LAODICEA (Λαοδίκεια, Λαοδικία, Λαωδικία, ecc.; Laodicea, Laodicia, Laudicea, ecc.; ἐπὶ Λύκῳ, περὶ τὸν Λύκον, ἀπὸ Λύκον ecc.)
Città della Frigia fondata sul luogo della più antica Diospolis o Rhoas (Plin., Nat. hist., v, 29) da Antioco II in onore di sua moglie (prima del 253 a. C., anno del divorzio tra i due). Nel 220 a. C. Achaeus, ribellatosi contro Antioco III, si proclamò re nella città (Polyb., v, 57, 5). Durante il II sec. dovette appartenere al regno di Pergamo, fece poi parte della provincia romana di Asia, seppure con una certa autonomia.
Danneggiata spesso da terremoti, fu distrutta sotto Nerone (Tac., Ann., xiv, 27). Risorta, ebbe vita molto fiorente in età imperiale; in essa nacquero alcuni filosofi della seconda sofistica. Importante sede cristiana (è ricordata come una delle sette città dell'Asia), decadde in età bizantina e fu abbandonata nel XII sec. con l'invasione turca.
Sorta in una fertile pianura, la città era ricca di lana, che tessuta in tappeti e stoffe era esportata in tutto l'impero (Strabo, 778); nell'Apocalisse (iii, 17) il vescovo di L. (come personificazione della città) afferma: πλούσιός εἰμι καὶ πεπλούτεκα καὶ οὐδενὸς χρείαν ἔχω (sono ricco e prospero e non ho bisogno di nulla).
La divinità principale della città era Zeus, rappresentato sulle monete.
Le rovine di L. sono su una collina alta m 304, a 5 km dalla città di Denizli. Gli avanzi più notevoli (che non sono mai stati oggetto di una regolare campagna di scavo), consistono nelle rovine di due teatri (il primo a N-E con una circonferenza di 250 m; il secondo a N con la circonferenza di 150 m), di uno stadio (m 350 × 6o) dedicato all'imperatore Vespasiano, di un ginnasio, di un acquedotto. Quest'ultimo è caratteristico perché le tubature dell'acqua (a causa della forte pendenza del terreno che rischiava di farle scoppiare) sono inserite in blocchi calcarei che ne aumentano la resistenza.
Numerose sculture decorative scoperte a L. sono conservate nei musei di Denizli e di Smirne.
Bibl.: W. M. Ramsay, The Cities and bishoprics of Phrygia, I, Oxford 1895, p. 35 ss.; G. Weber, in Jahrbuch, XIII, 1898, p. i ss.; Ruge, in Pauly-Wissowa, XII, 1924, c. 722, s. v., n. 5; W. H. Buckler - W. M. Calder, Monumenta Asiae Minoris Antiqua, VI, Manchester 1939, p. i ss.; A. M. Mansel, Bibliografya, Ankara 1948, p. 271 s. (con bibl. prec.); D. Magie, Roman Rule in Asia Minor, Princeton 1950, passim.