bestie da macello. La stazione ferroviaria, a 1,5 km., è sulla Benevento-Termoli. Servizio automobilistico Larino-Montelongo.