LAPPONIA (sved. Lappland; finl. Lappi; A. T., 166-167)
Termine geografico che comprende un'estensione di territorio molto incerta. Genericamente va riferito, come vuole l'etimologia, al "paese abitato dai Lapponi" (v.), ma questi fino a una cinquantina di anni fa si spingevano ancora verso Oulu (Uleaborg), mentre oggi si incontrano soltanto a 300 km. almeno più a nord. Alcuni designano col nome di Lapponia la parte della Fennoscandia a settentrione del Circolo Polare. Altri fanno coincidere i limiti della Lapponia verso O. e S. con quelli dell'area di diffusione della renna. A parte inoltre viene considerata di solito la porzione politicamente russa, quasi soltanto la penisola di Kola (v.). Il resto è diviso fra Norvegia, Svezia e Finlandia.
Quali che siano i confini prescelti, si ha sempre a che fare con una regione che non presenta unità morfologica. A oriente si stendono le vaste superficie precambriche spianate, tipiche dello scudo baltico, sulle quali a occidente si sovrappongono le ultime falde della zona caledoniana. Da questa parte il paesagglo è intagliato a S. in dorsali collinose all'incirca parallele, e a N. negli alti ripiani dell'Enontekiö finlandese e delle Finnmarken, i quali ultimi si affacciano al mare con gli speroni e i fiordi, caratteristici del litorale norvegese. A oriente invece l'antica dorsale divisoria dei due versanti baltico e artico è ridotta a un'appena pronunciata ondulazione collinosa, che tuttavia vale a separare un paesaggio settentrionale a vaste pianure, con laghi e paludi, da uno meridionale, in cui non mancano, anche se poco approfondite, ampie e lunghe forme vallive.
La plastica del suolo porta ovunque i segni delle diverse glaciazioni, le quali hanno arrotondato i dossi, scavato innumerevoli tazze lacustri, contribuito alla formazione dei fiordi, dffuso un ampio mantello di sfasciume morenico, lasciando notevoli superstiti ghiacciai di montagna, specie nel versante norvegese.
L'idrografia si può riassumere in alcuni grandi sistemi fluviali raccordanti laghi in serie "a rosario" deversantisi al Baltico (Lule e Torne in Svezia, Muonio a cavaliere del confine, Kemi Kitinen in Finlandia), nei sistemi fluviali dell'Alta e del Tana in Norvegia e nei sistemi fluviolacustri dell'Inari in Finlandia (scolante al mare artico col Paatsjoki), del Nota-Tulonia e dell'Imandra-Kola nella parte russa.
Nota unitaria al paese conferisce invece il clima. E anzitutto per l'uniforme variare della durata del giorno e della notte. Oltre il Circolo Polare s'incominciano a contare i giorni nei quali il sole non tramonta: sono già 20 a 66° lat. e circa 80 nell'estremo nord. Minore procede l'incremento delle notti: notte di 24 ore si trova soltanto a 67°30′ lat., di 20 giorni verso il 68°, di oltre due mesi all'estremo. L'estate è assai breve e non consente temperature molto elevate. Esse decrescono regolarmente da S. verso N. (dai 14° ai 10° nelle medie). Nel lungo inverno invece le plaghe litoranee settentrionali fruiscono di temperature meno rigide di quelle dell'interno montuoso e dell'oriente (− 14° e oltre); e ciò per effetto di quelle stesse correnti tepide atlantiche che consentono alle acque costiere di evitare il congelamento, generale invece nei laghi interni. Le precipitazioni sono modeste (intorno ai 500 e sino a 300 mm.), all'infuori che sulle alte terre occidentali e sul vicino litorale, dove raggiungono e sorpassano i 1000 mm.
Caratteri unitarî presentano pure flora e fauna. L'area di diffusione della betulla in Norvegia e Svezia coincide press 'a poco coi limiti S. e O. della Lapponia; nella parte finlandese l'area forestale delle conifere (pino) penetra più ampiamente. La zona della betulla a N., ma particolarmente a NE. e in tutta la parte russa trapassa quindi nella tundra a licheni.
Nota unitaria al paese infine è data dalla presenza di una popolazione locale tipicamente differenziata: i Lapponi (v.). Non è facile valutarne il numero preciso. A ogni modo essi vi costituiscono ormai una minoranza.
Nei censimenti del 1920 la popolazione complessiva dei distretti lapponi era la seguente:
Mentre gl'immigrati scandinavi e finlandesi hanno dato origine a insediamenti fissi, caratteristico dei Lapponi resta il nomadismo, e sia pure lungo percorsi che tendono a stabilizzarsi, anche per l'intervento dei governi. Nell'inverno essi frequentano i pascoli a licheni del SE. e nell'estate le altre terre, relativamente ricche di erbe e cespugli, specie nella parte norvegese.
