LAPSI (participio passato del verbo lat. labi)
È il termine (cui corrisponde il gr. παραπεπτωκότες) con cui vennero designati i cristiani "caduti" nell'idolatria durante le persecuzioni. Esempî di debolezza ci sono forniti anche da documenti del sec. II, quali il Martirio di Policarpo, il Pastore di Erma; ma il problema dei lapsi, come di una vera e propria categoria di cristiani, si presentò soltanto durante le grandi persecuzioni sistematiche, che miravano a ricondurre i cristiani in massa al culto ufficiale, e pertanto imposero a tutti i cittadini di compiere atti di culto pagano. Si ebbero allora, nelle persecuzioni di Decio e Valeriano, i sacrificati, che avevano cioè compiuto un vero e proprio sacrificio, i thurificati, che s'erano limitati a bruciare incenso innanzi agl'idoli, e i libellatici, cioè, in senso stretto, coloro che erano riusciti a ottenere, in qualsiasi modo, un certificato del sacrificio compiuto; cui nella persecuzione dioclezianea si aggiunsero i traditores, cioè coloro, specialmente ecclesiastici, che avevano consegnato alle autorità pagane copie delle Sacre Scritture.
Sulle condizioni della riconciliazione di questi apostati si discusse molto al tempo di S. Cipriano e in seguito. In generale si può dire che la tradizione della Chiesa africana imponesse di non ricevere questi peccatori se non dopo un nuovo battesimo, mentre la Chiesa romana imponeva soltanto un periodo di penitenza. Questa seconda pratica prevalse; ma in Roma, in Africa e altrove si ebbero dei rigoristi che nel corso del sec. III e del IV, diedero origine a varî scismi (v. Donatismo; Meleziani; novaziano). Molto severo fu il sinodo di Elvira (v. iliberri), che negò loro la comunione anche in fin di vita; più miti quelli di Arles e di Ancira (314) e il concilio ecumenico di Nicea. I due ultimi stabilirono varie gradazioni di penitenza, non negando però la comunione ai morenti, secondo la gravità e le circostanze del fallo commesso.
Per estensione, e per effetto d'una teoria che predominò a lungo fra gli storici della disciplina penitenziale, furono chiamati lapsi anche i rei degli altri due peccati (omicidio e adulterio) che, secondo la detta teoria, la Chiesa primitiva avrebbe considerati come irremissibili (v. penitenza).