Turner, Lana (propr. Julia Jean Mildred Frances)
Attrice cinematografica statunitense, nata a Wallace (Idaho) l'8 febbraio 1920 e morta a Century City (California) il 29 giugno 1995. Incarnazione massima e spudorata di un divismo artificioso e platinato, ma proprio per questo efficace e suggestivo, anello di congiunzione tra Jean Harlow e Marilyn Monroe, la T. impose tra gli anni Quaranta e Cinquanta il proprio modello di fascino divistico nell'immaginario cinematografico, divenendo una delle interpreti più emblematiche del melodramma hollywoodiano, grazie anche all'attenta direzione di registi come Victor Fleming, Tay Garnett, Vincente Minnelli, Douglas Sirk.
Dopo la morte del padre in una rapina, trasferitasi con la madre in California, a soli diciassette anni la T. esordì sul grande schermo interpretando piccoli ruoli in vari film, primo dei quali A star is born (1937; È nata una stella) di William A. Wellman. Soprannominata 'Sweater girl', nel 1941 fu tra le protagoniste, insieme a Judy Garland e Hedy Lamarr, di Ziegfeld girl (1941; Le fanciulle delle follie) di Robert Z. Leonard, per poi interpretare la morigerata fidanzata del protagonista (Spencer Tracy) in Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1941; Il dottor Jekyll e Mr Hyde) di Fleming. La definitiva consacrazione giunse però nel 1946 con The postman always rings twice (Il postino suona sempre due volte) di Garnett, dove seppe rappresentare con incisività il biondo e funesto oggetto del desiderio del protagonista (John Garfield), amante travolto dalla passione inconfessabile e dal delitto. L'ambiguità del personaggio seducente e determinato, incapace di rinunciare al benessere ma non di ideare e commettere un omicidio nonostante l'apparenza di giovane e sfortunata moglie, divenne un modello di riferimento per molte prove successive e fu ripreso con profitto anni dopo nell'implacabile Portrait in black (1960; Ritratto in nero) di Michael Gordon.
A partire dagli anni Quaranta la T. poté così trasformarsi da ragazza di provincia innamorata del maturo e integerrimo marito in ambiziosa donna in cerca di fama e vita mondana in Cass Timberlane (1947; Il giudice Timberlane) di George Sidney. E al contempo rivelarsi una memorabile Lady de Winter, portando alle estreme conseguenze la propria carica di negletta seduttrice in The three musketeers (1948; I tre moschettieri) sempre di Sidney, tanto da connotare in chiave cupa e crudele una vicenda altrimenti vivace e scanzonata. Nel 1952 fu poi la protagonista di The merry widow (La vedova allegra) di Curtis Bernhardt e nel 1955 confermò la sua immagine di donna seducente e contesa in due film di successo, The rains of Ranchipur (Le piogge di Ranchipur) di Jean Negulesco e The sea chase (Gli amanti dei cinque mari) di John Farrow. La figura della giovane donna di provincia che con difficoltà trova spazio nell'ambiente della moda in A life of her own (1950; L'indossatrice) di George Cukor, del cinema in The bad and the beautiful (1952; Il bruto e la bella) di Minnelli, del teatro in Imitation of life (1959; Lo specchio della vita) di Sirk caratterizzò ulteriormente, non senza sfumature autobiografiche, questi ruoli che risultarono tra i suoi più riusciti. Tutti e tre i personaggi sono costruiti dalla T. ostentando un certo distacco sofisticato per conferire loro il segno di una precisa scelta morale: ossia la capacità di raggiungere il successo senza compromessi. Ma nel secondo caso Minnelli utilizza il personaggio della T., attrice innamorata di un produttore spietato, come ulteriore conferma che nel mondo dello spettacolo valgono le stesse regole per vittime e vincitori, bruti autodistruttivi e belle ambiziose. Mentre con altrettanta incisività Sirk evidenzia come la protagonista di Imitation of life si comporti di fatto da padrona irraggiungibile, distaccata e incapace di comprendere i conflitti e i sentimenti che travolgono il proprio ambito domestico. Il film, da considerarsi l'interpretazione più matura dell'attrice, ottenne un grande successo nonostante il grave scandalo familiare che appena un anno prima aveva coinvolto la T. all'apice della carriera: la figlia appena quindicenne aveva ucciso infatti l'amante della madre, il gangster Johnny Stompanato. Episodio culminante di una vita privata costellata di eccessi, trasformatasi, con l'ingresso nello stardom hollywoodiano, quasi in una sorta di estensione del personaggio cinematografico.
Il grande successo degli anni Cinquanta, confermato dalla nomination all'Oscar come attrice protagonista nel 1958 per Peyton Place (1957; I peccatori di Peyton) di Mark Robson, si andò progressivamente affievolendo nei decenni successivi che pure la videro interprete di film come By love possessed (1961; Ossessione amorosa) di John Sturges e Madame X (1966) di David Lowell Rich, e di fortunate trasmissioni televisive.
L. Valentino, The films of Lana Turner, Secaucus (NJ) 1976; C. Crane, C. Jahr, Detour: a Hollywood story, New York 1988.