Sin dal sec. XVII data un progressivo affermarsi della penetrazione svedese e finlandese dal sud: le grandi direttrici erano offerte dai fiumi e i nuclei di coloni si localizzarono particolarmente sulle rive dei laghi. Le tappe sono segnate dalle numerose cappelle, e intorno a queste sono venuti poi a svilupparsi i villaggi, particolarmente all'estremità meridionale dei rosarî lacustri: linde casette di legno, una delle quali funge da ufficio pubblico, locanda e negozio. Spesso in vicinanza sono gruppi di capanne, in cui si soffermano i Lapponi quando scendono alle fiere e feste religiose invernali. A fine politico e amministrativo sorgono villaggi anche nella tundra - e pur sempre presso i laghi - ricorrendosi a penoso trasporto del legname sia per le costruzioni sia pel riscaldamento. Tali trasporti sono pure necessarî ai numerosi centri norvegesi della costa, i quali tuttavia debbono il loro sviluppo alla pesca e oggi anche, in parte, al turismo. Principale fra questi, la più settentrionale città d'Europa: Hammerfest (v.).
Di costituzione recente, ma di notevole sviluppo, sono i centri industriali, ferroviarî e minerarî. Dei primi si debbono accennare Luleluspe e Porjus presso le cascate del Grande Lule, che dal 1910 forniscono energia elettrica (oggi oltre 100.000 HP). Altri nuclei si sono disseminati lungo la ferrovia da Stoccolma a Gellivara e da Luleå a Narvik. Ma la costruzione di questa ferrovia (1888 fino a Gellivara, 1902 fino a Narvik) dipende a sua volta dallo sfruttamento delle risorse ferrifere (enormi giacimenti di minerali con tenore metallico elevatissimo), al quale ha consentito uno sviluppo, relativamente ai luoghi, grandioso. Sorgono così Malmberget (5000 ab.) e Koskullskulle (1100 ab.), Kiruna (8000 ab.), Luossavara e Tuolluvara, ecc. Altro centro ferrifero (Kirkenes) è sorto nel lontano Varanger norvegese.
L'economia locale trova altre notevoli possibilità nelle risorse forestali (Svezia, Finlandia, con un discreto commercio). Non trascurabile è pure la pesca nelle acque interne (trote, lucci, salmoni a S.). I Lapponi vivono esclusivamente dell'allevamento della renna, di cui sfruttano latte, carne, pellame, corna, peli, ossa, ecc., in piccola parte anche come oggetto di scambî. Si calcolano 350.000 capi, di cui un certo numero allevati dai coloni. Questi curano anche, nei limiti consentiti dall'ambiente, l'agricoltura: le più settentrionali oasi agricole (cereali) sono in Finlandia a Sodankylä e Sattanen (67°30′ lat.).
Le comunicazioni si limitano alla citata ferrovia, alla carrozzabile dall'Ume al Ranenfjord e all'altra finlandese in costruzione da Kemi al Paatsjoki e a Petsamo: le testate delle valli svedesi sono connesse coi fiordi norvegesi da valichi attraversati da piste, e di queste numerose sono segnate nella foresta e nella tundra orientali, percorse agevolmente d'inverno con le slitte, raramente e penosamente d'estate a piedi per l'estensione dei pantani.
Più attive comunicazioni si svolgono sui laghi (imbarcazioni a remi, qualche lancia a vapore), ma i fiumi non si prestano se non a una scarsa fluitazione. Si ricordi ancora che la Lapponia russa è attraversata dalla ferrovia di Port Murmansk, costruita nel 1916 con fini politico-militari (v. tavv. LXIX e LXX).
Bibl.: G. von Düben, Om Lappland och Lapparne, Stoccolma 1873; O. Berqvist, F. Svenonius, Lappland, Stoccolma 1908; J. Turi, Muittalus samid birra, Stoccolma 1910 (anche in tedesco: Das Buch des Lappen I. T., edito da Em. Demanti, Francoforte sul M. 1912); G. Braun, Nordeuropa, Vienna 1926, pp. 165-182; Norges land og folk: XX, Finnmarkens Amt, voll. 3, 1905; O. Holtedahl, Bidrag til Finnmarkens geologi, in Norges Geol. Unders., LXXXIV (1918); G. Braun, Reisebeobachtungen in Finn. - Lappland und Finnmarken, in Petermanns Mitteilungen, XVII (1925); id., Finn-lappl. und Petsamo, in Berichte an dem Inst. für Finnlandkunde, 1925; J. E. Rosberg, Studien über Talbild., in Finn. Lappl., ecc., Fennia 1905; J. Linden, Beitr. z. Kenntnis de westl. Teiles des russ. Lappl., Fennia 1894; V. Borg, Bericht über d. geogr. Resultate einer Forschungsreise in den Grenzgegenden von Finn. und Russ. Lappl., Fennia 1903; F. H. Butler, Through Lappland with Skis and Reindeer, Londra 1920.