MAZZEI, Lapo
Nacque a Prato nel 1350; morì a Firenze il 30 ottobre 1412. Notaio, fu addetto, in tal qualità ma con responsabilità maggiore della carica, ad ambascerie e altri uffici pubblici in Firenze, dove visse onoratissimo. Merita ricordo l'essere egli stato notaio dell'Ospedale di Santa Maria Nuova in Firenze. Il carteggio di lui con Francesco Datini (v.) è prezioso sia per la storia commerciale e morale del Trecento, sia per la lingua.
Ser Lapo, cui la pietà religiosa stimolava a compiere e a consigliare opere di carità previdente, fu l'ideatore del Ceppo de' Poveri che l'amico suo, il Datini, fondò. Era uomo, se non di lettere, di molta cultura, anche, in un certo senso, umanistica: si vale spesso di classici latini, ma specialmente è ammiratore di Dante (sembra non amasse punto il Boccaccio, che non nomina neppure; e un verso solo riferisce del Petrarca), e, mirando soprattutto alla religione, ebbe caro Iacopone da Todi. Le cinque centinaia di lettere sue rendono per ciò un'immagine che fa documento così della vita toscana d'allora come dell'austera e serena idealità di qualche animo superiore mentre matutava la civiltà del sec. XV; perché egli, che raccomandava si "abbandonasse un poco la ricchezza" e ci si appoggiasse invece "alla colonna di Dio", si diede gran cura di allevare i figli anche per il secolo morale e dar loro buon avviamento. Qua e là, in quel suo franco e vivace scrivere a penna corrente appaiono guizzi di felice figurazione; e la sua prosa è muscolosa e viva, ricca di espressioni nelle quali, di là dal pensiero dritto, si sente un animo acceso, e però la dicitura riesce inconsapevolmente d'arte vera.
Bibl.: Fondamentale resta l'introduzione di C. Guasti ai due voll. Lettere di un notaio a un mercante del sec. XIV, Firenze 1880; A. D'Ancona, Due antichi fiorentini, ecc., in Varietà storiche e letterarie, Milano 1885, II, p. 189 segg.; C. Guzzoni degli Ancarani, La cronica domestica in Toscana dei secoli XIV e XV, Lucca 1920, p. 117 segg.; I. Del Lungo, F. di M. Datini mercante e benefattore, Prato 1897; id., in Conferenze fiorentine, Milano 1901, p. 67 segg.; G. Livi, Dall'archivio di F. Datini mercante pratese, Firenze 1910.