LANA
(XX, p. 454; App. II, II, p. 151; III, I, p. 959; IV, II, p. 295)
La positiva inversione di tendenza nella produzione della l., verificatasi a metà degli anni Settanta in corrispondenza con il calo della produzione di fibre chimiche dovuto agli aumenti del prezzo del petrolio, ha segnato l'inizio di un quindicennio contraddistinto da aumenti costanti di produzione, concretizzati in incrementi − tra il 1975 e il 1990 − pari al 16,7% per la l. sucida e al 24,4% per la l. lavata. Il maggior incremento della l. lavata testimonia una migliorata resa della l. sucida. I primi anni Novanta sembrano segnare un andamento di nuovo negativo. Al primo posto tra i paesi produttori è l'Australia che assieme alla Nuova Zelanda fornisce il 37% del totale mondiale; seguono i paesi dell'ex URSS che forniscono circa il 15% del totale. Fra i continenti, dopo l'Oceania si pone l'Asia seguita dall'Europa, dall'America Meridionale e dall'Africa. Il commercio mondiale della l. riguarda percentuali variabili tra il 20% e il 30% della produzione. Tra i maggiori esportatori di l. lavata sono la Nuova Zelanda, l'Australia, il Regno Unito, i paesi dell'ex URSS, l'Argentina e la Francia; l'Australia ha il primato per l'esportazione della l. sucida, seguita dalla Nuova Zelanda, dall'Argentina, dall'Uruguay e dalla Repubblica Sudafricana. Tra gli importatori di l. lavata sono ai primi posti la Cina, il Giappone, il Regno Unito, l'Italia, la Germania; i maggiori importatori di l. sucida sono l'Unione Sovietica, il Giappone, la Cina, la Francia, il Regno Unito e l'Italia. L'Italia importa l. per alimentare l'industria dei manufatti in parte destinati al mercato interno, in parte a una fiorente e fruttuosa esportazione.