Vedi LANUVIO dell'anno: 1961 - 1973 - 1995
LANUVIO (v. vol. iv, pp. 465-466)
Già il Colburn (Am. Journ. Arch., xviii, 1914, pp. 366-369) aveva trattato del teatro di L., ma solo nel 1962 G. Bendinelli ne pubblicava uno studio particolareggiato.
Il teatro si trova al di sotto della cinta della Rocca: nel suo sviluppo a semicerchio disegna esattamente con la scaena ed il postscaenium la direzione O e NO della cinta fortificata e con l'orchestra e con lo sviluppo in estensione della cavea occupa il sottosuolo dello sperone avanzato che guarda verso NE; visibile, in via Umberto I, parte del muro di fondo della scaena in opus quadratum di peperino, terminante in alto con una cornice pure di peperino. Conservato per la lunghezza di m 8 (con una lacuna intermedia di m 2) è fuori terra per cinque filari di blocchi, ed altri nove filari di blocchi sono interrati: l'opera muraria è alta complessivamente, fino alle fondazioni, m 8,90. Aderenti al teatro sono due tratti di muri in opus caementicium con paramenti in opus reuculatum, che il Bendinelli pensa siano da collegare alla porticus post scaenam. Sono visibili nelle cantine al di sotto della Rocca alcuni tratti della pàrodos NE, dell'altezza, dal piano battuto, di m 5,13, con vòlta a botte ed a crociera e con la porta di accesso al paraskènion. La pàrodos SE è ostruita. La cavea è demolita, ma rimangono tracce di alcuni muri radiali nelle varie cantine. Il diametro massimo della cavea, agli stipiti esterni delle due pàrodoi; è di m 53,87 (piedi romani 182). Il piano della scaena è della larghezza di m 44,69, con uno scarto di m 4,59 da ciascuna parte rispetto alla cavea. Dovendo calcolare in m 6 lo spazio frontale occupato dai due paraskènia, l'ampiezza di questa, pari al diametro dell'orchestra, è di m 32,69. Le dimensioni sono piuttosto modeste: sorto forse in età augustea, la cavea risulterebbe costruita parte in muratura e parte ricavata nel fianco del colle. Per le dimensioni è confrontabile con il teatro romano di Ferentino. La cavea è aperta ad occidente, secondo le norme vitruviane. Doveva essere in parte rivestito di marmo ed in parte di stucco. Rimangono pezzi della decorazione marmorea della scaena (cornici ad elementi floreali, ovuli e dentelli) e forse di altre parti dell'edificio (architrave, acroterio, lastra con candelabro e grifo) scavati dal 1832 al 1839. Nelle immediate vicinanze si rinvenne, nel 1865, la statua di Claudio oggi nei Musei Vaticani, Sala Rotonda. La sola fonte antica che ricordi il teatro di L. è l'epigrafe G.I.L., xiv, 2127, che ne menziona un rifacimento.
Nel 1964, a circa 80 m a SO del teatro, in via Stampiglia, sempre al di sotto delle strutture della Rocca, furono messe in luce due nicchie facenti parte probabilinente di un muro di sostruzione che, delimitando la zona elevata dal sottostante pendio, forse reggeva una terrazza. Nello stesso anno, all'incrocio tra la Via Appia Vecchia (via che si staccava al XIX miglio dell'Appia Antica e raggiungeva Lanuvium) e la via provinciale per L. fu messo in luce un insieme di resti romani comprendenti parte di una casa, di un recinto, di un piazzale lastricato ed un tratto di strada basolata. Già in precedenza erano venuti in luce resti di strada basolata e di case: una strada quindi correva ai piedi dell'acropoli, raggiungeva il centro abitato ed era fiancheggiata da case. L'ultimo periodo di vita della casa messa in luce nel 1964 è da datare entro la prima metà del IV sec. d. C. Nel 1965 a NO del nucleo cittadino, in area già identificata come necropoli per notevoli rinvenimenti, furono scoperte tombe a grotticella contenenti un sarcofago di peperino. Dai frammenti ceramici rinvenuti esse sono databili entro la seconda metà del IV sec. a. C.
Bibl.: Per il teatro: G. Bendinelli, Il teatro romano di Lanuvio, in Rend. Pont. Acc., XXXIV, 1962, pp. 79-92; per gli altri rinvenimenti: E. Lissi Caronna, in Not. Scavi, 1966, pp. 91-135.