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Agilulfo, Lamina di

di A. Peroni - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)
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Agilulfo, Lamina di

A. Peroni

Lamina di bronzo lavorata a sbalzo con rifiniture a cesello e dorature (cm. 18,9 x 6,7) rinvenuta in Val di Nievole, ora a Firenze (Mus. Naz. del Bargello, inv. nr. 681). Interpretata come frontale d'elmo, solo di recente è stata collegata persuasivamente a una specifica tipologia a lamelle (von Hessen, 1981). La scena raffigurata è una esaltazione della regalità di A., re dei Longobardi dal 591 alla morte (615-616 ca.), identificato al centro dell'iscrizione punzonata "Dmno Agilulf regi". La sua figura paludata in trono è affiancata da due armati e vi convergono alate Vittorie (sul cui labaro si legge "Victuria"), poi altri due personaggi per lato, i due ultimi recando una corona sormontata da croce, alle estremità due torri stilizzate. Essendo irrilevante una qualifica etnica dell'esecutore, che pure dovette operare su commissione degli ambienti della corte longobarda e in relazione indubbia con le ambizioni politiche di A., che su una corona da lui fatta eseguire, perduta, aveva fatto iscrivere "Rex totius Italiae" (Kurze, 1980), lo stile della lamina non mostra contatti apprezzabili con l'arte germanica; anzi si ispira a modelli tardoantichi della plastica, della toreutica e della monetazione, in una vivace descrizione di positure, di acconciature, di particolari di costume e, entro certi limiti, anche di caratterizzazione ritrattistica. L'opera esemplifica in questo senso, specie per la sicura e precoce cronologia, le scelte culturali della classe dominante longobarda, che, come usa scritte latine, così affida i messaggi di affermazione del potere a rielaborazioni del lessico figurativo tardoantico, anche su manufatti tradizionali del proprio costume militare.

Bibliografia

G. de Francovich, Il problema delle origini della scultura cosiddetta ''longobarda'', "Atti del I Congresso internazionale di studi longobardi, Spoleto 1951", Spoleto 1952, pp. 254-273.

W. Kurze, La lamina del Bargello: usurpazione o diritto?, "Atti del VI Congresso internazionale di studi sull'Alto Medio Evo, Milano 1978", Spoleto 1980, II, pp. 447-456.

O. von Hessen, I ritrovamenti longobardi. Museo Nazionale del Bargello (Lo specchio del Bargello, 5), Firenze 1981, pp. 3-15.

Vedi anche
tardoantico Periodo della storia antica compreso all’incirca tra l’età dell’imperatore Commodo (180-192 d.C.) e il 7° sec., ben definibile sul piano delle manifestazioni della cultura, della società, della politica, dell’economia. ● Nella storiografia moderna l’interesse per il tardoantico si è espresso soprattutto ... Germani Nome (d’incerto significato etimologico) sotto il quale si comprendono tutte quelle numerose e varie popolazioni che, prima partecipanti alla comunità linguistica indoeuropea, si staccarono poi a formare una massa omogenea e che almeno dal 3° millennio a.C. occupavano la Scandinavia meridionale e le ... Longobardi (o Langobardi) Popolazione germanica che appare nelle fonti scritte nel 5° sec., quando si stanziò nel Meclemburgo (a E dell’attuale Amburgo). 1. Storia 1.1 Le origini. - Secondo l’antico mito longobardo delle origini, i Longobardi, provenienti dalla Scandinavia, sarebbero partiti verso il continente ... Spoleto Comune della prov. di Perugia (349,6 km2 con 39.339 ab. nel 2010). La cittadina è situata a 396 m s.l.m. sulle pendici del Monte Luco, colle alla sinistra del torrente Tessino. È un vivace centro commerciale e industriale. Molto sviluppato il turismo. ● Città degli Umbri, conquistata dai Romani durante ...
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Vocabolario
làmina
lamina làmina s. f. [dal lat. lamĭna]. – 1. In genere, lastra di piccolo spessore, soprattutto metallica (una l. d’acciaio, d’oro, d’argento, ecc.) e per estens. anche d’altra materia (una l. di legno compensato, ecc.). Più specificamente,...
lamìna
lamina lamìna s. f. [dal nome del genere lamio]. – Alcaloide presente nei fiori dell’ortica bianca (Lamium album).
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