LANUVIO (A. T., 24-25-26; già Civita Lavinia)
Borgata della provincia di Roma, situata a 324 m. s. m. sul fianco meridionale esterno dei Colli Albani, a 20 km. in linea retta dal Tirreno, e a 7 km. da Velletri. Ha 2655 ab. (1931; 2218 nel 1921), per 4/5 agglomerati nel centro, il resto sparsi nel territorio (32 kmq.), che comprende aree intensamente coltivate (soprattutto a vigneto) in collina, ma si estende anche a sud, verso il mare, con pascoli e residui di macchia. Un breve tronco tramviario unisce Lanuvio alla principale linea di tram da Albano a Velletri.
Storia e monumenti. - La città moderna occupa il posto dell'antica Lanuvio. La posizione di Lanuvio su una delle prime colline del gruppo dei Colli Albani verso il mare la rese particolarmente importante: dista circa km. 2 dalla Via Appia, sulla quale aveva una stazione detta Sub-lanuvio. Prese parte, secondo la tradizione, alla guerra che i Latini mossero contro Roma poco dopo la caduta della monarchia. Concluso il foedus Cassianunt rimase fedele a Roma fino alla guerra latina del 340-38. Dopo questa guerra fu ridotta dai Romani a municipio con diritto di suffragio. Così passava a Roma il dominio del tempio di Giunone Sospita Regina, che sorgeva sull'acropoli e che custodiva grandi tesori, tra cui l'ex-voto di 40 libbre d'oro offerto dai Romani durante la seconda guerra punica. Il municipio fu governato da un dictator, da due aediles, da un quaestor, da un praetor e da un senatus, a somiglianza di quello di Roma.
Devastata durante le invasioni dai barbari, risorse a nuova vita nel sec. XI col nome di Civita Lavinia, ma non poté sviluppare pienamente le forme d'una rigogliosa vita comunale, come feudo prima di monasteri, poi di famiglie principesche, tra cui i Colonna.
Numerosi sono gli avanzi di antichi monumenti che si trovano sparsi nella città e nel territorio: oltre il tempio suddetto di Giunone, che pare debba identificarsi con i notevoli avanzi esistenti nella proprietà Sforza, vanno ricordati un altro tempio arcaico con le pareti a blocchi ben squadrati di tufo, subito fuori della città, a fianco della via di Astura, notevoli resti delle mura cittadine, di un vasto teatro, di terme, presso il cimitero, e di numerose ville.
Dei monumenti dell'epoca posteriore sono artisticamente notevoli la bizzarra Fontana degli scogli (1675), di C. Fontana, che sorge in Plazza Bernini; il Palazzo Colonna, di nobile architettura del secolo XVI, in Piazza S. Maria Maggiore, e la collegiata, rifatta nel 1675, con campanile di stile borrominiano. È bene conservato il borgo medievale, cinto di mura dominate da torri cilindriche angolari, delle quali è particolarmente imponente la cosiddetta Torre del castello, del sec. XIV. Dell'antica collegiata, costruita nel sec. XIII, si conservano nel palazzo comunale frammenti di decorazione marmorea dovuta ai Vasselletto (1240).
Bibl.: A. Nibby, Analisi dei dintorni di Roma, II, 2ª ed., Roma 1848, p. 166; A. Galieti, La tomba di Prosperetto Colonna in Civita Lavinia, in Arch. d. Soc. rom. di st. pat., XXXI (1908), pp. 211-19; id., Il castello di Civita Lavinia. Appunti di storia e docum., ibid., XXXII (1909), pp. 173-83; id., Mem. della chiesa mediev. di Civita Lavinia, in L'Arte, XII (1909), pp. 349-58; id., Rinvenimenti fatti nell'area del tempio di Juno Sospita Mater Regina a Lanuvium, in Bull. Arch. Com. di Roma, 1916; id., Il tempio italico rinvenuto nella Acropoli di Lanuvio, ibid., 1928, pp. 75 segg., 199 segg.; G. Bendinelli, Monumenta Lanuvina, in Monum. ant. d. Linc., XXVII (1921), p. 273 segg.