LAOCRITI (gr. λαοκρίται)
Nell'età tolemaica erano i giudici chiamati a giudicare delle liti sorte tra indigeni egiziani. La loro origine probabile, ma non ancora chiaramente dimostrata, può essere da tribunali di età faraonica, quegli stessi ai quali allude un noto passo di Diodoro (I, 75-76). I laocriti appaiono finora ricordati direttamente soltanto in tre petizioni, provenienti due da Magdōla e una da Ghoran (Fayyūm) e risalenti al sec. III-II a. C. Essi trattano affari civili d'ordine privato e presentano una certa indipendenza dall'ordinamento, che fa capo allo stratego, cioè a colui che soprintende al distretto. Essi inoltre non costituiscono un tribunale unico, ma si raccolgono in varî tribunali locali. In taluni casi decidono anche controversie fra Greci e indigeni.
Le norme alle quali i laocriti devono attenersi nella esplicazione del loro mandato, sono i νόμοι τῆς χώρας, probabilmente codificati per cura dei Tolomei e redatti in lingua greca; le disposizioni procedurali sono in gran parte simili a quelle di altri tribunali.
Bibl.: P. Jouguet-G. lefebvre, in Mélanges Nicole, Ginevra 1905, p. 278 segg.; A. Bouché-Leclercq, Histoire des Lagides, IV, Parigi 1907, p. 206 segg.; L. Mitteis, Grundzüge und Chrestom. d. Papyruskunde, II, i, Lipsia 1912, p. 3 segg.; G. Semeka, Ptolemäisches Prozessrecht, I, Monaco 1913, p. 138 segg.; S. Waszynski, in Archiv für Papyrusforschung, V (1913), p. 1 seg.; M. Modica, Introduzione allo studio della papirologia giuridica, Milano 1914, p. 317 segg.; P. Meyer, Iuristische Papyri, Berlino 1920, p. 259 segg.; F. Kreller, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XXIII (1924), col. 738 segg.; O. Gueraud, Enteuxeis, Cairo 1932, pp. lxiv, lxxii, 126, 204, 229.