LARENTALIE
. Feste romane che cadevano il 23 dicembre. In esse s'invocava la Terra Madre col nome di Acca Larentia, mentre nelle precedenti feste Opalia (19 dicembre) e Dialia (21 dicembre) era stata invocata sotto i nomi di Ope e di Dia. Acca Larentia aveva lasciato, secondo la leggenda, grandi ricchezze al popolo romano. Per quel lascito le furono decretate esequie a pubbliche spese, e le fu eretta una tomba nel Velabro, presso la porta Romanula. Quivi si celebrava appunto il sacrificio il 23 dicembre. Col solstizio invernale la terra, cui il seme era stato poco prima affidato, sembrava assopirsi e cadere nel torpore dal quale non doveva risvegliarsi se non nell'aprile, dopo l'equinozio di primavera. Tale il significato simbolico della sacra cerimonia. Quel medesimo giorno era sacro anche a Giove, perché si considerava che a lui ritornasse, dopo la morte, lo spirito vitale ch'egli aveva infuso al nascente.
Bibl.: G. Wissowa, Religion u. Kultus d. Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 233 seg.; G. Vaccai, le feste di Roma antica, 2ª ed., Torino 1927, pp. 73 e 204.