LANA (XX, p. 454; App. II, 11, p. 151; III, 1, p. 959)
Produzione mondiale. - La produzione mondiale di l., pari a 2.631.000 t nel 1975 (v. tab. 2), supera di sole 30.000 t quella registrata nel 1961; ma nel quindicennio si sono verificate oscillazioni piuttosto rilevanti. A un modesto ma costante aumento fino al 1972 (2.703.000 t) segue una diminuzione piuttosto marcata nei due anni successivi; di recente si manifesta invece una tendenza alla ripresa.
Sul primo evento ha notevolmente influito il rapido diffondersi dei consumi di fibre chimiche a prezzi decisamente concorrenziali (questi rappresentano il 50% rispetto al prezzo della l. sucida e il 25% rispetto al prezzo della l. lavata), mentre la ripresa è dovuta a un calo nella produzione delle stesse fibre sintetiche in conseguenza degli aumenti nel prezzo del petrolio e alla prospettiva di più alta remunerazione per l'innalzamento dei prezzi della lana.
Alle variazioni nella produzione fanno riscontro variazioni in senso opposto nei prezzi: così dal 1960 al 1971 si verificano modeste ma costanti diminuzioni (nei limiti del −30% in detto periodo). Questo fenomeno è dovuto al caratteristico metodo di vendita adottato nei principali mercati, basato sulle vendite per asta pubblica che tendono a evitare l'accumulo di stocks, pericolosi per la stabilità dei prezzi. Ciò nonostante, tra il 1971 e il 1973, i prezzi subiscono incrementi violentissimi, dal 300% per le l. sucide al 388% per le migliori qualità di l. lavate. Detto repentino aumento dei prezzi è dovuto alla spinta speculativa sviluppatasi in seguito al rincaro del petrolio che ha lasciato intravedere un notevole rallentamento, effettivamente verificatosi nel 1974, nella produzione di fibre sintetiche; il fenomeno è stato ulteriormente accentuato per il calo, proprio in quegli anni, della produzione di lana. Nel 1974 i prezzi si ridimensionano restando comunque su livelli molto elevati soprattutto per le l. lavate di prima e seconda qualità quotate in Inghilterra. Così oggi, contrariamente a quanto si verificava agl'inizi del 1960, i prezzi della l. variano in un ampio intervallo, dai 120 centesimi di dollaro per kg per le migliori qualità di l. sucida ai 570 centesimi per kg per la l. lavata di prima qualità, che nel 1973 raggiunse la punta di 762 centesimi per kg.
Considerando i diversi paesi produttori, va tenuta presente la resa della l. sucida, diversa da paese a paese in conseguenza dei diversi tipi di razze di ovini allevate. Dal confronto della resa negli anni 1961-65 con quella del 1975 si rileva che non vi è stato un radicale mutamento nelle razze di ovini allevate nei vari paesi. I rendimenti più elevati di l. lavata si ottengono in Irlanda (85%), in Nuova Zelanda (72%), in Gran Bretagna (65%), in Brasile (63%) e in India (63%). I paesi nei quali si è verificato un apprezzabile miglioramento nella resa sono la Rep. Fed. di Germania che sale dal 50% nel 1965 al 66% nel 1975, la Rep. Dem. Tedesca dal 37% al 44%, e la Francia dal 39% al 50%. In Italia si registra invece una regressione, dal 50% al 45%.
Circa il 50% della produzione mondiale di l. sucida è dovuto a tre paesi del Commonwealth: Australia (30%), Nuova Zelanda (11%) e Sud Africa (5%); gli stessi paesi superano il 50% della produzione di l. lavata, grazie al rilevante rendimento delle l. della Nuova Zelanda. Il 18% della produzione mondiale di l. sucida è da imputare all'URSS; considerevole è la produzione dell'Argentina (circa il 6%); seguono gli SUA, la Cina, l'Uruguay, la Turchia. Nell'Europa il maggior produttore è la Gran Bretagna.
L'andamento della produzione nei principali paesi rispecchia l'andamento della produzione mondiale, con modesti aumenti fino al 1971, seguiti da un calo fino al 1974 e da accenni di ripresa nel 1975. È invece in costante aumento per tutto il quindicennio la produzione dei paesi dell'Europa orientale, dove si segue un piano di sviluppo con incrementi costanti, a cui fa riscontro una produzione sempre più in diminuzione nei paesi dell'Europa occidentale, negli SUA (da 125.000 t nel 1961-65 a meno della metà nel 1975) e nel Sud Africa (da 140.000 t nel 1961-65 a 108.000 nel 1975). Nei paesi minori, come il Brasile e l'Unione Indiana, la produzione è in costante aumento, senza comunque manifestare forti sbalzi.
Il commercio. - Il commercio mondiale ha subito nel quindicennio apprezzabili variazioni; fino al 1974 si registra un calo costante sia nelle importazioni che nelle esportazioni e in entrambi i tipi di l. commerciata. Particolarmente marcata è la riduzione negli scambi di l. lavata (le importazioni scendono del 45% nel 1974 rispetto al 1975) da parte dei paesi industrializzati. Nel 1975 si manifesta invece una leggera ripresa (v. tab. 1).
Rispetto alla quantità prodotta la percentuale di l. sucida esportata continua a ridursi, dal 47% nel 1965 si passa al 32% nel 1975; si mantiene invece pressoché costante (sul 15-16%, con l'eccezione nel 1974) l'esportazione di l. lavata. Queste variazioni sono essenzialmente imputabili ai più importanti paesi produttori ed esportatori. L'Australia infatti che esportava nel 1965 circa l'80% della sua produzione, riduce nel 1975 le esportazioni al 58% per la l. sucida, mantenendo pressoché costanti (con l'eccezione del 1974) le esportazioni di l. lavata. Anche la Nuova Zelanda riduce le esportazioni di l. sucida dal 73% della propria produzione al 45%, incrementando invece le esportazioni di l. lavata dal 16% della propria produzione al 42% nel 1975. Considerazioni analoghe valgono per gli altri paesi che seguono in graduatoria, così per il Sud Africa, terzo paese esportatore, per l'Argentina e l'Uruguay. Il calo nelle esportazioni europee va imputato essenzialmente alla Francia, meno all'Irlanda; costanti quelle della Gran Bretagna.
Le importazioni, sia di l. sucida che di l. lavata, rispetto alle quantità prodotte vanno anch'esse riducendosi. Nel movimento internazionale il Giappone assorbe da solo ben il 25% di l. sucida e una quota di gran lunga inferiore (meno dell'8%) per quella lavata. Circa il 60% delle importazioni di l. sucida e il 70% di l. lavata sono effettuate dai paesi dell'Europa occidentale.
L'URSS nel quindicennio ha sempre mantenuto il primo posto aumentando costantemente la sua percentuale di partecipazione ai consumi mondiali rimasti pressoché costanti. Va rilevato il progredire dei consumi del Giappone che nel 1964 si classificava al quarto posto e che nel 1973 è risalito al secondo declassando la Gran Bretagna al terzo. Gli SUA hanno invece ridotto a un terzo i loro consumi rispetto al 1964. Francia e Italia occupano rispettivamente il quarto e quinto posto nella graduatoria mondiale, nonostante abbiano ridotto i loro consumi rispetto agli anni fra il 1966 e il 1970.