LANFRANCHI ROSSI, Carlo Giuseppe
Figlio di Federigo, nacque intorno al 1730 quasi certamente a Pisa, poiché in diversi suoi libretti è indicato come patrizio pisano.
Apparteneva infatti alla nobile famiglia Lanfranchi Rossi che discendeva da uno dei più importanti rami della grande casata Lanfranchi, "una delle sette primarie famiglie di Pisa di origine tedesca che si fermarono in Pisa circa il 980 sotto l'imperatore Ottone II e composero il primo ordine del patriziato della Repubblica" (Di Crollalanza).
Ricevette la sua formazione molto probabilmente nella città natale, dove pure ebbero luogo i suoi esordi letterari come librettista, ma non risulta tra i laureati dello Studio pisano. Partecipò alla vita pubblica e fu priore del terziere di S. Martino dal 1° dic. 1763 (con nomina del 21 novembre precedente) e dal 7 giugno 1775, data in cui sostituì il dimissionario J. Finocchietti (i priori, supremi magistrati della città, erano estratti a sorte tra i cittadini di censo elevato e duravano in carica quattro mesi).
La sua carriera di librettista cominciò nel 1754 con Il Perseo e si concluse nel 1786. Suoi libretti furono musicati da compositori minori, prevalentemente di ambito toscano o fiorentino, ma anche dai più noti P. Anfossi, B. Galuppi, G. Gazzaniga, G. Tritto; il dramma Telemaco nell'isola di Calipso (1773) fu musicato in parte dallo stesso Lanfranchi Rossi. Nel 1780 esordì con discreta fortuna nel genere buffo e giocoso con Le cognate in contesa, nel cui frontespizio compare per la prima volta il nome di Egesippo Argolide, assunto dal L. in veste di pastore arcade aggregato alla colonia Alfea di Pisa. Seguirono diversi altri titoli buffi, tra i quali va ricordato almeno Gli amanti canuti (1781) che, con musica di Anfossi, ebbe numerose rappresentazioni in Italia e all'estero.
Nel 1766 pubblicò a Firenze le Opere drammatiche con dedica a Pietro Leopoldo, granduca di Toscana. Il volume contiene il testo della cantata Flora consolata (che fu composta in occasione dell'arrivo dei granduchi in Firenze ma di cui non si hanno notizie se sia mai stata musicata ed eseguita), i libretti de IlMuzio Scevola e del Tito e Berenice, e la "rappresentanza eroicomica" in versi sciolti La saggia Britannia o sia La schiava combattuta, unica opera non destinata alla musica attribuibile al L., se non si considera un sonetto dedicatorio ("Questa in veste dimessa e volto umile") incluso nel libretto de Il trionfo di Arianna (1781). Nella premessa a La saggia Britannia l'autore ne disconosce due precedenti edizioni, l'una stampata a Bologna, l'altra "sotto altro titolo" a Venezia, entrambe piene di "scorrezioni a segno che la deformano".
Il L. inviò una copia delle Opere drammatiche a P. Metastasio e questi l'8 sett. 1766 gli scrisse da Vienna una lettera di ringraziamento in cui dichiarava di avere "già per l'innanzi udito rammentar con elogio" il nome dell'autore e ne lodava il talento poetico: "La bellissima e giudiziosa lettera dedicatoria, il violento amor della patria nel suo Muzio, il conflitto della gloria e della tenerezza nel suo Tito, l'amor coniugale nella Schiava combattuta, trattati tutti con nobiltà, con chiarezza, armonia e felicità poco comune, mostrandomi di quanto è ella già benemerita in Parnaso mi scopre fino a qual segno è capace di divenirla".
Il L. mostra in effetti abilità di corretto versificatore, non privo di accuratezza e di eleganza. Certo non sfugge agli stereotipi codificati dalla tradizione metastasiana nel genere serio, ma, soprattutto nei libretti buffi, rivela vivacità e una certa ironia.
Non si conoscono il luogo e la data della morte.
Libretti: Il Perseo (dramma per musica, compositore ignoto, Pisa, "dagli Accademici Risvegliati della suddetta città", estate 1754); Il Muzio Scevola (dramma per musica, G. Masi, Firenze, teatro di via del Cocomero, primavera 1760; B. Galuppi, Padova 1762; anche nelle Opere drammatiche, cit.); Il Bellerofonte (dramma per musica, L. Minuti, ibid., Cocomero, primavera 1760); Flora consolata (cantata, in Opere drammatiche, cit.); Telemaco nell'isola di Calipso (dramma per musica, "la musica parte è propria e parte sotto la direzione del sig Gio. Vincenzo Meucci", Firenze, Cocomero, autunno 1773); Gli errori di Telemaco (dramma per musica, G. Gazzaniga, Pisa, Prini, primavera 1776); Tito e Berenice (dramma per musica, R. Mei, ibid., primavera 1776; musica di diversi, Siena 1776; anche in Opere drammatiche, cit.); Le cognate in contesa (dramma giocoso, F. Zanetti, Venezia, S. Moisè, autunno 1780; Graz 1781; Torino 1781; Reggio Emilia 1784; Dresda 1785; Trento; Padova 1791); L'amante per bisogno (dramma giocoso "accomodato e ridotto" dal L., G. Gazzaniga, Venezia, S. Samuele, Carnevale 1781); La sposa bizzarra (opera buffa, A. Santi, ibid., S. Moisè, Carnevale 1781); Il trionfo d'Arianna (dramma giocoso, P. Anfossi, Venezia, S. Moisè, fiera dell'Ascensione, 1781; Londra 1784; Praga 1784); Gli amanti canuti (dramma giocoso, P. Anfossi, Venezia, S. Samuele, autunno 1781; 1782: Alessandria, Bergamo, Bologna, Brescia, Crema, Praga, Reggio Emilia; 1783: Dresda, Novara; Zara 1785); In amor ci vuol destrezza (opera buffa, V. Martin y Soler, Venezia, S. Samuele, autunno 1782; con il titolo L'accorta cameriera, Torino 1783); Telemaco nell'isola Ogigia (cantata, M. Mortellari, Firenze 1782); La vergine del sole (dramma per musica, G. Tritto, Napoli, Fondo, 1786).
Fonti e Bibl.: M. Maylander, Storia delle accademie d'Italia, Bologna 1930, I, p. 146; P. Metastasio, Tutte le opere, a cura di B. Brunelli, IV, Milano 1954, pp. 492, 872 n.; E. Cristiani, Nobiltà e popolo nel Comune di Pisa dalle origini del podestariato alla signoria dei Donoratico, Napoli 1962, p. 161; B. Casini, Il "priorista" e i "Libri d'oro" del Comune di Pisa, Firenze 1986, p. 98; D. Barsanti, Pisa in età leopoldina, Pisa 1995, p. 168; B. Casini, I cavalieri stefaniani e i priori della Comunità di Pisa durante la reggenza lorenese, in Quaderni stefaniani, XIV (1995), p. 405; V. Spreti, Enc. storico-nobiliare italiana, IV, p. 43; G.B. Di Crollalanza, Diz. storico-blasonico delle famiglie nobili e nobiliari italiane estinte e fiorenti, Bologna 1977, II, p. 8; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, I, p. 278; The New Grove Dict. of opera, II, pp. 1096 s.