Laomedonte
Personaggio del mito troiano. Discendente di Dardano, capostipite dei Troiani: da Dardano nacque Erittonio, da Erittonio Tros, da Tros due figli, Assaraco e Ilo, il secondo dei quali fu il padre di Laomedonte.
Il nome compare due volte, in Cv IV XIV 14, nel corso di un'esemplificazione intesa a dimostrare uno degl'inconvenienti che derivano dalla postulazione che la fama di nobiltà di un uomo discendente da antenati oscuri possa nascere solo dalla dimenticanza delle sue umili origini, quasi che egli non fosse nobile per qualche personale e intrinseca qualità, bensì soltanto in funzione della maggiore o minore smemoratezza degli uomini circa i suoi natali. In ultima analisi, se l'oblio degli umili ascendenti fosse la causa generatrice della nobiltà, potrebbe accadere che un uomo che non è stato nobile in vita venga considerato tale dopo la morte.
Nel caso specifico di L. bisognerebbe allora supporre che egli fosse considerato nobile in vita perché la nobiltà della sua ascendenza era nota, mentre Dardano, di cui non si conoscevano gli antenati, sarebbe stato villano da vivo e nobile soltanto da morto, il che non corrisponde a verità e denuncia il paradosso su cui si basa l'intera ipotesi. Tuttavia è evidente che l'opinione errata è la più diffusa, dal momento che la fantasia popolare ha voluto coprire la presunta ignobiltà di Dardano, attribuendogli Giove come padre (cfr. la nota di B. Nardi, in " Giorn. stor. " XCV [1930] 106, che pone il caso di Dardano a confronto con quello di Romolo: " Allo stesso modo: vien Quirino / da sì vil padre che si rende a Marte [Pd VIII 131 ss.]; perché, dice Livio [I IV 2] ‛ deus auctor culpae honestior erat ' "), mentre la stessa necessità non si presentava per Laomedonte. Si accenna ancora allusivamente a L. come all'autore del rifiuto di ospitalità opposto agli Argonauti in Ep V 24 Argis hospitalitas est a Frigibus denegata, dove sotto il nome dei Frigi è adombrato quello del loro re.