LANDONE
Secondo di questo nome, figlio del conte di Capua Landone e di Aloara, nacque probabilmente intorno al quarto decennio del IX secolo.
Tale dato non consente di formulare alcuna ipotesi sulla partecipazione di L. alla guerra civile (839-849) tra i Longobardi dell'Italia meridionale, che portò alla divisione del Principato di Benevento in due parti, facenti capo rispettivamente a Salerno e Benevento. In tale frangente i Capuani, desiderosi di liberarsi dalla dipendenza da Benevento, si erano schierati con la fazione salernitana e avevano poi approfittato dell'indebolimento causato dal conflitto e della crisi interna al Principato di Salerno per acquisire di fatto l'indipendenza. Il padre di L. cercò di rafforzare la sua posizione alleandosi con i Napoletani e in seguito con gli Amalfitani. In particolare il patto con i Partenopei fu suggellato dal matrimonio di un figlio di Landone, il gastaldo di Suessola Landolfo, con una figlia del duca di Napoli Sergio (I).
La condotta dei Capuani non fu più tollerata quando principe di Salerno diventò Ademario, che riuscì ad attirare dalla sua parte i Napoletani, gli Amalfitani, il duca di Spoleto Guido e lo stesso Landolfo, fratello di Landone.
Fu proprio L. a dover sostenere quello che fu probabilmente il maggiore scontro di questo conflitto. Nel maggio dell'859 un esercito guidato dai figli del duca Sergio, Cesario e Gregorio, e composto da Napoletani, Amalfitani e soldati provenienti da Suessola si diresse infatti verso Capua. Suo padre non poteva muoversi a causa di una paralisi e L., assunta quindi la guida delle truppe capuane, avanzò contro gli invasori. Secondo il cronista Erchemperto L. assalì come un leone i nemici presso il ponte di Teodemondo, sul fiume Volturno, e riportò una grandissima vittoria, paragonabile a un altro importante successo ottenuto nel passato dai Longobardi contro i Partenopei. Secondo quest'autore ambedue i successi sarebbero stati ottenuti il giorno nel quale si celebra l'arcangelo Michele (8 maggio), il cui culto era molto popolare tra i Longobardi dell'Italia meridionale. Gli uomini di L. catturarono numerosi prigionieri, tra i quali anche Cesario, e lo stesso L. celebrò la vittoria portando a Capua la prestigiosa preda in catene. Il successo ottenuto fu tale che i Napoletani e i Salernitani non tentarono più di assalire i Capuani.
Le doti evidenziate da L. sul campo di battaglia non gli furono però utili negli intrighi interni. L'anno successivo allo scontro, suo padre morì e L. diventò il nuovo conte di Capua.
Erchemperto racconta che, poco prima di morire, Landone aveva pregato i suoi fratelli Pandone e Landolfo di prendersi cura del figlio. La promessa non fu però mantenuta perché, dopo soltanto sei mesi, L. fu cacciato da Capua, insieme con la madre e i fratelli, dagli zii, e nuovo conte di Capua diventò Pandone. Catturato Aione, che era stato posto dai suoi zii a capo di Caiazzo, distretto minore della contea, L. si installò in quella località.
In seguito si trovò nuovamente coinvolto nelle lotte fratricide e negli intrighi che caratterizzarono l'Italia meridionale per tutta la seconda metà del IX secolo, allorché, probabilmente spinto dal desiderio di riacquistare almeno una parte del potere posseduto in passato, si alleò con i Napoletani contro i Capuani. Come spesso avveniva, l'alleanza fu stipulata mediante un matrimonio: L. sposò una nipote del vescovo di Napoli Atanasio (II), che si era impadronito della carica di duca di Napoli (877). Secondo Erchemperto, la sposa sarebbe stata una "lattante" e Atanasio (II) l'avrebbe usata per irretire L. "col laccio delle donne" ("neptem suam adhuc lactantem in coniugium cessit, ob hoc, ut fila feminarum illaquaeret eum", p. 256). Nonostante i patti stipulati e il matrimonio, L. non agì contro i propri parenti.
La data di morte di L., che non è più testimoniato dalle fonti intorno a questo periodo, è sconosciuta.
Fonti e Bibl.: Erchempertus, Historia Langobardorum Beneventanorum, a cura di G. Waitz, in Mon. Germ. Hist., Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI-IX, Hannoverae 1878, pp. 244 s., 256 s.; N. Cilento, La cronaca della dinastia di Capua, in Id., Italia meridionale longobarda, Milano-Napoli 1971, p. 298; Id., Le origini della signoria di Capua nella Longobardia minore, Roma 1966, pp. 103, 133 s.; M. Schipa, Storia del Principato longobardo di Salerno, in F. Hirsch - M. Schipa, La Longobardia meridionale (570-1077). Il Ducato di Benevento, il Principato di Salerno, a cura di N. Acocella, Roma 1968, pp. 120-123, 134-136; G. Cassandro, Il Ducato bizantino, in Storia di Napoli, II, 1, Napoli 1969, pp. 80, 84, 108, 114; I. Di Resta, Il Principato di Capua, in Storia del Mezzogiorno, a cura di G. Galasso - R. Romeo, II, 1, Il Medioevo, Napoli 1988, p. 166; C. Russo Mailler, Il Ducato di Napoli, ibid., pp. 367, 371; H. Taviani-Carozzi, La Principauté lombarde de Salerne (IXe-XIe siècle). Pouvoir et société en Italie lombarde méridionale, Rome 1991, pp. 55, 397.